10Dic

DOLCIFICANTI NATURALI

Adottare dolcificanti naturali non è solo una scelta salutare, ma anche un passo verso una dieta più equilibrata e sostenibile, senza rinunciare al gusto.” – Dr. Sarah Brewer, nutrizionista clinica e autrice di libri sulla salute

DOLCIFICARE SENZA PENSIERI:
GUIDA AI MIGLIORI DOLCIFICANTI NATURALI

Negli ultimi anni, sempre più persone cercano alternative allo zucchero per dolcificare cibi e bevande senza rinunciare al gusto e alla salute. Dai dolcificanti zero calorie come la stevia e il monk fruit, alle opzioni ricche di nutrienti come miele e zucchero di cocco, il mercato offre soluzioni per ogni esigenza. Ma quali sono le loro reali proprietà? Qual è l’impatto sull’indice glicemico e sul nostro benessere?

In questo articolo ti guideremo alla scoperta dei dolcificanti naturali più diffusi, analizzandone benefici, calorie e utilizzi, per aiutarti a scegliere quello più adatto al tuo stile di vita. Perché dolcificare in modo consapevole è il primo passo verso una dieta più sana e bilanciata.

DIECI ALTERNATIVE ALLO ZUCCHERO

1. STEVIA

 Origine: Estratta dalle foglie della pianta Stevia rebaudiana.

 • Principio attivo: Steviosidi e rebaudiosidi.

 • Potere dolcificante: 200-300 volte più dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: 0 (non influenza i livelli di zucchero nel sangue).

 • Apporto calorico:0 calorie.

PROPRIETÀ:

• Ottima per diabetici e diete a basso contenuto di zuccheri.

 • Resistente al calore, quindi adatta per la cottura.

SVANTAGGI:

Può lasciare un retrogusto di liquirizia o amaro, a seconda della purezza.

 

2. MONK FRUIT (FRUTTO DEL MONACO) 

 • Origine: Estratto dal Siraitia grosvenorii, una pianta originaria della Cina.

 Principio attivo: Mogrosidi.

 • Potere dolcificante: 150-250 volte più dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: 0.

 • Apporto calorico: 0 calorie.

PROPRIETÀ:

 • Non causa picchi glicemici.

 • Spesso combinato con altri dolcificanti per migliorare il gusto.

SVANTAGGI:

Può essere costoso e difficile da trovare puro.

 

3. MIELE

 • Origine: Prodotto naturale delle api.

 • Principio attivo: Fruttosio, glucosio, minerali, antiossidanti.

 • Potere dolcificante: Paragonabile o leggermente superiore allo zucchero.

 • Indice glicemico: 45-65 (varia in base al tipo).

 • Apporto calorico: 304 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Ricco di antiossidanti e proprietà antibatteriche.

 • Fonte di energia rapida.

SVANTAGGI:

Ha un impatto glicemico maggiore rispetto ad altri dolcificanti naturali.

 

4. SCIROPPO D’AGAVE

 • Origine: Estratto dall’agave blu.

 • Principio attivo: Principalmente fruttosio.

 • Potere dolcificante: 1,4 volte più dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: 15-30 (basso).

 • Apporto calorico: 310 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Adatto a chi cerca dolcificanti con basso IG.

 • Si scioglie facilmente, ideale per bevande.

SVANTAGGI:

Elevato contenuto di fruttosio, che può essere metabolizzato dal fegato e trasformato in grasso.

 

5. ZUCCHERO DI COCCO

 • Origine: Estratto dalla linfa dei fiori della palma da cocco.

 • Principio attivo: Saccarosio (70-80%), piccole quantità di minerali e fibre come l’inulina.

 • Potere dolcificante: Simile allo zucchero da tavola.

 • Indice glicemico: 35-54 (basso-moderato).

 • Apporto calorico: 375 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Contiene tracce di minerali e fibre benefiche.

 • Sapore leggermente caramellato.

SVANTAGGI:

È calorico come lo zucchero normale, quindi non adatto a chi cerca un dolcificante senza calorie.

 

6. SCIROPPO D’ACERO

 • Origine: Estratto dalla linfa degli aceri da zucchero.

 • Principio attivo: Saccarosio, minerali, antiossidanti.

 • Potere dolcificante: Simile allo zucchero.

 • Indice glicemico: 54 (moderato).

 • Apporto calorico: 260 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Contiene polifenoli antiossidanti e minerali come zinco e manganese.

• Gusto caratteristico ideale per dolcificare pancake e bevande.

SVANTAGGI:

Ha un IG moderato, quindi non è ideale per i diabetici.

 

7. ERITRITOLO

 • Origine: Uno zucchero alcolico naturale presente in piccole quantità in frutta e alimenti fermentati.

 • Potere dolcificante: Circa il 70% della dolcezza dello zucchero.

 • Indice glicemico: 0.

 • Apporto calorico: 0,24 calorie per grammo.

PROPRIETÀ:

 • Non influisce sui livelli di zucchero nel sangue.

 • Non provoca carie dentali.

SVANTAGGI:

Può causare lievi disturbi digestivi se consumato in eccesso.

 

8. ALLULOSA

 • Origine: Zucchero raro presente in piccole quantità in fichi, uvetta e sciroppo d’acero.

 • Potere dolcificante: 70% della dolcezza dello zucchero.

 • Indice glicemico: Praticamente nullo.

 • Apporto calorico: Circa 0,2 calorie per grammo.

PROPRIETÀ:

 • Non influisce sui livelli glicemici.

 • Fornisce dolcezza simile allo zucchero senza calorie significative.

SVANTAGGI:

Relativamente nuovo sul mercato, non sempre facile da reperire.

 

9. MELASSA

• Origine: Sottoprodotto della produzione dello zucchero di canna o barbabietola.

 • Principio attivo: Zuccheri semplici (glucosio e fruttosio), minerali come ferro e calcio.

 • Potere dolcificante: Meno dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: Circa 55 (moderato).

 • Apporto calorico: 290 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

• Contiene minerali benefici e antiossidanti.

 • Ideale per dolcificare cibi e bevande con un gusto robusto.

SVANTAGGI:

Apporto calorico simile allo zucchero.

 

10. XILITOLO

 • Origine: si trova naturalmente in piccole quantità in alcuni frutti e verdure, come mele, pere e fragole, ma è prodotto principalmente dal mais o dalla betulla.

 • Principio attivo:è un alcol zuccherino (o poliolo)

 • Indice glicemico: Ha un indice glicemico basso (circa 7), che lo rende una scelta adatta per persone con diabete o che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati. Sebbene non influenzi drasticamente i livelli di zucchero nel sangue, è comunque importante utilizzarlo con moderazione.

 • Apporto calorico: Contiene circa 2,4 calorie per grammo, che è inferiore rispetto allo zucchero (che ne ha 4).

PROPRIETÀ:

Lo xilitolo ha anche proprietà benefiche per la salute dentale, poiché non favorisce la crescita dei batteri responsabili delle carie. In effetti, è spesso utilizzato in gomme da masticare e dentifrici per prevenire la formazione di placca.

SVANTAGGI:

Consumato in grandi quantità, può causare disturbi digestivi, come gonfiore o diarrea, poiché i polioli non vengono completamente assorbiti nell’intestino. È quindi importante consumarlo con moderazione.

 

TABELLA RIASSUNTIVA 

Stevia:

Indice glicemico: 0
Apporto calorico: 0
Potere dolcificante: 200-300 volte lo zucchero

Monk Fruit:

Indice glicemico: 0
Apporto calorico: 0
Potere dolcificante: 150-250 volte lo zucchero

Miele:

Indice glicemico: 45-65
Apporto calorico: 304
Potere dolcificante: Simile o superiore allo zucchero

Sciroppo d’Agave:

Indice glicemico: 15-30
Apporto calorico: 
310
Potere dolcificante:
 1,4 volte lo zucchero

Zucchero di Cocco:

Indice glicemico: 35-54
Apporto calorico: 375
Potere dolcificante: 
Simile allo zucchero

Sciroppo d’Acero:    

Indice glicemico: 54
Apporto calorico: 260
Potere dolcificante: Simile allo zucchero

Eritritolo:

Indice glicemico: 0
Apporto calorico: 0,24 cal/g
Potere dolcificante: 70% della dolcezza dello zucchero

Allulosa:

Indice glicemico:0
Apporto calorico: 0,2 cal/g
Potere dolcificante: 70% della dolcezza dello zucchero

Melassa:

Indice glicemico: 55
Indice glicemico: 290
Potere dolcificante: Meno dolce dello zucchero

Xilitolo:

Indice glicemico: 7
Indice glicemico: 
240
Potere dolcificante: 
Più dolce dello zucchero

L’ALTRA FACCIA DELLA DOLCEZZA:
I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI E GLI EFFETTI SULLA SALUTE

Se da un lato i dolcificanti naturali offrono soluzioni più salutari e sostenibili, dall’altro il mercato è ancora dominato dai dolcificanti artificiali, spesso presenti nei prodotti light o dietetici. Saccarina, aspartame, sucralosio e altri composti chimici promettono la dolcezza senza calorie, ma a quale costo?

Negli anni, molti studi hanno sollevato interrogativi sui potenziali effetti collaterali di questi dolcificanti, che spaziano da disturbi digestivi all’interferenza con il metabolismo, fino a possibili rischi a lungo termine per la salute.

 

02Dic

I NUOVI FARMACI PER DIMAGRIRE

Ozempic è un punto di svolta per la perdita di peso. I pazienti possono perdere fino al 15% del loro peso corporeo, una percentuale che prima era raggiungibile solo con interventi chirurgici”. – Dottoressa Caroline Apovian

I NUOVI FARMACI PER DIMAGRIRE 

 

Si chiama Ozempic o Wegovy, nome commerciale della “semaglutide” sviluppata dall’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk, da qualche tempo è finito alla ribalta sui social, e non solo, come medicinale “miracoloso” per perdere chili di troppo.

La semaglutide fa parte della famiglia degli Agonisti GLP-1, farmaci che mimano l’azione di un ormone naturale, il “glucagon-like peptide-1” (indicato con la sigla GLP-1). Questi farmaci nascono con un impiego specifico: il trattamento del diabete di tipo 2 e ora per curare l’obesità.

I recettori per GLP-1 sono presenti un po’ in tutto il corpo ma soprattutto nel pancreas, nel cervello e nello stomaco. Dopo aver mangiato, i batteri e le cellule intestinali producono GLP1 che si lega ai recettori nei seguenti organi:

  • PANCREAS
    dà il segnale di aumento della produzione di insulina, l’ormone che abbassa il livello di zucchero nel sangue;
  • CERVELLO
    dà il senso di sazietà, e quindi il segnale di stop all’assunzione del cibo. In pratica, alcune aree del cervello che regolano i nostri comportamenti alimentari, inducono a smettere di mangiare;
  • STOMACO
    rallenta il processo digestivo, dando al corpo il segnale di non intasare oltremodo lo stomaco.

Inoltre, questi “ormoni/farmaci” riducono la secrezione di glucagone, l’ormone che aumenta la glicogenolisi, cioè la scissione del glicogeno epatico e di conseguenza il rilascio di carboidrati immagazzinati nel fegato. Permettono così di tenere sotto controllo la glicemia, mantenendola stabile in circolo.

In definitiva, l’impiego di questi nuovi farmaci nasce dal fatto che essi, imitando il comportamento di questo ormone GLP-1, hanno, tra le altre cose, la capacità di rallentare lo svuotamento gastrico in seguito all’assunzione di cibo e ridurre l’appetito mediante l’invio di segnali di sazietà al cervello.

Quando nei test clinici e nell’impiego tra la popolazione sono stati notati questi effetti, alcuni medici hanno iniziato a prescrivere l’Ozempic, oltre che nei diabetici, come rimedio contro l’obesità in modalità “off label”, cioè per trattare problemi di salute diversi da quelli per cui era stato sviluppato in origine il principio attivo.

Per questo motivo circa tre anni fa, Novo Nordisk ha fatto domanda di autorizzazione per un nuovo farmaco che si chiama Wegovy e che è sostanzialmente l’Ozempic ma con un dosaggio più alto e realizzato appositamente come rimedio contro l’obesità.

Il farmaco è stato autorizzato negli Stati Uniti nel 2021 e all’inizio del 2022 nell’Unione Europea. Nel 2013 ha vinto il premio “Breakthrough of thè Year” (svolta dell’anno) assegnato da “Science“, una delle riviste scientifiche più famose al mondo.

Cerchiamo ora di conoscere meglio la semaglutide e i farmaci della classe a cui appartiene (dal semaglutide al tirzepatide: gli agonisti GLP-1). Si tratta di farmaci chiamati “agonisti del recettore per l’ormone GLP-1″ (o agonisti GLP- 1R), che aiutano i soggetti sovrappeso/obesi a perdere tra il 15% e il 20% del loro peso corporeo e a ridurre il rischio di problemi cardiaci.

UTILIZZO

Sono disponibili sotto forma di soluzione iniettabile in penna preriempita e possono essere ottenuti soltanto con prescrizione medica. L’iniezione viene effettuata sotto la pelle dell’addome, della coscia o della parte superiore del braccio. La dose raccomandata di Semaglutide è di 0,25 mg una volta alla settimana. Dopo quattro settimane, la dose dovrebbe essere aumentata a 0,5 mg. Se necessario, può essere ulteriormente aumentata fino a un massimo di 1 mg una volta alla settimana.

RISCHI ASSOCIATI

Gli effetti indesiderati più comuni (che possono riguardare più di 1 persona su 10) sono problemi dell’apparato digestivo, quali diarrea, vomito e nausea (sensazione di malessere), capogiri o svenimenti. Questi effetti sono in genere di entità lieve o moderata e di breve durata. È comune (può interessare fino a 1 persona su 10) un grave peggioramento della retinopatia diabetica (danno alla retina, la membrana fotosensibile presente nella parte posteriore dell’occhio). In rari casi può portare alla pancreatite.

TIPI

Il più popolare è il:

  • Semaglutide (OZEMPIC – WEGOVY)

disponibili in formulazione iniettabile per via sottocutanea ad intervalli settimanali, ma esiste anche una versione per somministrazione orale (Rybelsus 3-7-14 mg).

Dosaggio:

OZEMPIC (semaglutide) – Novo Nordisk:

o 1 – 4 settimana 0,25 mg
o Settimane 5-8 0,5 mg o dalla 9°in poi, 1mg.

WEGOVY – Novo Nordisk:

o 1 – 4 settimana 0,25 mg
o Settimane 5-8 0,5 mg o Dalla 9° alla 12 1 mg
o Settimane 13-16 1,7 mg
o dalla settimana 17 2,4 mg

Gli altri tipi sono:

  • Dulaglutide (TRULICITY)
  • Lixisenatide (ADLYXIN)
  • Liraglutide (SAXENDA)
  • Exenatide (BYETTA)

Dosaggio:

questi si iniettano quotidianamente.

Ultimo uscito:

  • Tirzepatide (MOUNJIARO – ZEPBOUND)

Dosaggio:

sempre per iniezione settimanale, vari dosaggi:

o 1 – 4 settima. 5 mg
o dalla 5° in poi settimane 10 mg

Arriveranno poi i 10 e 15 mg (non ancora disponibili in Italia).

MOUNJARO – ZEPBOUND

Il MOUNJARO contiene, oltre alla semaglutide, anche la molecola tirzepatide che blocca il recettore H del polipeptide insulino gastrico (GIP): quindi doppio agonista GLP-1 RA/polipeptide inibitore gastrico (GIP). Il blocco del recettore del GIP fa ridurre l’assunzione di cibo, dando un senso di pienezza e sazietà.

Secondo i risultati di uno studio recentemente pubblicato su “JAMA Internal Medicine”, persone con sovrappeso o obesità trattati con tirzepatide ottengono più facilmente una perdita di peso clinicamente significativa e maggiori riduzioni del peso corporeo rispetto a quelle trattate con semaglutide, indipendentemente dalla presenza di diabete di tipo 2.

Con l’approvazione di MOUNJARO/Zepbound da parte della FDA, ora i pazienti che cercano di perdere peso avranno un’altra opzione.

Come Ozempic e Wegovy, anche Zepbound viene inizialmente somministrato a basse dosi e aumentato gradualmente.

Stando a quanto dichiarato da Eli Lilly, l’autorizzazione di Zepbound si basa su alcuni studi condotti dall’azienda su 2.539 adulti con obesità o sovrappeso e problemi medici legati al peso diversi dal diabete. In questi studi, dopo 72 settimane le persone che assumevano Zepbound e che avevano apportato modifiche alla dieta e all’esercizio fisico hanno registrato una sostanziale perdita di peso.

Con una dose più alta del farmaco, 15 milligrammi, le persone che assumevano Zepbound hanno perso in media circa 21 chilogrammi, rispetto ai 15 chili in meno riportati dai pazienti che hanno assunto la dose più bassa da 5 milligrammi. I partecipanti allo studio a cui è stato somministrato un placebo hanno perso in media sette chili.

Secondo Eli Lilly, un paziente su tre che ha assunto la dose più alta Zepbound ha perso oltre 26 chili, pari al 25 per cento del proprio peso corporeo, rispetto all’1,5% del gruppo a cui è stato dato il placebo. Il peso medio iniziale dei volontari che hanno partecipato allo studio erano di circa 104 chili. La casa farmaceutica ha anche comunicato che alcune persone che hanno assunto Zepbound hanno riportato reazioni a livello gastrointestinale, tra cui nausea, diarrea, vomito, costipazione o dolore addominale.

03Mar

TÈ VERDE E TÈ BANCHA

Il tè è l’elisir della vita”. – Eisai, Kissa Yojoki

PROPRIETÀ BENEFICHE DEL TÈ VERDE

Il tè verde contiene notevoli quantità di polifenoli, cui appartengono il gruppo delle catechine, sostanze particolarmente attive contro i tumori. Tra queste, l’epigallocatechina gallato si è dimostrata quella più interessante.

Numerosi studi epidemiologici, soprattutto condotti in Giappone, suggeriscono che bere tè verde tutti i giorni può contribuire a prevenire i tumori, soprattutto quelli del tratto gastrointestinale, dei polmoni e del seno. Tuttavia non tutti gli studi sono giunti ancora a conclusioni. In generale, però, i dati epidemiologici dicono che nelle società dove si consuma regolarmente tè, la frequenza dei tumori è sensibilmente inferiore.

In particolare, alcuni studi hanno evidenziato che:

  • il consumo di 8g al giorno di tè verde riduce del 60% il rischio di tumori;
  • alti livelli di polifenoli nel sangue sono associati ad una ridotta incidenza di cancro dello stomaco e dell’esofago, in particolare tra i non fumatori e i non bevitori, ma ancor più tra coloro con deficit relativo di caroteni;
  • 3-5 tazze al giorno di tè possono ridurre le recidive di tumore alla mammella;
  • la somministrazione di catechine (600mg/die) riduce l’incidenza del cancro alla prostata;
  • l’epigallocatechina gallato protegge da iniziazione, promozione e progressione tumorale in modelli animali di tumore alla pelle;
  • il consumo di tè verde ha un effetto protettivo sulla formazione di lesioni precancerose del colon (polipi) e dello stomaco (gastrite cronica atrofica);
  • il consumo di tè verde a dosi elevate (più di tre tazze al giorno) conferisce protezione dai carginogeni del tabacco.

In generale, emerge che la protezione antitumorale si ottiene con dosaggi sostenuti di tè, pari a 4-6 tazze al giorno o più. Personalmente, raccomando il consumo di tè coltivato biologicamente, dato che nel tè verde commerciale sono stati riscontrati alti livelli di pesticidi. Altro piccolo problema è che il tè verde provoca stitichezza e quindi non va bene per tutti. Per minimizzare questo effetto, alcuni suggeriscono di lasciare in infusione il tè per non più di due minuti.

Bibliografia:

(Valussi M Derivati vegetali e loro ruolo nella modificazione e prevenzione dei processi di tumorogenesi. Med Nat gennaio 2009)

Il tè verde potrebbe essere la più potente di tutte le fonti antiossidanti in quanto contiene polifenoli che eliminano i radicali liberi. Una presentazione del 1997 della ricerca dell’Università del Kansas all’incontro nazionale dell’American Chemical Society, ha rilevato che gli antiossidanti nel tè verde, chiamati catechine (un fenolo), sono più di 100 volte più efficaci nel neutralizzare i radicali liberi rispetto alla vitamina C e 25 volte più potenti della vitamina E.” – Anthony Youn, The Age Fix: A Leading Plastic Surgeon Reveals How to Really Look 10 Years Younger

BENEFICI DEL TÈ BANCHA

Letteralmente significa “tè comune” (ordinario): è un tè verde di provenienza nipponica che si produce dalle foglie colte nell’ultimo raccolto che si fa con le piante di tè, che avviene normalmente in ottobre.

Il bancha è il tè verde di cui fanno comune uso i giapponesi. Le foglie sono raccolte dalla pianta comune da cui si ricava il the verde, ma questa operazione viene fatta nel periodo più tardivo, quando la pianta sta per esaurire il suo ciclo produttivo, conferendo (solo teoricamente) al the bancha una qualità minore rispetto a quella usata per il tè verde (con raccolto tempestivo, spesso uno dei primi).

Ha un sapore delicato e unico, con un marcato odore di paglia.

Il tè Bancha, venduto nella classica forma di filtro, conferma il piacere di un buon tè verde con le proprietà benefiche della bevanda segreta di longevità del popolo giapponese e cinese.

Questa variante di tè ha un’elevata capacità di attivare il metabolismo del fegato con effetti altamente depurativi. Grazie alla sua minor quantità di teina, il tè Bancha può essere bevuto anche a pranzo al posto dell’acqua.

La dieta Macrobiotica indica proprio questa bevanda come sostitutivo dell’acqua normale, e che ben si sposa anche con la nostra dieta mediterranea.

Definito anche “tè di tre anni” perché è costituito da foglie rimaste sulla pianta tre anni. E’ un prodotto deteinato naturalmente ed è privo di coloranti o prodotti chimici.

Si distingue in due varietà:

  • Hojicha, composto dalle foglie più grosse dell’arbusto, con pochissima teina;
  • Kukicha, costituito dai rametti della pianta, praticamente privo di teina, è quest’ultimo il più indicato per uso curativo.

Entrambi hanno proprietà diuretiche, ipoglicemizzanti e depurative del sangue, sono ricchi di antiossidanti, ottimi per la vista, ossa e proteggono i denti da carie e batteri.

Entrambi hanno un sapore delicato e legnoso molto gradevole, da assaporarsi con o senza zucchero. Si possono ottenere gradevoli sfumature di sapore miscelandolo, durante l’infusione, con semi di anice, meglio se anice stellato, radice di liquirizia (purché non vi sia ipertensione), scorza di limone, menta, cannella o cardamomo. La quantità di aromatizzante da aggiungere dipende ovviamente dai gusti, ma è sempre meglio non eccedere, soprattutto con l’anice stellato che, in grandi quantità, può diventare tossico.

COME PREPARARE IL MIGLIOR TÈ BANCHA

La preparazione è diversa da hojicha a kukicha. Nel primo caso le foglie vanno messe in infusione per circa 4-5 minuti in acqua a circa 80°, nel secondo i rametti di tè vanno bolliti per circa dieci minuti.

Come nel caso del tè verde, scaldare l’acqua senza portarla ad ebollizione. Versare l’acqua bollente in una tazza e successivamente adagiare il filtro del Bancha dentro la tazza. Non bere finché non diventa tiepido (le bevande troppo calde fanno male all’esofago). Il tè Bancha, come il tè verde, non richiede dolcificanti. Se proprio si vuole dolcificare, usare del miele biologico o un dolcificante naturale come l’eritritolo.

02Mar

CONSIGLI UTILI PER GENITORI CONSAPEVOLI

È più facile costruire bambini forti che riparare uomini rotti”. – Frederick Douglass

10 REGOLE DI “EDUCAZIONE ALIMENTARE” PER I PROPRI FIGLI

1) IL CIBO NON VA USATO  NE’ COME PREMIO NE’ COME PUNIZIONE

Mai usare il cibo per punire (il fatidico “a letto senza cena”),  o premiare  (“se fai il bravo ti do una caramella“).

2) VIA DAL FRIGO LE TENTAZIONI

Svuotare dispensa e frigo da patatine, merendine, succhi, cioccolata. Via libera a frutta fresca, yogurt (meglio vegetale), tè, fette biscottate (meglio integrali o gluten free).

3) UN MOMENTO PER CHIACCHIERARE

Il pasto sia una pausa per parlare (se invece si guarda la tv non ci si accorge di quanto e cosa si mangia).

4) MANGIARE PIANO A SAZIETÀ

Evitare che il bimbo mangi troppo in fretta, così facendo non si sazierà mai e dopo una merendina ne vorrà un’altra.

5) PIATTI FATTI IN CASA E SEMPLICI

Preferire cibi fatti in casa a quelli confezionati ed eliminare i piatti elaborati e con troppi condimenti.

6) FIN DA PICCOLI TANTA VERDURA

Riabilitare le verdure, crude o cotte; riempiono lo stomaco e rallentano l’assimilazione delle sostanze ingerite.

7) LA TELEVISIONE, CHE NOIA

Ridurre il tempo dedicato alla televisione e al computer a favore di attività più dinamiche e sociali.

8) MUOVERSI IL PIÙ POSSIBILE

Spronare il bambino a camminare, fare sport e salire le scale, invece di prendere l’ascensore.

9) MODERARE LE QUANTITÀ

Gradualmente ridurre le quantità di cibo nel piatto e i fuori pasto. E utile ridurre le dimensioni del piatto.

10) NON DIMENTICARE LA BILANCIA

Sottoporre regolarmente il ragazzo in sovrappeso al controllo di peso/altezza.

PERCHÈ È BENE LIMITARE IL SALE NEL BAMBINO

È noto che un’alimentazione troppo ricca di sale non è salutare, potendo determinare, a lungo termine, l’insorgenza di problemi di salute, in particolare di ipertensione arteriosa. Ma non solo. L’eccesso di sale introdotto con la dieta costringe il rene ad un “iperlavoro” e finisce per intaccare la percezione del gusto dei cibi, facendo ingiustamente apparire le pietanze poco salate come “meno gustose”.

Per tutti questi motivi è fondamentale limitare l’introduzione di sale con la dieta. E questo prezioso consiglio vale per gli adulti quanto per i bambini, che dovrebbero essere abituati fin da piccoli a non eccedere con l’introito di sale con l’alimentazione.

Per prima cosa è assolutamente da evitare l’introduzione troppo precoce del sale nella dieta dei più piccoli: al momento dello svezzamento non è indicato aggiungere sale durante la preparazione delle pappe e tale pratica dovrebbe essere evitata almeno fino al compimento del primo anno di vita e preferibilmente anche oltre.

Successivamente, quando l’alimentazione del bambino sarà la medesima dei genitori, è tutta la famiglia che dovrebbe impegnarsi a ridurre l’introito sodico: non aggiungere ulteriore sale ai cibi pronti e serviti nel piatto, preferire il consumo di pane senza sale a quello di focacce, crackers, grissini e altri prodotti da formo generalmente molto salati. Così come è da limitare il consumo di insaccati, snacks e patatine in busta: alimenti troppo salati oltre che troppo ricchi in grassi e nutrizionalmente non adeguati. Via libera invece a frutta e verdura.

Durante la preparazione dei cibi è importante limitare al minimo indispensabile l’utilizzo del sale: il sapore può essere esaltato con l’utilizzo di spezie o erbe aromatiche, che possono essere impiegate in sostituzione del sale.

Le cotture al cartoccio o al vapore, che consentono agli alimenti di cuocere con i loro stessi succhi, andrebbero preferite poiché anch’esse consentono di conferire naturalmente gusto alle preparazioni limitando il ricorso all’aggiunta di sale. Per insaporire un piatto di verdura, preferire l’utilizzo di un filo d’olio extravergine d’oliva. Per l’idratazione, scegliere le acque oligominerali, povere di sodio.

Tutti questi piccoli accorgimenti, da adottare nella vita quotidiana, rappresentano utili strumenti per raggiungere l’obiettivo di limitare l’introito sodico dei bambini, che troppo spesso assumono quantità di sale già eccessive per un soggetto adulto: a giovarne sarà la salute e la capacità di apprezzare il vero sapore delle materie prime utilizzate nella preparazione dei cibi.

(Gianvincenzo Zuccotti)

SETTE REGOLE D’ORO PER EDUCARE I BAMBINI

1) Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.

2) Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.

3) I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.

4) Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.

5) Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.

6) Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.

7) Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.

(Giovanni Bollea, Neuropsichiatra infantile)

27Dic

DISTURBI ALIMENTARI

L’anoressia non è una malattia del corpo, è una malattia della mente”. – Lynn Crilly

DISTURBI ALIMENTARI IN TEMPO DI PANDEMIA

I disturbi del comportamento alimentare non hanno mai a che fare solo con l’estetica: sono la spia di un disagio, una sofferenza, un desiderio di farsi del male, di emergere o nascondersi, insomma, di qualcosa di più profondo e più intimo. Per questo motivo questa tipologia di patologie è multi-sistemica, cioè va affrontata da diversi punti di vista, così come nella presa in carico della persona da curare entrano in gioco diversi professionisti, il nutrizionista, il medico, lo psicoterapeuta o lo psichiatra, che lavorano gomito a gomito.

Durante la pandemia, alcuni di questi disturbi hanno visto una crescita esponenziale.

Oggi 15 marzo, in occasione della giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, ne parliamo con il medico chirurgo e nutrizionista Nicola Villano:

Stando chiusi in casa, con il cibo a portata di mano e soprattutto non dovendo preoccuparsi dello sguardo del mondo in mancanza di relazioni umane, in pieno lockdown, c’è stata un’esplosione di alcuni disturbi alimentari. Un esempio banale è quello della ragazzina che ha preso 5 chili e corre ai ripari con meccanismi malsani come il vomito o l’assunzione di diuretici. Ma, senza arrivare a livelli patologici, diciamo che i problemi di chi aveva un rapporto disturbato con il cibo, in un modo o nell’altro, sono emersi”.

ANORESSIA, BULIMIA, DNS, BED E ORTORESSIA

Siamo tutti un po’ ingrassati, ed ora eccoci qui a piangere lacrime di coccodrillo, a fare digiuni o metterci a dieta. Il problema è che ognuno lo fa a modo suo, sbagliando. Infatti, oltre alle patologie più gravi – quelle che possono portare, in casi estremi, anche alla morte, vale a dire l’anoressia e la bulimia – particolarmente diffuse tra i giovanissimi, esistono altri disturbi, meno noti e molto frequenti anche tra gli adulti. Anzitutto, il Disturbo della Nutrizione Specificato (DNS) che, da innocuo, può sfociare nell’anoressia.

Si comincia a fare una dieta perché non ci si piace, con un’attenzione spasmodica verso il cibo, le calorie, come si possono compensare, il che può diventare una vera e propria ossessione. Questa insoddisfazione, però, in momenti particolari della vita, ad esempio durante l’adolescenza, tra i 12 e i 14 anni, quando il corpo cambia e non si accetta, perché c’è una disformia, cioè un’alterazione della propria immagine allo specchio, può trasformarsi in un disturbo vero e proprio. Succede soprattutto alle ragazze: dopo aver fatto una dieta si vedono bene e per piacersi ancora di più mangiano sempre meno pur continuando a vedersi grasse”.

Questa è una anoressia di tipo 1, che può facilmente tramutarsi nel livello patologico. Si parla di anoressia di tipo 2, quella più nota, quando si comincia a digiunare ma, poiché il corpo richiede cibo, si compensa con le grandi abbuffate (condotte atipiche) mangiando di tutto, per poi compensare, provocandosi il vomito per il senso di colpa.

Questa fase è già molto grave – racconta l’esperto – nel soggetto in genere, in questa fase, già convivono malnutrizione, esofagite, gastrite, erosione delle gengive e soprattutto l’amenorrea, cioè nelle ragazzine, viene meno la mestruazione. Questo è un segnale quasi inequivocabile, se accompagnato alla dieta, quindi i genitori delle adolescenti devono prestarvi molta attenzione. In questi casi, anche mangiare diventa complicato e si può rischiare il ricovero e, infine, la morte”.

L’anoressia colpisce soprattutto le adolescenti: nella popolazione nazionale, ne soffre circa l’1,5% delle ragazze contro lo 0,5% dei ragazzi. A differenza della sua “sorella gemella”, la bulimia, che invece ha una quasi parità tra maschi e femmine, con una percentuale che si aggira intorno all’1%. Questa malattia può manifestarsi anche più tardi, dopo lo sviluppo.

In entrambi i casi, con il corpo si cerca di dare voce a un disagio, vuoi per un’assenza nella propria vita, vuoi per una voglia di emulare, vuoi per ribellarsi alla figura genitoriale. È importante sensibilizzare e parlarne il più possibile perché le prime antenne devono essere i genitori, che devono prestare attenzione a tutti i segnali e consultare subito un medico se c’è qualcosa di strano”, raccomanda il nutrizionista.

Il bulimico mangia continuamente, fa grandi abbuffate per poi vomitare. I due disturbi sembrano molto simili ma agiscono in maniera diversa” – sottolinea Villano – “Chi soffre di bulimiasi nasconde molto bene in quanto non ha né l’atteggiamento né il fisico dell’anoressico, quindi può andare avanti per molto tempo prima che la patologia si manifesti del tutto. Un segnale importante è l’uso costante di farmaci, come lassativi e diuretici, indurre il vomito e una attività fisica eccessiva, che dovrebbe servire a compensare l’accumulo di calorie”.

In queste malattie, la persona è ossessionata dal controllo, calcola le calorie, le ore di sonno, per far “quadrare tutti i conti”.

Un altro disturbo poco conosciuto ma diffusissimo negli adulti è il Binge Eating Disorder (BED), ovvero la tendenza a mangiare cibo spazzatura.

Riguarda quelle persone che sembrano avere una condotta alimentare corretta di giorno ma che di sera mangiano malissimo. L’educazione a non mangiare cibo spazzatura deve cominciare dall’età pediatrica, ad esempio, vietando ai bambini le famose merendine, introdotte negli anni ’90. Nel 90% dei casi questo disturbo porta all’obesità, anche quella un modo per nascondersi o autodistruggersi”, dice il dottor Villano.

Legata alla moda del momento e ai fenomeni bio e vegan, vi è l’ortoressia, che ne rappresenta l’estremizzazione, ovvero la ricerca spasmodica di cibi BIO, della loro tracciabilità, perché sia tutto naturale e non ci siano sostanze chimiche e che, a lungo andare, può di fatto trasformarsi in anoressia.

Si tratta di una forma di automedicazione narcisistica in cui si calcola tutto per cui finisci per non mangiare perché non ti fidi più di quello che compri, quello che cucinano i tuoi amici o il ristorante”, spiega il nutrizionista.

I CONSIGLI CHE VALGONO SEMPRE, DENTRO O FUORI LA PANDEMIA

La cosa importante, secondo Nicola Villano, è nutrirsi sempre con equilibrio e con un certo ritmo, perché è importante mangiare gli alimenti giusti e nella giusta proporzione.

No ai digiuni, soprattutto a quelli autoimposti o riparatori. L’organismo ha bisogno di tutto, la dieta è uno strumento per dare armonia al corpo come si dà il ritmo ad un’orchestra”.

27Dic

SENOLITICI, COME INVERTIRE LA CURVA DELLA VECCHIAIA

il cibo può guarire e rinnovare. Il cibo può essere la tua medicina anti-invecchiamento”. – Deepak Chopra

SENESCENZA CELLULARE

Le cellule (purtroppo) invecchiano, in quanto tutte le cellule hanno una durata limitata. Quando una cellula giunge alla fine della vita, procede alla sua autodistruzione, in modo da non ingombrare inutilmente l’organismo. Questo processo naturale è chiamato apoptosi.

Tuttavia, accade che alcune cellule alla fine della loro vita non entrino nella fase di morte cellulare. Queste cellule, denominate senescenti o senili, continuano a vagare all’interno dell’organismo. All’inizio le nostre difese immunitarie riescono ad eliminarle, ma nel tempo le cellule senescenti finiscono per accumularsi e sopraffare il sistema immunitario, che diventa incapace di sbarazzarsene.

Questo accumulo di cellule senescenti all’interno dell’organismo finisce per causare molti danni: intossicazione delle cellule vicine, secrezione di molecole infiammatorie e accumulo dannoso all’interno dei tessuti e degli organi.

La perdita di elasticità, di spessore e di luminosità della pelle, ad esempio, è in gran parte causata dalle cellule senescenti che si accumulano nel corso del tempo. Pertanto, molti ricercatori ritengono che la senescenza cellulare svolgerebbe un ruolo chiave nell’invecchiamento e in tutti i disturbi legati all’età.

Questa infiammazione cronica sistemica che producono le cellule senescenti, compromette la capacità rigenerativa delle cellule staminali e aumenta di conseguenza il rischio di sviluppare diverse patologie età-correlate.

La normale senescenza cellulare è correlata anche a:

  • accorciamento dei telomeri;
  • danni al DNA;
  • glicemia alta e glicazione proteica;
  • aumento delle specie reattive dell’ossigeno (stress ossidativo);
  • aggregazione proteica, favorita dall’iperglicemia e dallo stress ossidativo.

Questi eventi dipendono soprattutto da fattori interni all’organismo, tuttavia, possono essere accelerati o rallentati da fattori ambientali (dieta sbagliata, attività fisica, stress, inquinamento, fumo, esposizione solare, ecc.).

COSA SONO I SENOLITICI

Un senolitico (letteralmente distruttore della senescenza) è una molecola, naturale o sintetica, in grado di indurre selettivamente la morte delle cellule invecchiate (inducendo una apoptosi selettiva). Grazie a queste proprietà, i senolitici possono migliorare la salute negli esseri umani ritardando, prevenendo, alleviando o invertendo le malattie legate all’età.

Gli agenti senolitici possono prendere di mira le cellule senescenti attraverso approcci genetici o farmacologici.

COME PULIRE L’ORGANISMO DALLE CELLULE SENESCENTI?

Innanzitutto è necessario adottare uno stile di vita ragionevole:

  • seguire una dieta equilibrata e varia;
  • dormire a sufficienza;
  • praticare regolarmente attività fisica.

Tutti questi suggerimenti, semplici ma funzionali, aiuteranno a migliorare la tua immunità e a facilitare l’eliminazione di queste cellule “zombie”.

Oltre a questi accorgimenti, è tuttavia importante optare per l’assunzione di sostanze denominate senolitici. I senolitici segnano infatti una vera svolta nella lotta contro l’invecchiamento.

Diversi studi scientifici hanno mostrato che l’assunzione di senolitici aiuta ad accelerare l’eliminazione delle cellule senescenti e quindi ad invertire il processo di invecchiamento.

SENOLITICI NELLA DIETA

La ricerca sui senolitici si è prevalentemente rivolta verso sostanze naturali contenute in alcuni cibi con azioni antiossidanti e antinfiammatorie. Tra queste si annoverano diversi polifenoli, da sempre studiati come molecole anti-senescenza.

Diamo un’occhiata a queste sostanze senolitiche:

  • Quercetina

La quercetina è un antiossidante con proprietà senolitiche. È un flavonolo (quindi appartiene alla famiglia dei flavonoidi e al più grande gruppo dei polifenoli). Si trova in molti frutti, verdure, foglie, semi e cereali.

Capperi, cipolle rosse e cavoli sono alimenti comuni ricchi di quercetina. Ha un sapore amaro e viene usata come ingrediente antiossidante e immunoprotettivo in integratori alimentari, bevande e alimenti.

  • Fisetina

La fisetina è un eccezionale senolitico naturale. È un flavonolo strutturalmente e funzionalmente correlato alla quercetina. La si trova in molte piante, dove funge da colorante giallo/ocra. Questo composto si trova in alcuni alberi, come l’acacia e il cipresso di Nootka.

Le fonti alimentari di fisetina includono molti frutti e verdure, come fragole, mele, cachi, cipolle e cetrioli.

La fisetina ha attività sia senolitica che senomorfica, a seconda del tipo di cellula.

Diversi studi hanno mostrato che la fisetina potrebbe promuovere efficacemente l’eliminazione delle cellule senescenti.

Occorre notare che la fisetina sarebbe anche un potente mimetico della restrizione calorica, in grado quindi di attivare l’autofagia (il meccanismo che elimina gli elementi tossici immagazzinati nelle cellule).

La sua natura idrofoba gli consente di penetrare facilmente nelle cellule attraverso la membrana cellulare. Favorisce, inoltre, l’autodistruzione delle cellule anomale (come le cellule senescenti) attivando diverse proteine caratteristiche.

Una delle sue particolarità è la riduzione della frazione delle cellule senescenti dell’immunità (linfociti T e NK), il che permette di amplificare il suo effetto benefico in quanto le cellule immunitarie sono importanti per eliminare le cellule senescenti.

Inoltre, inibisce l’attività di diverse citochine infiammatorie come TNFa, IL-6 e il fattore di trascrizione NF-Κb e presenta degli effetti anti-iperlipidemici.

  • Luteolina e Curcumina

La luteolina è un altro flavonoide di colore giallo, che si ottiene dalla pianta guaderella (Reseda luteola).

Le fonti alimentari includono sedano, broccoli, carciofi, peperone verde, prezzemolo, timo, dente di leone, perilla, camomilla, carote, olio d’oliva, menta piperita, rosmarino, arance e origano.

La curcumina è una sostanza giallo brillante estratta dalle piante della specie curcuma longa. Viene usata come spezia, colorante alimentare e integratore ad azione antiossidante e antinfiammatoria.

Recenti screening sui flavonoidi hanno mostrato che fisetina, curcumina e luteolina esibiscono un’attività senoterapeutica più potente della quercetina. Tra questi, la fisetina sembra essere il senolitico più potente.

  • Teaflavina

La teaflavina, un polifenolo del tè nero, è riconosciuta come un composto senolitico di riferimento, per smontare il meccanismo che le cellule senescenti utilizzano per resistere alla morte programmata.

  • Piperlongumina

La piperlongumina è un alcaloide che abbonda nel frutto della pianta Piper longum, usato in modo simile al pepe nero come spezia e condimento.

La piperlongumina provoca l’uccisione selettiva delle cellule tumorali inibendo le proteine di risposta allo stress ossidativo, che sono importanti per la sopravvivenza delle cellule tumorali sotto livelli elevati di specie reattive dell’ossigeno (ROS).

Sempre nel corso di studi preliminari, la piperlongumina ha dimostrato di poter uccidere preferenzialmente anche le cellule senescenti. Inoltre, diversi suoi derivati esibiscono un potenziale senolitico.

  • Restrizione calorica

La restrizione calorica ha dimostrato di aumentare la durata della salute e della vita, diminuendo l’accumulo di cellule con fenotipo pro-infiammatorio.

In genere, questa dieta prevede un taglio delle calorie del 20-40% rispetto al fabbisogno, senza tuttavia causare malnutrizione. Pertanto, un adulto con un fabbisogno calorico di 2.000 Kcal/die dovrebbe assumere, con questa dieta, tra le 1.200 e 1.600 calorie (Kcal) al giorno.

I ricercatori hanno scoperto che le scimmie che hanno seguito una dieta ipocalorica (restrizione del 30% rispetto al fabbisogno) vivevano molto più a lungo di quelle che seguivano una dieta regolare.

In un altro studio, 6 mesi di restrizione calorica (-25% come obiettivo) hanno ridotto i livelli di insulina a digiuno e la temperatura corporea negli adulti in sovrappeso.

Prolungando la restrizione per 24 mesi (-11,9% reale in media), si sono ottenuti miglioramenti nei biomarcatori legati all’invecchiamento senza influire negativamente sugli esiti psicologici o comportamentali.

Un altro studio ha indicato che 12 settimane di restrizione calorica hanno migliorato la salute cardiometabolica negli adulti sedentari con obesità e di età superiore ai 65 anni.

  • Farmaci Senolitici

Sebbene non siano al centro di questo argomento, vale la pena ricordare che diversi farmaci senomorfici/senostatici hanno potenziali applicazioni cliniche.

La rapamicina, un immunosoppressore, diminuisce il fenotipo secretorio pro infiammatorio e mantiene l’arresto del ciclo cellulare ma non uccide le cellule senescenti.

Inoltre, la metformina, un farmaco ampiamente utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, limita l’attivazione di NF-b, riducendo così l’infiammazione cronica.

  • Metformina

La Metformina è il farmaco più comunemente prescritto per il trattamento del diabete di tipo 2 che, agendo a livello epatico, diminuisce la produzione di glucosio e contribuisce all’abbassamento della glicemia.

Recentemente questa sostanza ha dimostrato di essere utile anche nel trattamento di altre patologie e di avere anche effetto anti-aging. Si tratta della versione sintetica di un estratto derivato dalla Galega officinalis conosciuta anche come lilla francese o ruta di capra, che fin dal Medioevo è nota per le sue proprietà curative.

La galega ha infatti azione:

  • ipoglicemizzante, consente quindi di tenere a bada la glicemia in caso ad esempio di diabete in forma leggera;
  • depurativa e diuretica, stimola la diuresi e in questo modo favorisce l’eliminazione delle tossine dall’organismo.

Nel corso del tempo, però, oltre all’effetto ipoglicemizzante, la metformina ha mostrato avere altri “effetti collaterali” positivi. In particolare, si è notato che i pazienti che assumevano metformina per un lungo periodo, nonostante fossero diabetici e quindi a più alto rischio di malattie cardiovascolari e di tutte le patologie connesse all’obesità, sembravano aver sviluppato un minor numero di malattie legate all’invecchiamento e di avere un tasso di mortalità inferiore rispetto, non solo a quello dei diabetici che prendono farmaci ipoglicemizzanti diversi dalla metformina, ma addirittura delle persone che avevano la stessa età e non erano diabetiche.

Tra i vari dati il più sorprendente è quello relativo al cancro. I pazienti trattati con metformina manifestavano una minore probabilità di contrarre il cancro, fino al 25-40% in meno, rispetto ai diabetici che assumevano altri farmaci, e anche nei casi in cui avessero avuto un cancro, tendevano a sopravvivere più a lungo rispetto agli altri diabetici ammalati di cancro che stavano assumendo altri farmaci.

Quando i ricercatori belgi hanno testato la metformina sulle piccole ascaridi C. elegans, i vermi non solo sono invecchiati più lentamente, ma sono anche rimasti sani più a lungo. Essi non risultavano rallentati e non sviluppavano le rughe. I topi trattati con metformina hanno aumentato la loro durata di vita di quasi il 40% e le loro ossa erano più forti.

La Cardiff University ha scoperto che quando i pazienti con diabete hanno assunto metformina nel loro trattamento, hanno vissuto in realtà più a lungo rispetto a coloro che invece non l’avevano asssunta, e che i trattati così sarebbero dovuti morire circa otto anni prima secondo le medie statistiche.

C’è un nuovo studio clinico chiamato TAME (Targeting Aging with Metformin) che sta monitorando l’uso della metformina. Gli scienziati provenienti da una serie d’istituzioni stanno attualmente raccogliendo fondi e reclutando circa 3.000 soggetti tra i 70 e gli 80 anni di età, che hanno già il cancro o che sono anche solamente a rischio di svilupparlo, come anche per le malattie cardiache e la demenza.

Essi sperano di dimostrare che il farmaco rallenti il processo d’invecchiamento e arresti queste malattie.

Effetti collaterali e controindicazioni della metformina:

Gli effetti collaterali più comuni della metformina sono quelli a carico del tratto gastrointestinale quali:

  • diarrea;
  • nausea;
  • dolore di stomaco;
  • riduzione dell’appetito.

Si tratta di disturbi riscontrati in circa il 10% dei soggetti trattati che di solito sono transitori, tempo e dose-dipendenti e più frequenti nei soggetti già affetti da patologie intestinali.

La preoccupazione principale associata alla terapia con metformina, è il rischio di acidosi lattica (un accumulo di acido lattico nel sangue), condizione rara (≤10 casi su 100.000 pazienti trattati per anno), ma potenzialmente a rischio di mortalità. I casi riportati di acidosi lattica, in pazienti trattati con il farmaco, si sono verificati in particolare in pazienti diabetici con una significativa insufficienza renale.

Per tale motivo l’uso della metformina è controindicato in chi soffre di:

  • insufficienza renale cronica;
  • malattie polmonari;
  • patologie a carico del fegato (insufficienza epatica).

Inoltre il trattamento a lungo termine con metformina, aumenta il rischio di carenza di vitamina B12, che porta ad un incremento delle concentrazioni di omocisteina. Pertanto, poiché il deficit di vitamina B12 può essere prevenuto, occorre prendere in considerazione, durante un trattamento a lungo termine con metformina, la regolare misurazione delle concentrazioni di vitamina B12 che va in caso supplementata.

La carenza avviene per l’inibizione che ha la metformina delle cubitine e megaline (proteine trasportatrici della vitamina B12).

  • Berberina

In molti vorrebbero assumere la metformina visti i suoi molteplici effetti positivi, in primis quello dimagrante e anti-age; ragione per cui se ne parla da diversi anni nel mondo dell’anti-invecchiamento, e in molti stanno già assumendola regolarmente, ma, purtroppo, come tutti i farmaci, ha anche gravi effetti collaterali.

C’è tuttavia un’altra sostanza, che essendo un integratore è in libera vendita e non richiede una prescrizione medica (anche se, prima di assumere un qualsiasi integratore, per quanto naturale, raccomando sempre di parlarne con il proprio medico di fiducia).

Questa sostanza è la berberina.

Le due sostanze sono differenti ma molto simili per una serie di effetti che hanno in comune. Infatti, nel mondo dell’anti-invecchiamento, la berberina è considerata come una valida alternativa alla metformina. Lo studio più importante è stato pubblicato nel 2004 su Nature Medicine; successivamente uno studio del 2011 ha messo a confronto berberina e metformina e in questo studio è stato addirittura dimostrato che la berberina ha una capacità maggiore rispetto alla metformina di ridurre il rapporto vita-fianchi, i trigliceridi nel sangue e il colesterolo LDL totale, cioè quello cattivo, e di incrementare il colesterolo HDL, cioè quello buono.

Studi più recenti hanno evidenziato una grande efficacia ipoglicemica, cioè la riduzione dello zucchero nel sangue, in pazienti con diabete mellito di tipo 2; anche in questo caso sembra che la berberina agisca a livello dei recettori, aumentando l’espressione dei recettori per l’insulina, quindi aumenta la sensibilità a questo ormone, e riduce l’insulino resistenza, tipica del diabete.

Il fattore più importante nel contesto anti-age, nonché quello più desiderato, è il fatto che mima la restrizione calorica. Inoltre non causa l’effetto negativo del mancato riassorbimento della vitamina B12 come accade invece se si assume la metformina, quindi tutto sommato sembra che la berberina sia veramente una valida alternativa alla metformina. Se assunta in grandi quantità può causare disturbi gastrointestinali, per quanto riguarda disturbi gravi, invece, sembrano non essercene.

Pare abbia effetti importanti anche per il trattamento dell’Alzheimer, in quanto riesce a rallentarne la progressione o perfino prevenirne l’insorgenza.

 

(In foto: Iris Apfel, modella e icona fashion americana, nata nell’Agosto del 1921. Uno dei suoi segreti è l’integrazione di polvere di curcuma nelle pietanze).

22Dic

NATALE, MANUALE DI SOPRAVVIVENZA

Le persone si preoccupano di ciò che mangiano tra Natale e Capodanno invece di preoccuparsi di ciò che mangiano tra Capodanno e Natale”.

ACCORGIMENTI NATALIZI

Dieta a Natale? Impensabile. Allora la raccomandazione principale, sempre valida, è quella di seguire un’alimentazione bilanciata e corretta il più a lungo possibile prima delle abbuffate natalizie, riservando i cambiamenti esclusivamente alle feste comandate. Se riusciremo ad essere diligenti per tutto il periodo pre-natalizio, non avremo difficoltà ad applicare anche alcuni piccoli consigli per il dopo-feste.

Il miglior regime alimentare da adottare dopo una, o più, abbuffate, deve essere disintossicante, perché l’eccesso di grassi, alcool e zuccheri, provoca uno stato di intossicazione dal quale il nostro organismo fatica a riprendersi, per questo il menù delle “giornate disintossicanti” che vi propongo è integrato da liquidi, in particolare tisane, che sono distribuite durante tutto l’arco della giornata.

Le tisane devono essere disintossicanti, per questo potete scegliere di prepararle a base di bardana, carciofo, zenzero, tarassaco, aloe e cardo mariano.

MENU DISINTOSSICANTE

Regole fondamentali nei 3 giorni disintossicanti:

  • Si usi pochissimo sale grezzo (quasi niente)
  • Consumare non più di 4 cucchiaini di olio extravergine di oliva al giorno.
  • Si dovranno bere minimo 2 litri d’acqua a scelta.
  • Non si assumeranno latte, latticini e formaggi (solo yogurt a colazione).
  • No pane, grissini, freselle, biscotti, ecc.
  • Non si dovrà assumere vino né alcuna bevanda gassata o dolce (neanche bevande light).
  • Tipi di VERDURE da scegliere: tutti i tipi di insalata, pomodori, rape, ravanelli, cavolo, cavolfiore, peperoni, spinaci, funghi, melanzane, zucchine, broccoli, asparagi, carciofi, fagiolini, germogli di soia, rucola, carote crude e sedano (le verdure vanno consumate crude, grigliate, bollite o anche cotte al vapore).
  • Il primo giorno è dedicato all’assunzione di frutta, verdura e legumi, per depurarsi dalle tossine in eccesso e liberare l’intestino dalle scorie, nonché reidratare il corpo.
  • Il secondo giorno è dedicato all’introduzione di cereali (prevalentemente integrali), per poter sostenere l’attività del fegato.
  • Il terzo giorno, invece, si assumeranno solo proteine di origine animale (pesce o pollo o uova) sia a pranzo che a cena, con verdura a piacere per tenere bassa l’insulina.

DIETA

Appena svegli, assumere un bicchiere d’acqua, possibilmente tiepida, con mezzo limone spremuto (solo se non si hanno problemi di gastrite e/o esofagite) ed un pizzico di curcuma.

  • Primo giorno

COLAZIONE: tisana + Yogurt light con fibre
PRANZO: passato di lenticchie + insalata + tisana
SPUNTINO (metà mattina e metà pomeriggio): 8 mandorle o 5 noci + tisana
CENA: minestrone a piacere con semi di lino + tisana

  • Secondo giorno

COLAZIONE: caffè + Yogurt light con fibre
CENA: Riso integrale con olio e limone + tisana
SPUNTINO (metà mattina e metà pomeriggio): 2 frutti + tisana
PRANZO: vellutata di zucchine con un pugnetto di semi di girasole + tisana

  • Terzo Giorno

COLAZIONE: caffè + Yogurt light con fibre
PRANZO: 2 uova a frittata con spinaci + tisana
SPUNTINO (metà mattina e metà pomeriggio): 5 mandorle o 3 noci + tisana
CENA: salmone al forno + rucola + tisana

Prima di andare a dormire assumere un bicchiere d’acqua, possibilmente tiepida, con mezzo limone spremuto (solo se non si hanno problemi di gastrite e/o esofagite) ed un pizzico di bicarbonato.

A questo punto la disintossicazione sarà completata e l’organismo riprenderà a funzionare normalmente.

Dopo aver seguito questa dieta di 3 giorni, vi sentirete sin da subito leggeri con la pancia più sgonfia.

Ovviamente si consiglia, nei giorni a seguire, di ritornare alla propria dieta come da prescrizione.

Buone feste a tutti!

10Dic

DNA E COSMO

“Siamo tutti connessi. Gli uni agli altri, biologicamente. Alla terra, chimicamente. Al resto dell’universo, atomicamente. – Neil DeGrasse Tyson

CORRELAZIONE TRA IL DNA E IL COSMO

Molti maestri spirituali sanno già da tempo che il nostro corpo può essere programmato da lingua, parole e pensieri. Ora questo è stato scientificamente provato. Il DNA umano funziona come una specie di “Internet biologico“, ed è sotto molti aspetti superiore a quello artificiale. Nuove ricerche scientifiche in Russia, direttamente o indirettamente, spiegano fenomeni quali chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e guarigioni a distanza, autoguarigioni, tecniche di affermazione, aloni di luce attorno alle persone e molto altro.

In più si potrebbe affermare una medicina completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con parole e frequenze, SENZA LA NECESSITÀ di prelevare e reintrodurre singoli geni. Soltanto il 10% del nostro DNA serve a produrre le proteine, ed è questo 10% che viene esaminato dai ricercatori occidentali. Il rimanente 90% viene considerato “junk DNA”, DNA spazzatura. Tuttavia i ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90% a caso, hanno esplorato questo 90% del DNA assieme a linguisti e genetisti. I risultati di questa ricerca sono semplicemente rivoluzionari!

Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare. I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico (specialmente il 90% “inutile”) segue le stesse regole di tutte le lingue dell’uomo. A questo scopo, gli studiosi hanno comparato le regole di sintassi (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole base della grammatica. Hanno scoperto che il nostro DNA segue un determinato schema grammaticale. Quindi le lingue dell’uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel DNA.

Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del DNA. In breve sostengono che “i cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico che usa radiazioni laser di DNA endogeno”. Gli studiosi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul DNA, modificando la frequenza di esso e quindi l’informazione genetica stessa. Dato che la struttura base del DNA è uguale alla struttura della lingua, non è necessaria alcuna codifica del DNA. Si possono semplicemente usare parole e frasi della lingua umana! Anche questo è stato provato scientificamente.

La sostanza del DNA (nel tessuto vivo, non in provetta) reagirà sempre a questi raggi modulati e addirittura alle onde radio, se vengono utilizzate le frequenze giuste. Questo spiega perché tecniche come affermazioni, ipnosi e simili hanno un effetto così forte sugli uomini e il loro corpo: per il nostro DNA reagire al linguaggio è perfettamente naturale. Mentre i ricercatori occidentali prelevano singoli geni dalle eliche del DNA e li inseriscono altrove, i russi hanno creato un mezzo per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e di onde radio, riparando i difetti genetici. Gli studiosi hanno addirittura catturato uno schema di informazioni di un DNA particolare e lo hanno trasmesso a un altro, riprogrammando le cellule. In questo modo hanno trasformato, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo informazioni di DNA! Così le informazioni sono state trasmesse senza gli effetti collaterali che possono manifestarsi quando si prelevano e reinseriscono dei singoli geni dal DNA.

Quindi è stato provato ciò che i maestri spirituali sanno già da tempo. Ovviamente la frequenza utilizzata deve essere quella giusta. Per questo motivo non tutti otteniamo lo stesso successo. Ogni individuo deve lavorare sul proprio processo e sviluppo interiore per stabilire una comunicazione conscia con il DNA. Maggiore sarà alta la consapevolezza di un individuo, minore sarà la necessità di un congegno, e si potranno ottenere questi risultati da soli. La scienza finalmente finirà di prendersi gioco di queste idee e confermerà e spiegherà questi risultati. E non finisce qui.

I ricercatori russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze in un vuoto, producendo un “tunnel spaziale”! Questi tunnel sono l’equivalente microscopico dei cosiddetti “ponti Einstein-Rosen” in prossimità di buchi neri (lasciati da stelle estinte). Sono dei collegamenti tra aree completamente diverse nell’universo, attraverso i quali si può trasmettere al di fuori di spazio e tempo. Il DNA attrae questi pezzi d’informazione e li trasmette alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione (telepatia, channeling) è più efficace in uno stato di rilassamento. Stress, preoccupazione o un cervello troppo attivo rendono inefficace l’ipercomunicazione facendo si che le informazioni trasmesse saranno completamente distorte e inutili.

Un esempio di ipercomunicazione lo troviamo, per esempio, nel mondo degli insetti. Quando la regina di un formicaio viene separata dalla sua colonia, le formiche lavoratrici continuano il loro lavoro secondo un piano preciso. Ma se la regina muore, tutte finiscono di lavorare; nessuna formica sa più cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i suoi “piani di costruzione” seppur distante, attraverso la coscienza di gruppo dei suoi sudditi. L’importante è che sia viva. Negli uomini, spesso si ha un fenomeno di ipercomunicazione quando improvvisamente si trova l’accesso a informazioni al di fuori della propria conoscenza. Questa ipercomunicazione viene vissuta come ispirazione, intuizione o trance. Il compositore Giuseppe Tartini, per esempio, una notte sognò il diavolo seduto accanto il suo letto che suonava il violino. La mattina successiva Tartini fu in grado di ricordarsi esattamente lo spartito e scriverlo: ne risultò la sonata “Il trillo del diavolo”. (Vedi il video qui: http://www.youtube.com/watch?v=SGpjhmOqTBM ).

Un infermiere 42enne per molti anni sognò una situazione nella quale era collegato a una specie di enciclopedia sotto forma di CD-Rom. In quei sogni gli venivano trasmesse delle conoscenze di ogni genere, e la mattina seguente era in grado di ricordare tutto. Gli arrivò un flusso enorme di informazioni, e sognava per lo più dettagli tecnici che erano al di fuori della sua conoscenza. Quando vi sono questi casi di ipercomunicazione, si possono osservare dei fenomeni sovrannaturali nel DNA. Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l’energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare attraverso i tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA. Gli effetti collaterali più frequenti nell’ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve, l’apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.

Grazyna Gosar e Franz Bludorf nel loro libro “Vernetzte Intelligenz” spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati, come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l’ipercomunicazione. Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.

Senza un’individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali. L’ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa. I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare la realtà sulla terra, come fossero Dio! E l’umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva.

Il tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da un solo individuo, ma l’impresa potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p.e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il clima. Una civiltà moderna che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né di inquinamento ambientale, né di risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare automaticamente e in modo naturale l’energia del pianeta.

Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza. Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.

Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s’innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri.

Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato, di fronte a questi fenomeni luminosi, si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà. Anche la scienza “ufficiale” conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, al sud di Roma.

L’articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com (Kontext – Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori.

Tutte le informazioni sono tratte dal libro “Vernetzte Intelligenz” di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, ISBN 3930243237.

20Nov

PENSIERI VEGETARIANI

”La crudeltà verso gli animali è il tirocinio della crudeltà verso gli uomini.” – Orazio

PENSIERI SULLA DIETA VEGETARIANA

Prestate attenzione a questi pensieri di persone straordinarie, riguardo il rapporto uomo-animali. Il vegetarianesimo è difficile, ma dovremmo iniziare a pensarci.

AFORISMI E PENSIERI

“Verrà un tempo in cui gli esseri umani si accontenteranno di una alimentazione tutta vegetale e si considererà l’uccisione di un animale come un crimine, uguale come l’assassinio di un essere umano. Verrà un giorno in cui uomini come me, vedranno l’uccisione di un animale come ora vedono quella di un uomo. L’uomo è veramente il re degli animali, ma la sua brutalità supera quella delle bestie. Viviamo per la morte degli altri. Siamo tutti dei cimiteri viventi”. Leonardo Da Vinci

“Sento che anche il progresso spirituale ci richiede che smettiamo di uccidere e mangiare gli altri esseri viventi, e questo solo per soddisfare i nostri perversi e sensuali appetiti. La supremazia dell’uomo sugli animali dovrebbe essere dimostrata non solo vergognandoci del barbaro costume di ucciderli e divorarli, ma prendendoci cura di loro, proteggendoli  e amandoli. Non mangiare carne costituisce, senza dubbio, una grande aiuto per l’evoluzione e la pace del nostro spirito “. Mahatma Gandhi

“Finché noi siamo delle tombe viventi di bestie assassinate, come possiamo aspettarci condizioni ideali su questa terra?”. ”La Domenica noi preghiamo chiedendo che la Luce illumini il nostro cammino. Siamo stanchi di guerre, non desideriamo più combattimenti, ma tuttavia, abbiamo ancora le gole piene di corpi morti di animali”. George Bernard Shaw

“Amate tutti gli esseri viventi, e pacificate i  vostri spiriti smettendo di uccidere e mangiare gli animali; ecco la vera prova della religiosità, perché il vero saggio non solo non ucciderà e non  mangerà nessuna creatura vivente, ma amerà, conserverà e potenzierà la vita in tutte le sue manifestazioni.” Buddha

“Come potete uccidere e divorare spietatamente quelle creature adorabili che  devotamente e amorevolmente vi offrono il loro aiuto, amicizia e compagnia?” San Francesco d’Assisi

“Una mucca o una pecora che giacciono morte in un campo sono considerate carogne. Lo stesso cadavere esposto sul banco di una macelleria è considerato cibo.” Dr. John H. Kellogg

“Fino a che gli uomini continuano a massacrare  i loro fratelli animali, continuerà a regnare sulla terra  la guerra e la sofferenza, e gli uomini continueranno a uccidersi a vicenda, poiché  chi semina dolore e morte, non potrà raccogliere né la gioia, né la pace, né l’amore”. Pitagora

“Non dimenticare che per quanto lontano e nascosto possa essere il macello, tu che  mangi carne  sarai sempre  suo complice.” Ralph Waldo Emerson

“Se un uomo aspira sinceramente a vivere una vita più amorevole e spirituale, la sua prima decisione dovrebbe essere quella di astenersi dal mangiare carne.” Lev Tolstoj

“Non permettete a nessuno di dimenticare il peso delle sue responsabilità. Fino a che molti animali continuano ad essere maltrattati, fino a che i lamenti degli animali assetati condotti in putridi carri merci si ammutoliscono, fino a che tanta brutalità  prevale nei nostri macelli, tutti noi saremo colpevoli. Ogni cosa che vive ha valore come un essere vivente, ed ha diritto alla vita, come una delle tante manifestazioni del mistero della vita”. Albert Schweitzer. (Premio Nobel per la Pace)

“Mi rifiuto di digerire l’agonia”. Marguerite Yourcenar

“Continuo a mantenere la stessa opinione ora come allora. Per me, la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Non sarei disposto a toglier la vita ad un agnello, nell’interesse del corpo umano. Penso che, quanto più indifesa è una creatura, tanto più merita di essere protetta dall’uomo di fronte alla crudeltà dell’uomo“. Mahatma Gandhi

“Gli animali sono miei amici e io non mangio i miei amici. La domenica andiamo in chiesa e preghiamo per avere più amore e più pace, e usciti dalla chiesa ci ingozziamo dei cadaveri dei nostri fratelli animali”. George Bernard Shaw

“Se qualcuno mi dicesse che morirò se non prendo del brodo di manzo o mangio carne di agnello, anche su consiglio medico, piuttosto preferirei morire. Questa è la base del mio vegetarianismo. Per me è stata una grande scoperta nella mia ricerca della verità“. Mahatma Gandhi

Se qualcuno vuole salvare il pianeta, tutto ciò che deve fare è smettere di mangiare carne. Questa è la cosa più importante che puoi fare. Quando ci pensi, è una cosa meravigliosa. Il vegetarianismo si occupa di molte cose contemporaneamente: ecologia, fame, crudeltà, ed è qualcosa di spirituale per noi stessi. Facciamolo!“ Paul McCartney

“Niente beneficerà di più la salute umana e incrementerà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra, come l’evoluzione verso una dieta vegetariana”. Albert Einstein

“La classificazione delle forme, funzioni organiche,  costumi e  diete hanno dimostrato in modo evidente che l’alimento normale per l’uomo è vegetale come per gli antropoidi e le scimmie, e che i nostri denti canini sono molto meno sviluppati di quelli degli animali carnivori. Noi non siamo destinati a competere con le belve selvagge o gli animali carnivori”. Charles Darwin

Uccidendo animali allo scopo di ricavarne cibo, l’essere umano sopprime i più alti sentimenti spirituali di sé, cioè la compassione e la pietà per altri esseri viventi come lui, e, calpestando se stesso, indurisce il suo cuore. Come si può sperare che la pace e la prosperità regnino sulla terra se i nostri corpi sono divenuti luogo di sepoltura di animali morti?” Lev Tolstoj

BIBBIA

Concludiamo con una citazione della Bibbia, nel libro della Genesi, capitolo 1, versi 26, 27, 28 e 29:

Verso 26:

Poi Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.

Verso 27:

Così Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.

Verso 28:

E Dio li benedisse e disse loro: Siate fruttiferi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra.

Verso 29:

E Dio disse: Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento.

Per i credenti cristiani dovrebbe risultare chiaro da queste parole il perfetto progetto iniziale di Dio, cioè la creazione di un uomo vegetariano. Sappiamo che dopo il peccato iniziale di disubbidienza di Adamo ed Eva, con la conseguente cacciata dall’Eden, il perfetto progetto iniziale di Dio cambiò, e Mosè concesse al popolo di mangiare carne. Ma all’inizio non era così.

Come pure non sarà così, sempre secondo la Bibbia, nel libro dell’Apocalisse, quando ci saranno i nuovi Cieli e una nuova Terra, promessa da Dio. In questa nuova Terra il leone convivrà pacificamente con l’agnello, e il bambino giocherà con il serpente. Praticamente si ritornerà alla perfezione iniziale in cui l’uomo ritornerà ad essere vegetariano.

 

20Nov

ENERGY DRINKS

Le bevande energetiche come la Red Bull possono darti le ali al momento, ma col tempo ti tolgono il benessere fisico e mentale di base e portano a disastrose condizioni psichiatriche e fisiologiche”. – Abhijit Naskar

I PERICOLI DEGLI ENERGY DRINKS

Gli energy drinks sono una particolare categoria di bevande analcoliche contenenti sostanze che, per le loro caratteristiche, sono in grado di fornire effetti “energizzanti” in seguito alla loro assunzione.

Da non confondere con gli sport drinks, i quali non contengono stimolanti, ma sali minerali e carboidrati e sono destinati principalmente alla reidratazione.

Gli energy drinks vengono consumati da molti giovani e i pericoli son legati al contenuto elevato di caffeina e all’abbinamento che spesso viene fatto con l’alcol.

Due lattine della nota bevanda energetica da 0,7 litri corrispondono alla caffeina contenuta in sette lattine di Coca-Cola, può arrivare, quindi, al 150 e fino al 300 in più rispetto ad altre bevande che contengono caffeina.

Le sostanze in essi contenute sono principalmente: glucosio, caffeina, maltodestrine, inositolo, taurina, guaranina, estratti di erbe eccitanti e vitamine del gruppo B.

CAFFEINA:

Sostanza psicoattiva più consumata al mondo, per via dei suoi effetti eccitanti. L’effetto della caffeina è transitorio, ed in genere si esaurisce in poche ore.

TAURINA:

Amminoacido che in genere aiuta la produzione degli acidi biliari, ma ha effetti regolatori sulla trasmissione degli stimoli nervosi aumentando la reattività e la concentrazione.

CARNITINA:

Amminoacido normalmente utilizzato dal corpo per convertire i grassi in energia.

MALTODESTRINE:

Carboidrati che nell’organismo svolgono funzioni energetiche. In particolare servono a sostenere sforzi prolungati ed a favorire il recupero fisico; sostanza affine agli zuccheri ma dal sapore poco dolce, ha un’attività regolatoria nei confronti della serotonina e, quindi, dell’umore.

INOSITOLO:

La vitamina B7, o inositolo, stimola la produzione di lecitina, sostanza che compie un’azione di pulizia delle pareti interne delle arterie.

ESTRATTI DI ERBE:

Fra i più frequenti troviamo tè verde, erba mate, açaí, ginkgo biloba, zenzero e ginseng, Tutte migliorano infatti la concentrazione, aumentano la frequenza e la capacità contrattile del muscolo cardiaco.

VITAMINE:

Soprattutto vitamina C e vitamine del gruppo B (che svolgono funzioni nell’ambito del metabolismo energetico).

GUARANÀ:

Ha un effetto stimolante sul sistema nervoso centrale e su quello cardiovascolare ed ha proprietà toniche ed astringenti, soprattutto sull’intestino. L’estratto di guaranà contiene più caffeina del caffè o del tè.

GLUCURONO LACTONE:

l glucurono lattone (detto anche acido lattone glucoronico) è uno zucchero prodotto naturalmente dal glucosio, che rappresenta la principale fonte energetica dell’organismo umano. Questo carboidrato avrebbe la funzione di ridurre il senso di fatica durante l’esercizio fisico.

RISCHI

Tra i più diffusi effetti collaterali del consumo eccessivo di energy drinks, c’è l’aritmia; si tratta di un’anomalia del battito cardiaco che può ostacolare il cuore nel pompare sufficiente sangue all’interno del corpo, con esiti negativi non solo per il cuore stesso, ma anche per il cervello. Per non parlare del rischio di sovrappeso, diabete e anche di dipendenza vera e propria.

Gli esperti ritengono, infatti, che l’uso eccessivo di bevande energizzanti potrebbe aumentare il pericolo di patologie degenerative e croniche, creando dipendenza psicologica. Una dipendenza che può essere sollecitata da un messaggio tanto distorto quanto diffuso: gli energy drinks migliorano la concentrazione oppure la perfomance sportiva. Niente di più inesatto. E in tal senso, il Parlamento europeo ha vietato di inserire sulle etichette proprio questa “indicazione”. Il consiglio è, come naturale, un uso consapevole e, soprattutto, moderato.

PERICOLI PER GLI ADOLESCENTI 

Un rischio che riguarda i giovani: i principali consumatori di Energy drink sono persone tra i 18 e i 35 anni, ma non va trascurata la presenza di consumatori adolescenti.

L’uso di nomi e packaging accattivanti, sponsorizzazioni di eventi e pubblicità attraverso i canali più disparati, sono destinati ad un pubblico giovane ed ai loro interessi, come sport, musica e vita notturna. Infatti i ricercatori ritengono che il problema più urgente da risolvere sarebbe che molti giovanissimi (il 68% dei ragazzi tra i 10 e i 18 anni) beve regolarmente energy drinks, mischiandoli agli alcolici. Il mix è micidiale perché può dare l’illusione di attenuare la sonnolenza indotta dall’alcool, anche se la concentrazione ematica non diminuisce. Questo altera la capacità di percepire il proprio stato di ebbrezza, e la riduzione dei sintomi sgradevoli dell’alcol porta ad aumentarne l’assunzione, in un pericoloso circolo vizioso. Inoltre, mascherando l’effetto depressivo dell’alcol, causano rischio di disidratazione, alterazioni del ritmo cardiaco e della funzionalità renale.

Addirittura in America esistono degli energy drinks alcolici, acquistabili anche online: il Comitato per la sicurezza alimentare invita a prestare particolare attenzione a tali prodotti che potrebbero presto arrivare anche in Italia.

Ciascuno dovrebbe pertanto regolarsi nel consumo di energy drinks così come fa per il caffè o il tè. Per il loro contenuto di caffeina, non sono raccomandati ai bambini, alle donne incinte o alle persone sensibili alla caffeina.

Per fare un esempio, la Società italiana di pediatria aveva lanciato un allarme al 68esimo congresso a Roma: rischio obesità. Gli Energy drinks la favorirebbero dato l’alto tasso di zuccheri. Danni, anche per fegato e ossa.

Eppure l’etichetta avverte unicamente: “Tenore elevato di caffeina”!!

 

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