27Dic

L’anoressia non è una malattia del corpo, è una malattia della mente”. – Lynn Crilly

DISTURBI ALIMENTARI IN TEMPO DI PANDEMIA

I disturbi del comportamento alimentare non hanno mai a che fare solo con l’estetica: sono la spia di un disagio, una sofferenza, un desiderio di farsi del male, di emergere o nascondersi, insomma, di qualcosa di più profondo e più intimo. Per questo motivo questa tipologia di patologie è multi-sistemica, cioè va affrontata da diversi punti di vista, così come nella presa in carico della persona da curare entrano in gioco diversi professionisti, il nutrizionista, il medico, lo psicoterapeuta o lo psichiatra, che lavorano gomito a gomito.

Durante la pandemia, alcuni di questi disturbi hanno visto una crescita esponenziale.

Oggi 15 marzo, in occasione della giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, ne parliamo con il medico chirurgo e nutrizionista Nicola Villano:

Stando chiusi in casa, con il cibo a portata di mano e soprattutto non dovendo preoccuparsi dello sguardo del mondo in mancanza di relazioni umane, in pieno lockdown, c’è stata un’esplosione di alcuni disturbi alimentari. Un esempio banale è quello della ragazzina che ha preso 5 chili e corre ai ripari con meccanismi malsani come il vomito o l’assunzione di diuretici. Ma, senza arrivare a livelli patologici, diciamo che i problemi di chi aveva un rapporto disturbato con il cibo, in un modo o nell’altro, sono emersi”.

ANORESSIA, BULIMIA, DNS, BED E ORTORESSIA

Siamo tutti un po’ ingrassati, ed ora eccoci qui a piangere lacrime di coccodrillo, a fare digiuni o metterci a dieta. Il problema è che ognuno lo fa a modo suo, sbagliando. Infatti, oltre alle patologie più gravi – quelle che possono portare, in casi estremi, anche alla morte, vale a dire l’anoressia e la bulimia – particolarmente diffuse tra i giovanissimi, esistono altri disturbi, meno noti e molto frequenti anche tra gli adulti. Anzitutto, il Disturbo della Nutrizione Specificato (DNS) che, da innocuo, può sfociare nell’anoressia.

Si comincia a fare una dieta perché non ci si piace, con un’attenzione spasmodica verso il cibo, le calorie, come si possono compensare, il che può diventare una vera e propria ossessione. Questa insoddisfazione, però, in momenti particolari della vita, ad esempio durante l’adolescenza, tra i 12 e i 14 anni, quando il corpo cambia e non si accetta, perché c’è una disformia, cioè un’alterazione della propria immagine allo specchio, può trasformarsi in un disturbo vero e proprio. Succede soprattutto alle ragazze: dopo aver fatto una dieta si vedono bene e per piacersi ancora di più mangiano sempre meno pur continuando a vedersi grasse”.

Questa è una anoressia di tipo 1, che può facilmente tramutarsi nel livello patologico. Si parla di anoressia di tipo 2, quella più nota, quando si comincia a digiunare ma, poiché il corpo richiede cibo, si compensa con le grandi abbuffate (condotte atipiche) mangiando di tutto, per poi compensare, provocandosi il vomito per il senso di colpa.

Questa fase è già molto grave – racconta l’esperto – nel soggetto in genere, in questa fase, già convivono malnutrizione, esofagite, gastrite, erosione delle gengive e soprattutto l’amenorrea, cioè nelle ragazzine, viene meno la mestruazione. Questo è un segnale quasi inequivocabile, se accompagnato alla dieta, quindi i genitori delle adolescenti devono prestarvi molta attenzione. In questi casi, anche mangiare diventa complicato e si può rischiare il ricovero e, infine, la morte”.

L’anoressia colpisce soprattutto le adolescenti: nella popolazione nazionale, ne soffre circa l’1,5% delle ragazze contro lo 0,5% dei ragazzi. A differenza della sua “sorella gemella”, la bulimia, che invece ha una quasi parità tra maschi e femmine, con una percentuale che si aggira intorno all’1%. Questa malattia può manifestarsi anche più tardi, dopo lo sviluppo.

In entrambi i casi, con il corpo si cerca di dare voce a un disagio, vuoi per un’assenza nella propria vita, vuoi per una voglia di emulare, vuoi per ribellarsi alla figura genitoriale. È importante sensibilizzare e parlarne il più possibile perché le prime antenne devono essere i genitori, che devono prestare attenzione a tutti i segnali e consultare subito un medico se c’è qualcosa di strano”, raccomanda il nutrizionista.

Il bulimico mangia continuamente, fa grandi abbuffate per poi vomitare. I due disturbi sembrano molto simili ma agiscono in maniera diversa” – sottolinea Villano – “Chi soffre di bulimiasi nasconde molto bene in quanto non ha né l’atteggiamento né il fisico dell’anoressico, quindi può andare avanti per molto tempo prima che la patologia si manifesti del tutto. Un segnale importante è l’uso costante di farmaci, come lassativi e diuretici, indurre il vomito e una attività fisica eccessiva, che dovrebbe servire a compensare l’accumulo di calorie”.

In queste malattie, la persona è ossessionata dal controllo, calcola le calorie, le ore di sonno, per far “quadrare tutti i conti”.

Un altro disturbo poco conosciuto ma diffusissimo negli adulti è il Binge Eating Disorder (BED), ovvero la tendenza a mangiare cibo spazzatura.

Riguarda quelle persone che sembrano avere una condotta alimentare corretta di giorno ma che di sera mangiano malissimo. L’educazione a non mangiare cibo spazzatura deve cominciare dall’età pediatrica, ad esempio, vietando ai bambini le famose merendine, introdotte negli anni ’90. Nel 90% dei casi questo disturbo porta all’obesità, anche quella un modo per nascondersi o autodistruggersi”, dice il dottor Villano.

Legata alla moda del momento e ai fenomeni bio e vegan, vi è l’ortoressia, che ne rappresenta l’estremizzazione, ovvero la ricerca spasmodica di cibi BIO, della loro tracciabilità, perché sia tutto naturale e non ci siano sostanze chimiche e che, a lungo andare, può di fatto trasformarsi in anoressia.

Si tratta di una forma di automedicazione narcisistica in cui si calcola tutto per cui finisci per non mangiare perché non ti fidi più di quello che compri, quello che cucinano i tuoi amici o il ristorante”, spiega il nutrizionista.

I CONSIGLI CHE VALGONO SEMPRE, DENTRO O FUORI LA PANDEMIA

La cosa importante, secondo Nicola Villano, è nutrirsi sempre con equilibrio e con un certo ritmo, perché è importante mangiare gli alimenti giusti e nella giusta proporzione.

No ai digiuni, soprattutto a quelli autoimposti o riparatori. L’organismo ha bisogno di tutto, la dieta è uno strumento per dare armonia al corpo come si dà il ritmo ad un’orchestra”.

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