12Ott

L’UNICA VERA CAUSA DELLE MALATTIE

La causa principale delle malattie è in noi, sempre in noi.” – Antoine Bechamp

COSA PROVOCA LA MALATTIA?

La salute è lo stato normale degli esseri viventi, la malattia (intesa come corredo sintomatologico) è invece il tentativo del corpo di ritrovare la salute, una scelta vitale e fisiologica finalizzata alla guarigione. Il nostro corpo è l’espressione del nostro essere, in pratica il nostro (mal)essere è la rappresentazione esterna dell’esistere nella nostra totalità.

Le malattie esistono in quanto esistono gli uomini che possono ammalarsi: è l’uomo che fa la malattia, non è la malattia che fa l’uomo. La salute rappresenta un fattore dinamico di perenne adattamento dell’ambiente interno all’ambiente esterno.

L’omeostasi può a volte mantenersi anche con deficienze funzionali e organiche: quest’equilibrio, per quanto paradossale possa sembrare, mantiene la vita e ciò perché esso è il massimo equilibrio possibile per quel determinato organismo, in quel determinato momento, con l’ambiente circostante.

La guarigione è, quindi, un meccanismo di cui la vita si serve per adattarsi alle circostanze ambientali, è un continuo adattamento vitale. In pratica vivere è guarire continuamente.

Si dirà che resta un fatto: l’uomo soffre! Soffre a causa della sua incomprensione, soffre fisicamente, soffre per sentirsi diverso, soffre di non poter raggiungere il modello prefigurato… in un modo o nell’altro l’uomo soffre! I sintomi (o il linguaggio della sofferenza) rappresentano la ribellione che la specie, attraverso l’individuo, reclama per il passaggio ad un momento successivo.

ECCO PERCHÈ CI SI AMMALA

Quando le nostre abitudini di vita permettono all’organismo di raggiungere un crescente stato di intossicazione, l’energia vitale si abbassa in modo inversamente proporzionale e gli organi di eliminazione smettono di funzionare normalmente; aumentando ulteriormente l’accumulo di scarti nel corpo. Ed è proprio quando questi accumuli oltrepassano il punto di tolleranza che l’organismo va in crisi. Per compensare questa eccedenza di sostanze tossiche il corpo reagisce, provocando quella che viene definita malattia.

Il corpo umano è una creazione meravigliosa, che brucia costantemente carburante, elimina gli scarti della combustione e ricostruisce continuamente i tessuti sostituendo le cellule morte con cellule nuove, quindi la malattia è causata da una “carenza di forza” (ovvero mancanza di energia). Tuttavia il corpo deve proteggere gli organi vitali ad ogni costo (il cervello e il cuore), quindi uno dei primi processi ad essere interrotto è quello dell’eliminazione delle tossine, che – purtroppo – iniziano così ad accumularsi (tossiemia).

Quando il tuo corpo è saturo, apre una valvola di sicurezza per rilasciare le tossine (attraverso qualsiasi canale di eliminazione: la pelle, i polmoni, il tratto respiratorio, l’intestino, il colon e le vie urinarie). Questa valvola di sicurezza è ciò che comunemente definiamo malattia (il tentativo del corpo di espellere le tossine).

In effetti tutte le malattie sono “crisi di guarigione”, cioè un tentativo da parte del corpo di liberarsi dalle tossine in eccesso. La malattia è la manifestazione del tentativo di auto-guarigione del corpo, è l’azione che compie per eliminare i veleni. Sopprimendo i sintomi, interferiamo con la naturale capacità di autoguarigione del corpo. L’unica vera malattia è invero la tossicosi.

Quindi: Il corpo umano ha dentro sé il potere di guarirsi.

La base da cui si sviluppa ogni malattia è un accumulo di tossine che il corpo non è riuscito ad espellere attraverso i suoi 4 canali di eliminazione. La ragione per cui il corpo non riesce a disintossicarsi correttamente è la carenza di energia causata dallo stress, da uno stile di vita malsano e/o dal maltrattamento del corpo (in particolare attraverso scelte sbagliate in fatto di cibo, iperalimentazione, assunzione di tossine, farmaci compresi, ecc.).

Quello che noi chiamiamo malattia è in realtà lo sforzo che il corpo fa per liberarsi dalle tossine, ossia il suo tentativo di guarirsi (le reazioni più comuni sono, tra le altre, febbre, mal di testa, eruzioni, muco, tosse, vomito e infiammazione).

L’assunzione di farmaci va ad aggiungersi alle cause della malattia e ne aggrava la situazione, poiché per il corpo umano sono dei veleni (acidi), e quindi nocivi.

Di conseguenza la SOLUZIONE DEFINITIVA alle nostre malattie è UNA CORREZIONE DELLE ABITUDINI DI VITA. Non esistono “pillole magiche(farmaci) per raggiungere una buona salute. Uno stato di salute ottimale deriva dal rispettare alcune semplici leggi naturali, ossia fare le giuste scelte (chimico-alimentari) quotidianamente.

LA TEORIA DEI GERMI

L’intero sistema della medicina moderna si basa su questa teoria dei germi.

Secondo questa teoria quindi il modo migliore di sconfiggere la malattia è trovare una cura adatta (farmaco) per ogni germe. Come si può  immaginare, questo concetto è stato sfruttato dai giganti farmaceutici che comandano la medicina moderna. La “risposta” tipica è la prescrizione di farmaci, un rimedio veloce che soffoca i sintomi.

Ma se non sono i germi a causare le malattie, quali sono le cause?

Al tempo in cui Pasteur diffondeva la sua “teoria dei germi”, altri due scienziati stavano indagando sulle cause delle malattie, giungendo a diverse conclusioni. Erano Claude Bernard e Antoine Bechamp, i quali credevano che le malattie fossero causate da organismi già presenti nel corpo SOLO nel caso in cui ne venisse alterato l’equilibrio (intossicazione). In altre parole, non era un microbo a mettere l’individuo a rischio di malattia, ma la sua debolezza fisica (carenza di forza).

Bechamp puntualizzò chiaramente che determinati organismi, chiamati “microzimi”, prendono vita e diventano attivi solo in condizioni di decadimento. Bechamp ne concluse che le malattie hanno origine all’interno e non all’esterno del corpo. Analogamente, Bernard credeva che la capacità di guarigione del corpo dipendesse dal suo ambiente interno, quindi che la malattia si manifestasse solo quando l’ambiente interno del corpo diventava terreno fertile per i germi.

Ecco un buon esempio: immaginiamo di sigillare lo sportello del nostro freezer, poi staccare la presa, e dopo due settimane tornare e riaprire lo sportello. Cosa troveremmo? Muffa, batteri, germi, organismi che crescono e si moltiplicano. Da dove sono arrivati? Non si sono certo infilati dentro, dato che la porta era sigillata. La risposta è: sono sempre stati là. Semplicemente l’ambiente è cambiato diventando più invitante e adatto alla vita di questi “esseri”.

Il risultato finale è che non bastano i germi a causare le malattie. Per esempio, 10 persone possono esporsi allo stesso germe, MA NON TUtTI SI AMMALERANNO. Perché? Perché i germi non sono la causa delle malattie, ci sono molti altri fattori coinvolti: il livello del pH e la quantità di stress, per esempio.

I germi possono vivere nei nostri corpi all’infinito senza causare alcuna malattia, anzi svolgono una funzione molto importante, ovvero consumano le sostanze morte. Questa è la loro funzione. Non è mai successo che un germe proliferasse in tessuti normali in laboratorio, poiché i germi non possono vivere nei tessuti vivi, infatti solo quando il tessuto muore entrano in azione e svolgono il proprio compito.

Sono le zanzare a rendere l’acqua stagnante o è l’acqua stagnante che attira le zanzare? I germi sono amici, sono degli “spazzini” che si nutrono di rifiuti e che perciò vengono attratti dalla malattia, non ne sono la causa. Sono nel nostro corpo per smaltire le sostanze di scarto e ripristinare una condizione di salute. Quando le cellule si indeboliscono e si ammalano, la funzione dei germi è quella di consumare e smaltire il tessuto morto e gli scarti organici. I germi sono VITALI per l’eliminazione delle scorie, vivono in perfetta armonia con le cellule del nostro corpo per tenerci in buona salute.

“Se potessi rivivere la mia vita, la dedicherei a provare che i germi cercano il loro habitat naturale, i tessuti malati, e non causano la malattia dei tessuti, così come le zanzare cercano l’acqua stagnante, ma non sono loro che la rendono tale.” – Dr. Rudolph Virchow, il padre della patologia moderna.

In definitiva, la teoria secondo cui i germi provocano le malattie ha senso come l’idea che siano le mosche a produrre la spazzatura. I germi esistono perché le CONDIZIONI dell’ambiente interno sono adatte alla loro crescita e proliferazione, e queste condizioni sono, per dirla in breve, putride.

Ironicamente e forse tragicamente, lo stesso Pasteur in punto di morte confessò: Bernard aveva ragione. I microbi non sono niente. Il terreno è tutto.Questa ammissione, sfortunatamente, non venne ascoltata… e non vi fu nessun cambiamento riguardo all’idea che siano invece essi la causa delle malattie.

Ora c’è da chiedersi: perché l’ultimo pensiero di Pasteur (il creatore della Teoria dei Germi) che alla fine riconosce l’ambiente interno (il terreno) come il fattore più importante per evitare le malattie, è passato sotto silenzio?

Non c’è alcuna forza curante al di fuori del corpo.” – Dr. Isaac Jennings.

 

11Ott

LE CREME DI BELLEZZA

Il tempo non perdona quello che abbiamo fatto senza di lui”. – Francois Fayolle

LE INSIDIE DELLA COSMETICA 

Lo sviluppo dell’industria cosmetica, che è andato di pari passo con l’evoluzione tecnologico-scientifica e con gli investimenti nel settore della ricerca, ha finito per incrementare in modo esponenziale, rispetto al passato, l’utilizzo di creme per la pelle. Il ricorso a questi prodotti era un tempo più limitato, se non altro perché le funzioni, sia terapeutiche che estetiche che vi erano riconnesse non avevano subito il processo implementativo che hanno conosciuto negli ultimi anni.

Il prodotto “crema”, invero, ha assunto una versatilità multifunzionale di proporzioni inimmaginabili qualche lustro fa, coprendo una gamma di obiettivi terapeutici e/o estetici così a largo spettro da risultare quasi indiscriminata: non c’è patologia, inestetismo, esigenza cosmetica che non possa essere soddisfatto con questo o quel prodotto. Interi scaffali di farmacia o di profumeria sono oggi appesantiti da centinaia di etichette, boccette, tubetti, vasetti, ognuno ben pubblicizzato, pronto a promettere, con stentorea sicurezza, la scomparsa di rughe, di occhiaie, di macchie o di qualunque altro processo di invecchiamento o patologico ipotizzabile.

L’amplificazione dei bisogni indotta dagli strumenti pubblicitari, tra l’altro, è sfruttata dalle case farmaceutiche e cosmetiche con spregiudicata disinvoltura: la cura del bello, la promozione dell’apparire, la speculazione sulla vanità, l’incoraggiamento a spendere un’immagine sempre vincente, gradevole e irreprensibile hanno finito per essere leve con cui è la stessa industria di settore ad alimentare la domanda mediante un’offerta sempre più spinta e indifferenziata, perfino disorientante. Nemmeno l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato pare riuscire a disincentivare la portata decettiva della promessa di rimedi miracolosi.

E il più delle volte i costi sono assolutamente sproporzionati rispetto alla qualità e alla valenza del prodotto. Non la reale efficacia è valutata dal consumatore, spesso ignaro e comunque privo di piena cognizione in materia, ma semplicemente l’idea che, attraverso il messaggio pubblicitario, è fatta filtrare circa appropriatezza ed efficacia di una certa crema (particolarmente suggestive sono, per esempio, le immagini di “consiglieri” in camice bianco).

Un buon packaging, un messaggio pubblicitario azzeccato, una diffusione commerciale valorizzante, lo stesso costo sostenuto, inducono a ritenere che, per ciò stesso, ci si trovi dinanzi a un buon prodotto. Ma, non di rado, l’equazione tra gli anzidetti fattori promozionali e la reale qualità del prodotto si rivela assolutamente fallace.

PELLE, SPECCHIO DELLA SALUTE

La pelle è lo specchio del nostro stato di salute, oltre che il principale biglietto da visita del nostro aspetto esteriore, sicché possiamo coprirla nascondendola con make up e con prodotti di vario tipo, ma la comparsa di rughe, macchie e altri segni denotanti malessere fisico o anche semplici inestetismi, inevitabilmente sarà leggibile a qualsiasi, pur distratto, osservatore. Per questo, dobbiamo trattarla bene, rispettandola e ricorrendo a prodotti appropriati e sicuri.

Per comprendere l’importanza che nel ciclo vitale quotidiano svolge la pelle, è sufficiente soffermarsi in modo anche solo cursorio sulle funzioni da essa assolte, sulle quali non sempre riflettiamo o che, addirittura, molti ignorano completamente. Oltre a una funzione respiratoria, la pelle svolge una funzione secretiva e, molto importante, una funzione termoregolativa, cioè a dire orientata al controllo e al mantenimento della temperatura interna, attraverso fenomeni di vasodilatazione, perdita di sudore e sali.

Il nostro organismo è costituito per il 70% di acqua e se non fosse rivestito dall’involucro cutaneo quasi impermeabile, la vita non sarebbe possibile. Una pelle ben idratata è dotata di uno stato corneo ricco di molecole polari che trattengono acqua e un’efficace interdizione contro l’evaporazione dei fluidi (funzione barriera) dovuta alla struttura a “muro cementato”.

Per la sopravvivenza dell’individuo, data la vitale importanza dell’acqua corporea, è fondamentale che il contenuto idrico sia mantenuto costante. La pelle è quindi importantissima, in quanto si oppone ad una eventuale eccessiva dispersione idrica nell’ambiente. Nonostante ciò, una discreta quantità di acqua corporea viene quotidianamente eliminata attraverso la cute.

Viene da sé che la maggiore idratazione della pelle avviene dalla conservazione dell’acqua interna e dall’introduzione del giusto quantitativo di acqua sia coi cibi che bevendo liquidi.

Tra le prime abitudini sbagliate, “inconsapevoli”, che usiamo per la cura della pelle, c’è l’eccessiva detersione. Paradossalmente più siamo “modernamente” puliti, più diventiamo attaccabili dalle malattie, e rendiamo inefficaci le cure. Non dobbiamo aggredirla con troppi prodotti, ma neppure trascurarla.

PERMEABILITÀ DEI PRODOTTI

La “fitocosmesi biologica moderna” nel trattare la pelle ipolipica, si avvale di sostanze restitutive quali olii di origine vegetale ricchi di acidi grassi, di cere, in grado di aumentare la funzione di barriera.

Ma non è tanto facile far penetrare delle sostanze cosmetiche, ciò lo si deduce dal fatto che la pelle è sì permeabile, ma solo ad alcune sostanze con determinate proprietà chimiche e strutturali. Infatti, le cellule epidermide svolgono funzioni di secrezione e di protezione, ma non di assorbimento. Inoltre, tanto più lo strato corneo è spesso, maggiori sono le difficoltà nel passaggio. Ne deriva quindi che la penetrazione cutanea avviene unicamente per diffusione passiva, cioè molto lentamente e solo una piccola parte delle sostanze depositate sullo strato corneo riesce a penetrare nella cute vitale.

La sostanza lipidica tra lo stato corneo blocca la diffusione dell’acqua, rendendo la pelle impermeabile all’acqua ed a molte sostanze (teoricamente terapeutiche).

Gli olii essenziali, invece, sono molto penetranti, riescono ad arrivare addirittura al circolo ematico.

Collagene, elastina, acido ialuronico e chitosani, per il loro elevato peso molecolare, non superano lo strato corneo, svolgono quindi azione idratante ma soprattutto filmogena.

Gli olii minerali come vaselina e paraffina (contenuta nei rossetti) non hanno alcun potere di penetrazione. Gli olii animali e vegetali invece possono penetrare più facilmente negli spazi intercorneocitari svolgendo anche azione restitutiva.

Ci sono infine sostanze chiamate “attivatrici d’assorbimento“. Esse hanno la caratteristica di facilitare la penetrazione di alcune sostanze funzionali quali l’escina e la caffeina. Tra gli attivatori troviamo il limonene, che agisce a livello dei lipidi presenti negli spazi intercellulari della strato corneo. L’acido glicolico funziona come vettore, infatti, grazie al sua basso peso molecolare è in grado di diffondersi molto velocemente attraverso l’epidermide portando con sé i principi attivi delle creme. Questo andrebbe usato con parsimonia e cautela perché oltre al risaputo arrossamento unito all’irritazione della pelle, un suo abuso condurrebbe ad un’ipercheratosi reattiva.

Analizziamo alcuni dettagli di tutta la gamma di prodotti che ci spalmiamo attingendoli dagli scaffali delle nostre profumerie.

Prendiamo il caso del “miracoloso” silicone, che ha ultimamente invaso creme, sieri, shampoo, balsami di ogni sorta. Questo elemento, che – strano ma vero – non è diverso dal “silicone sigillante” che si compra dal ferramenta, dovrebbe essere (quasi) sempre evitato, nonostante renda le creme morbide e piacevoli al tatto facendoci così credere che la crema “faccia effetto” e che, per così dire, “mantenga le promesse”.

In realtà, non è assolutamente così! A essere liscia, morbida e tirata, infatti, non è la pelle, ma… la pellicola di silicone stesa sopra, un film plastico che riveste tutta l’epidermide sulla quale viene spalmato. A lungo andare (dopo qualche settimana) la pelle, non potendo respirare, diventa secca, asfittica, squamosa e piena di punti neri. Insomma, reagisce al fatto di essere giorno e notte rivestita di “domopak”!

Come maggior organo per l’espulsione, è vitale che la pelle sia, invece, libera di espellere le tossine. Ma il silicone impedisce questo processo, permettendo alle tossine di accumularsi, così da provocare acne e altre patologie cutanee. Inoltre, rallentando le funzioni della pelle e il normale sviluppo delle cellule, si ottiene un suo prematuro invecchiamento.

SOSTANZE TOSSICHE

Al di là dell’esempio specifico del silicone, può forse essere utile tracciare un breve vademecum per evitare le sostanze più “finte” nelle nostre creme, che si proverà di seguito a indicare senza alcuna pretesa di esaustività.

Ci si spalmerebbe sulla pelle e sui capelli olio per freni, sgrassatori per motori o antigelo per radiatori? Ebbene molti di questi ingredienti potenzialmente dannosi si trovano in molti prodotti di ogni giorno per la cura della persona.

Per capire tutto ciò è importante saper leggere l’INCI (Interational Nomenclature of Cosmetic Ingredients) ovvero l’etichetta degli ingredienti. Vi sono, infatti, elencati i componenti del prodotto in ordine di quantità: per primi quelli in dose maggiore, via via poi quelli in dosi minori (1%, 0,1% ecc.). Non bisogna mai commettere l’errore di ritenere che se un ingrediente è autorizzato, sia automaticamente innocuo o efficace: esistono rischi di allergia, di accumulo, di comedogenicità, persino studi scientifici che legano alcuni ingredienti a tumori o inquinamento di fiumi e ambiente.

Sarebbero circa 175 le diverse sostanze chimiche che ogni persona giornalmente si “spalma” sulla propria pelle, quando pensa di farsi bella. L’industria cosmetica, infatti, utilizza circa 13.000 sostanze di sintesi e di emisintesi nei propri prodotti. La cosa che non si sa è che la gran parte di queste non sono state sufficientemente studiate sotto il profilo della tossicità.

PRIMUM NON NOCERE

Il “Primum non nocere” ippocratico, è uno dei più importanti principi che si insegna nelle facoltà di medicina, soprattutto in relazione alla iatrogenesi, ciò significa che, nella scelta di una terapia, bisogna innanzitutto non arrecare danno al paziente e, per questo, tra i trattamenti possibili, va sempre privilegiato quello che ha meno controindicazioni.

E’ chiaro che esso sia un brocardo applicabile quotidianamente in ogni circostanza di vita, anche quella dell’igiene e della cura del corpo.

Bisognerebbe avere chiaro che non c’è “una medicina specifica” che guarisce un corpo che si ammala, ma è sempre “l’organismo nella sua unicità” che opportunamente nutrito e stimolato, sia sul piano organico sia su quello mentale-spirituale, ritrova da sé la strada del riequilibrio psico-fisico.

Talvolta ciò può avvenire con l’ausilio di un farmaco o di rimedio ma molto spesso guariamo nonostante il farmaco.

Una delle minacce più importanti che ostacola tale processo di guarigione è rappresentata dalle innumerevoli tossine accumulate nel corpo, derivanti dalle sostanze dannose presenti nell’ambiente in cui viviamo.

La parola “tossina” deriva dal greco “toksikon”, che era il veleno per le frecce usate dagli antichi guerrieri.

La pericolosità delle tossine ambientali-alimentari-cosmetiche non è tanto nel danno acuto, in genere facilmente riconoscibile e risolvibile, ma quanto nell’eventualità di danni a lungo termine all’organismo. Un organismo sottoposto ad un’esposizione continuata nel tempo a tossine può subire come effetto: rischi di cancro, disfunzioni immunitarie e disturbi cronici. A questo punto però il rapporto causa/effetto con le tossine non è più facilmente risolvibile, né è stato adeguatamente studiato.

A volte basta fare un semplice gesto di “omissione” come non assumere “quell’integratore”, non ingurgitare “quel farmaco” inutile, non ingerire “quella sostanza chimica”, non usare “quella crema”, per procurare una “apparente miracolosa” naturale guarigione.

Quanti eczemi si risolvono semplicemente togliendo una “cremina idratante”!

Anche nel mio campo della nutrizione, quanti dimagrimenti ho procurato soltanto avendo cura di correggere l’alimentazione omettendo dalle abitudini una serie di composti raffinati e di sintesi.

Similmente ai cosmetici, tutte le trasformazioni chimiche applicate agli alimenti, modificano il metabolismo globale spingendolo verso il sovrappeso cronico. A volte un dimagramento si avvia solo grazie alla rieducazione dell’equilibrio alimentare che agisce a livello digestivo, cerebrale e adiposo.

In effetti, nessun “farmaco o rimedio” agisce efficacemente se non si modificano tutte le abitudini sbagliate (abusi alimentari, sedentarietà, assunzione eccessiva  di farmaci e sostanze chimiche, di cui i prodotti di bellezza sono saturi).

“Omettendo” l’uso di tali sostanze tossiche, il corpo si rimette a funzionare, meravigliosamente, al ritmo giusto.

Tutto questo non ci deve mandare nel panico, visto che siamo bombardati da ogni dove da sostanze tossiche, ma incoraggiarci ad aprire maggiormente gli occhi, ad imparare a prendere delle misure protettive e scoraggiare i produttori.

Impariamo a conoscere meglio noi stessi a partire dal nostro corpo, a conoscere le sue e nostre risorse così da aiutarlo a meglio difendersi. Questo non vuol dire che non ci ammaleremo mai o che non moriremo mai, ma abbiamo la possibilità di sviluppare una consapevolezza e una responsabilità che cambierà il nostro rapporto con la vita.

PRODOTTI NATURALI

Risulta quindi di rilevante importanza leggere con attenzione tutte le etichette per comprendere la differenza tra un “normale” prodotto pieno di acqua e sostanze chimiche; uno “biologico”, che ha in varia proporzione sostanze di “origine” naturale e sostanze chimiche; e, infine, quelli che hanno solo “alcuni” componenti biologici.

Un cosmetico propriamente biologico dovrebbe “curare” la pelle con tutti i suoi componenti di olii, vitamine e antiossidanti. Molto importante è il vettore che veicola queste sostanze, che non può essere solo acqua o silicone.

Gli olii e burri hanno sempre rappresentato una straordinaria fonte naturale per l’idratazione, il nutrimento e la protezione della pelle.

L’applicazione di un buon olio sulla pelle crea già un primo effetto barriera, che impedisce l’evaporazione dell’acqua interna, e, contemporaneamente, interagendo con le sostanze oleose presenti sulla pelle, funge da “carrier”, ossia da trasportatore delle sostanze benefiche disciolte in essi.

In definitiva, possiamo concludere che la pelle deve essere considerata come un organo vero e proprio e le sostanze cosmetiche applicate su di essa devono avere la sola funzione di detergerla naturalmente, nutrirla con sostanze di origine vegetale del tutto affini alle sue componenti idrolipidiche, aiutarla a disintossicarsi per svolgere in maniera ottimale le sue funzioni.

Gli ingredienti devono essere e comportarsi come ‘cibo per la pelle’, da essa riconosciuti chimicamente (acidi grassi essenziali, vitamine liposolubili, clorofilla ecc.) e vibratoriamente, da essa assorbiti con facilità sia a livello epidermico che, in parte, in quella generale, e metabolizzati per entrare poi a far parte della struttura biologica interna.

Per questo è indispensabile che i componenti utilizzati abbiano una certificazione biologica, così come è importante che gli olii siano pressati a freddo per garantirne la purezza, la massima qualità e un facile assorbimento, per il beneficio della nostra pelle e dell’organismo, certo, ma anche per il nostro pianeta e il nostro futuro.

Il cammino verso un uso responsabile delle creme, cosmetiche e terapeutiche, è lungo e la battaglia è insidiosa e dall’esito incerto. Abbiamo davanti multinazionali potenti, in grado di manipolare le informazioni e di alterare l’acquisizione di una piena e completa consapevolezza su benefici, rischi e limiti di ciascun prodotto.

Ma l’opera dei mezzi di informazione, l’espletamento deontologicamente corretto della professione medica e dell’attività commerciale dei prodotti e una più avvertita coscienza civica dei doveri verso sé stessi e la comunità, sono strumenti di reazione altrettanto forti, in grado di penetrare nel tessuto sociale e di scavare nelle abitudini di consumo di ognuno di noi, imponendo una nuova etica nell’acquisto e nell’utilizzo dei prodotti di settore.

 

11Ott

ALIMENTAZIONE E MENOPAUSA

La menopausa non è più un destino da subire”. – Vittorino Andreoli

COME AFFRONTARE LA MENOPAUSA

La menopausa è un momento decisivo della vita di ogni donna, in cui piccoli cambiamenti naturali e fisiologici non devono essere interpretati come malattia. La menopausa è un evento normale della vita della donna, non una malattia che mina la capacità di inserimento a tutto campo nelle attività quotidiane. Spesso le donne che temono questa fase sono le più soggette a piccoli disagi ed a fasi depressive, che non toccano minimamente altre donne che affrontano la menopausa in modo attivo ed energico. Cerchiamo di capire correttamente i termini che vengono usati per denominare questa fase della vita della donna.

Climaterio: identifica il periodo in cui si esaurisce l’attività ovarica; significa “scalino”, ed è il passaggio critico oltre il periodo della fertilità.

Menopausa: significa fine delle mestruazioni. Si può parlare di menopausa quando l’amenorrea (assenza di mestruazioni) perdura da sei o dodici mesi.

La menopausa si definisce:

  • Precoce: se insorge prima dei 40 anni
  • Prematura: se insorge tra i 40 e 45 anni
  • Tempestiva: se insorge tra i 45 e 53 anni
  • Tardiva: se insorge oltre i 53 anni

La menopausa può essere:

  • Spontanea
  • Indotta: in seguito a interventi chirurgici su utero ed ovaie (Menopausa Chirurgica), oppure in seguito a terapie radianti o farmacologiche (Menopausa Attinica, Menopausa Chemioterapia, Menopausa ormonale).

La menopausa è molto più di un evento biologico. Attualmente nella nostra società la menopausa è vista come una patologia da carenza. La cultura dei nostri tempi attribuisce un grande valore alla giovinezza. Il nostro modello sociale tende a non dare valore alla donna anziana. Non c’è da stupirsi quindi che le donne non vivano bene la loro menopausa.

FREQUENZA DEI PRINCIPALI DISTURBI IN CLIMATERIO

  • Aumento di peso 60% (soprattutto zona fianchi e braccia)
  • Riduzione del tono muscolare ed aumento di tessuto adiposo 60%
  • Vampate di calore 55%
  • Affaticabilità 43%
  • Nervosismo 41%
  • Sudorazione profusa 39%
  • Emicrania 38%
  • Insonnia 32%
  • Depressione 30%

L’EROTISMO SOPRAVVIVE ALLA FINE DELLA FERTILITÀ 

Che la menopausa coincida con lo spegnersi della sessualità femminile è un concetto superato da tempo. La mancanza degli estrogeni in menopausa è causa diretta di alcuni disturbi del rapporto sessuale, quale il fastidio legato alla secchezza della mucosa vaginale. Tuttavia non può essere considerata la sola origine di altri problemi più complessi, quali la diminuzione del desiderio che spesso è già presente prima della menopausa stessa.

Il punto critico obbligato è il passaggio attraverso l’accettazione del cambiamento del proprio corpo. La perdita della fertilità si può tradurre in una nuova energia creatrice che trova la propria espressione nel sociale. La creatività biologica si può trasformare in nuova creatività relazionale e sociale. La donna impegna nuove energie nel lavoro e spesso in età menopausale si trova ai vertici della propria carriera. Chi aveva sacrificato molto tempo alla famiglia si ritrova gli spazi per dedicarsi a interessi ed attività abbandonate dopo il matrimonio. Va evitata la “sindrome del nido vuoto”, cioè la depressione associata alla cessazione dei compiti di allevamento dei figli. Il senso di abbandono ed inutilità ostacola la ricerca di nuove modalità espressive.

ALIMENTAZIONE E MENOPAUSA 

Il vuoto lasciato dalla scomparsa delle mestruazioni viene troppo spesso colmato con il cibo. Quasi la metà delle donne tra i 50 e 65 anni è in soprappeso. Una buona ed equilibrata alimentazione è il consiglio migliore durante la menopausa:

  • Stabilizzare il proprio peso corporeo, lentamente e gradualmente, a livelli facilmente mantenibili nel tempo, evitando nel modo più assoluto le fluttuazioni di peso corporeo.
  • Privilegiare i cibi semplici, facendo attenzione alla varietà degli alimenti, in modo da garantire l’assunzione di tutti i nutrienti, contrastando la monotonia e realizzando così delle abitudini dietetiche sane e durature nel tempo.
  • Regolarizzare al meglio, secondo le proprie occupazioni, gli orari di assunzione del cibo, evitando i pasti snack ed il ricorso a sostituti del pasto.
  • Ricercare con naturalezza l’equilibrio tra forza calorica dei cibi assunti ed il dispendio energetico per le attività di lavoro, di sport, di svago.
  • Combattere con tenacia la sedentarietà che predispone ad una diminuzione del quantitativo di calcio nelle vostre ossa.
  • Zuccheri: meglio scegliere gli zuccheri complessi della pasta, del riso, dei cereali, dei legumi, piuttosto degli zuccheri semplici e di rapido assorbimento, quali quelli dei dolci.
  • Proteine: indispensabili “mattoni” per costruire i nostri muscoli e le altre strutture corporee. Bisogna cercare di privilegiare le fonti di proteine vegetali. I legumi (fagioli, fagiolini, piselli, lenticchie ecc.) forniscono fibre, ferro, zinco, rame e proteine che, con quelle dei cereali, raggiungono una qualità paragonabile a quella delle più costose proteine animali.
  • Grassi: sono le sostanze energetiche che forniscono più calorie. Bisogna fare quindi un uso oculato di questi nutrienti. Evitare grassi animali come il burro, preferendo l’olio di oliva extravergine od olii dietetici di qualità (ad esempio olio di riso). Utili i grassi omega-3 contenuti nell’olio di semi di lino e nelle alghe.
  • Vitamine e sali minerali: è necessario consumare quotidianamente frutta e verdura, in grado di fornire vitamine e sali minerali indispensabili per lo svolgimento delle complesse trasformazioni metaboliche che in ogni momento si svolgono nel nostro organismo. Ortaggi verdi e gialli forniscono fibre, ferro, vitamine A, B1, B2, PP, C. Agrumi e pomodori forniscono soprattutto vitamina C.
  • Fibre alimentari: è necessario aiutare l’intestino combattendo la stipsi con l’uso abituale di cibi integrali. Pane integrale, pasta integrale, riso integrale, cereali sono oggi disponibili con facilità nella grande distribuzione ed il loro gusto piacevole e completo sarà una vera scoperta per chi non conosca questi preziosi alimenti.
  • Acqua: indispensabile elemento per la sopravvivenza stessa del corpo umano, deve essere assunta in buona quantità nella giornata, almeno 1.5 – 2 litri lontano dai pasti, oltre all’acqua contenuta negli alimenti. Il rene è un organo deputato alla eliminazione di sostanze tossiche dal nostro organismo ed il buon funzionamento renale necessita di un buon apporto di acqua.
  • Mangiare lentamente: masticate ed insalivate abbondantemente i cibi, degustate le vivande per apprezzare il piacere della tavola e la soddisfazione del palato unitamente ad una facile e pronta digestione.
  • Calcio: in alternativa a latte, formaggi e yogurt che contengono calcio ma anche colesterolo e trigliceridi, si possono scegliere cavoli, bieta, radicchio, frutta secca, legumi. L’acqua può essere una buona fonte di calcio potendone contenere anche più di 300 mg per litro. In alcune città italiane l’acqua del rubinetto è molto ricca di calcio, oppure si può usare una delle molte acque minerali calciche presenti sul mercato (leggete con attenzione l’etichetta verificando la concentrazione dello ione calcio indicato come Ca++).
  • Sale: salare il minimo indispensabile, evitate i cibi in scatola ed i dadi per brodo, ricchi di sale. Coloro che soffrono di ipertensione devono fare ricorso a sali alternativi dietetici ed a prodotti iposodici presenti in commercio, oltre che utilizzare il pane toscano privo di sale e salare la pasta solo al termine della cottura completa.
  • Controllare i valori nutrizionali riportati sulla etichetta: vi permetterà di mangiare con gusto ma con la giusta leggerezza. 

PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI 

La riduzione degli estrogeni in questo periodo causa una minore fissazione di calcio nelle ossa ed uno squilibrio tra la quantità di minerale che viene dalle ossa rispetto a quello che viene depositato nelle ossa stesse. L’indebolimento osseo è relativo ed accettabile in un osso con buonissima mineralizzazione iniziale e struttura perfetta.

Sono più esposte all’osteoporosi le donne con le seguenti caratteristiche:

  • eccessivo sottopeso
  • molto sedentarie
  • precedenti fratture
  • carente consumo di calcio nell’età precedente
  • fumatrici
  • che assumano alcolici, sale e caffè in dosi eccessive

Risulta quindi molto importante stabilizzare il peso fino dall’età più giovane, evitando il soprappeso e l’obesità, dimagrimenti troppo rapidi e fluttuazioni del peso corporeo. E’ necessario evitare la vita sedentaria, stimolando i muscoli che a loro volta, tramite i tendini, stimolano l’osso migliorando la deposizione del calcio. Non bisogna però sottoporsi a sforzi eccessivi come sollevare pesi ingenti o carichi asimmetrici, né assumere posizioni scomode per molto tempo.

ALCUNI CONSIGLI UTILI 

  • Camminate su strade regolari, curandovi di sollecitare il meno possibile la colonna vertebrale.
  • E’ opportuno esporsi ai raggi solari, pur con le dovute cautele, in modo da attivare la vitamina D che aiuta il calcio a fissarsi nelle ossa.
  • Calzate scarpe comode ed antiscivolo.
  • Usate il corrimano mentre salite o scendete le scale.
  • Eliminate scendiletto, tappeti ed ogni altro potenziale pericolo di inciampare.
  • Attenetevi a quanto detto sopra per la dieta.

PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE 

La donna nell’età fertile è protetta dal rischio di soffrire delle malattie del cuore e delle arterie grazie agli estrogeni. La frequenza è in media 6-10 volte inferiore a quella del maschio della stessa età. Quando con la menopausa si riduce la produzione di estrogeni, alla donna viene a mancare questa protezione e corre così gli stessi rischi dell’uomo di ammalarsi di patologie cardiocircolatorie.

Sono più esposte alle malattie cardiovascolari donne con le seguenti caratteristiche:

  • obesità
  • diabete mellito
  • ipertensione
  • eccesso di colesterolo
  • fumo
  • alcool
  • inattività fisica
  • uso eccessivo di sale
  • carenza di grassi insaturi e vitamine

Combattere i fattori di rischio basilari quali obesità ed il diabete mellito, consente di tenere sotto controllo l’evoluzione delle malattie cardiovascolari. Una sana alimentazione priva di eccessi, saprà tenere sotto controllo la naturale tendenza al soprappeso in fase menopausale, potrà influenzare positivamente i tassi di zucchero, colesterolo, trigliceridi nel sangue ed il tanto temuto eccesso di sale, sicura causa di aumento della pressione arteriosa.

Oltre ai consigli dietetici ed alimentari sopra esposti è di grande importanza l’esercizio fisico.

ATTIVITÀ FISICA 

L’esercizio fisico è estremamente importante in menopausa per i suoi benefici nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie, dell’osteoporosi, per migliorare il tono dell’umore (grazie alle endorfine prodotte dal cervello) e per arginare il naturale aumento di peso collegato alla menopausa.

L’esercizio più semplice ed economico consiste nell’eseguire ogni giorno lunghe camminate di almeno 20-30 minuti con scarpe comode a passo spedito.

Si possono aggiungere 2 o 3 volte alla settimana altri esercizi soprattutto aerobici, che consentono cioè di utilizzare una maggiore quantità di ossigeno, quali correre, andare in bicicletta, frequentare una palestra, ballare.

Altri esercizi a corpo libero possono essere fatti in casa, soprattutto al fine di mantenere eretta ed elastica la colonna vertebrale e di aumentare il tono della muscolatura addominale e dorsale.

PREVENZIONE DEI DISTURBI UROGENITALI 

Semplici accorgimenti e facili esercizi potranno aiutare a ridurre i disturbi legati all’apparato urogenitale ed a vivere meglio il rapporto con il partner:

  • Effettuare più volte al giorno esercizi per rinforzare la muscolatura del perineo, contraendo progressivamente i muscoli della vagina, mantenendo la presa per 5-10 secondi, e poi rilassando progressivamente.
  • Svuotare la vescica ogni volta che si avverte lo stimolo di urinare, senza mai trattenere l’urina a lungo.
  • Urinare interrompendo frequentemente il flusso.
  • Indossare esclusivamente biancheria intima di cotone.
  • Evitare abbigliamento troppo aderente alla zona genitale.
  • Utilizzare bagnoschiuma e detergenti intimi a pH fisiologico.
  • Utilizzare lubrificanti vaginali se i rapporti sessuali risultano particolarmente fastidiosi.
  • Mantenere regolare la funzione intestinale.

PREVENZIONE DEI FENOMENI VASOMOTORI (vampate di calore e sudorazione)

La menopausa è frequentemente caratterizzata dalla presenza di vampate e da altri sintomi vasomotori (sudorazione, tachicardia, palpitazioni, cefalea, vertigini, formicolii agli arti superiori). Questi disturbi sono però variabili da donna a donna e nella maggior parte dei casi scompaiono con il passare del tempo.

Nei comportamenti di tutti i giorni esistono alcuni piccoli accorgimenti che potranno aiutare a sentire meno il problema delle vampate:

  • Indossare indumenti di cotone o di tessuti naturali che assorbano il sudore.
  • Vestirsi a strati, scegliendo indumenti che possano essere tolti al momento della vampata.
  • Evitare i bagni caldi e privilegiare le docce tiepide.
  • Evitare l’uso delle sigarette. Il fumo, infatti, influenza la circolazione, aumenta la frequenza del battito cardiaco e può intensificare la sudorazione e le vampate.
  • Svolgere attività fisica regolare. L’esercizio fisico migliora la circolazione e consente di tollerare meglio gli sbalzi di temperatura.
  • Imparare a rilassarsi. Questo permette di ridurre l’intensità delle vampate.
  • Limitare l’uso di alcolici, caffè, l’eccessivo uso di sale, spezie piccanti, zuppe calde.
  • Privilegiare il consumo di agrumi (arance, pompelmi, limoni, ecc.).

PREVENZIONE DEI DISTURBI NEURO-PSICOLOGICI 

L’instabilità emotiva, le modificazioni dell’umore, gli stati d’ansia o di depressione, il facile affaticamento, l’insonnia, le modificazioni del desiderio sessuale, sono situazioni che possono manifestarsi in climaterio e dopo la menopausa. La presenza di questi disturbi viene messa in relazione anche con le modificazioni ormonali.

Anche in questo caso può essere utile modificare il proprio stile di vita introducendo semplici accorgimenti che possono aiutare a risolvere il disagio psicologico legato alla menopausa:

  • svolgere un’attività fisica regolare, come ad esempio 20 o 30 minuti di passeggiata veloce o di bicicletta. In tal modo si migliora il tono dell’umore grazie alla liberazione di endorfine (oppioidi endogeni prodotti dal cervello). In alternativa possono funzionare bene anche cyclette o altri strumenti ginnici da camera come il vogatore. Molto utile anche il ballo, se fatto con regolarità.
  • Tecniche di rilassamento e di meditazione (ad esempio lo yoga) combattono ansia e tensioni favorendo un senso di calma.
  • Condividete i vostri problemi con i familiari e con le amiche, non dimenticandovi di ascoltare i loro. Rendere partecipi gli altri aiuta a superare questi momenti.
  • Dedicatevi ad attività che vi spingano a mantenere allenata la memoria (studio, lettura, enigmistica). Non escludete la possibilità di intraprendere veri e propri corsi di studio.
  • Cercate di non dare troppo peso ai vuoti di memoria e utilizzate degli accorgimenti per ricordare le cose (riporre gli oggetti sempre nello stesso posto, fare sempre un elenco scritto delle cose da fare, prendere appunti ecc.)

SEMPLICI LINEE GUIDA PER UNA SANA ALIMENTAZIONE IN MENOPAUSA 

Mangiare meno:

GRASSI ED OLII VISIBILI: Limitate il più possibile tutti i tipi di carni grasse, olii per cucinare e condire, salse e dolci ricchi di burro e grassi. Usate con moderazione margarina e frutta secca. Evitate di friggere; cuocete i cibi lessandoli con poca acqua in pentole di acciaio inox.

ZUCCHERI: Limitate lo zucchero, il miele, la melassa, gli sciroppi, le torte, i dolci ed i pasticcini, le caramelle, i biscotti, le bibite e i dessert dolci, i budini ed i gelati. Riservate questi cibi per occasioni speciali.

COLESTEROLO: Eliminate progressivamente la carne, gli insaccati, il tuorlo d’uovo ed il fegato. Se li utilizzate, cercate di limitare il consumo di latticini ai formaggi magri e agli altri derivati magri del latte. Se mangiate pesce o volatili, consumateli con molta moderazione.

SALE: Usate minime quantità di sale durante la cottura. Eliminate da tavola la saliera. Limitate al massimo i prodotti salati come quelli in salamoia, i cracker, le salse di soia, i pop corn, la frutta secca e le patatine salate, i salatini e l’aglio salato.

ALCOL: Evitate tutti gli alcolici come pure le bevande a base di caffeina come il caffè, la Coca Cola ed il the nero.

Mangiare più:

CEREALI INTEGRALI: Mangiate liberamente riso, miglio, orzo, mais, grano, farro, avena e segale integrali. Mangiate liberamente anche i prodotti integrali come pane, pasta, bulgur, cous-cous e fette biscottate integrali.

TUBERI E LEGUMI: Mangiate molti piselli, lenticchie, ceci e fagioli di ogni tipo e prodotti a base di soia (tofu, latte di soia). Mangiate tutti i tipi di patate e radici senza aggiungere condimenti grassi.

FRUTTA E VERDURA: Mangiate in abbondanza, tutti i giorni, frutta fresca con la buccia. Limitate la frutta sciroppata ed i succhi di frutta poveri di fibre. Mangiate abbondanti quantità di verdura, tutti i giorni ed in modo variato. Privilegiate insalate fresche con condimenti poco calorici e poco salati (ad esempio, succo di limone).

ACQUA: Bevete otto bicchieri di acqua al giorno. Spezzate la monotonia con una spruzzata di limone ed, occasionalmente, con tisane.

… ED A COLAZIONE: Fate un’abbondante colazione con cereali integrali, latte vegetale, pane integrale e frutta fresca. Cominciate con grinta la giornata.

 

11Ott

SULLA CELIACHIA

Una dieta a base di glutine per le masse è nata dallo sviluppo della rivoluzione industriale di alimenti industriali prodotti in serie, a basso costo e con una lunga durata”. – Steven Magee

Non esistono sintomi tipici della celiachia. La maggior parte delle persone affette hanno problemi generici come una diarrea intermittente, dolori addominali o magari possono anche non manifestare alcun problemi gastrointestinali. I sintomi della celiachia possono simulare quelli di altre malattie come colon irritabile, ulcere gastriche, morbo di Crohn, infezioni parassitarie, anemia, disordini della pelle o disturbi nervosi.

La celiachia si può manifestare anche in modi meno ovvi, includendo cambiamenti del comportamento come irritabilità o depressione, ansia o attacchi di panico, svenimenti e astenia, disturbi allo stomaco, dolori alle giunture, crampi muscolari, eczemi cutanei, ferite alla bocca, disordini ai denti o alle ossa e movimenti delle gambe e dei piedi (neuropatia).

Alcuni indizi di malassorbimento che possono derivare dalla celiachia sono:

  • Perdita di peso improvviso
  • Diarrea
  • Crampi addominali, flatulenza
  • Debolezza generale
  • Feci maleodoranti o grigiastre che sembrano grasse o oleose.
  • Difficoltà di crescita (nei bambini)
  • Depressione e Ansia

CAUSE

Le cause esatte della celiachia sono sconosciute. Quello che si sa per certo è che si tratta di un difetto ereditario. Se un individuo ce l’ha, normalmente si manifesta anche nel 10 % dei parenti prossimi. Può verificarsi a qualsiasi età, anche in tarda età, dopo uno stress emotivo.

Solitamente i sintomi non appaiono finché il glutine è introdotto nella dieta.

Spesso, per motivi non molto chiari, questa malattia si manifesta dopo alcune forme di trauma: ad esempio infezioni, maternità, forte stress, danni fisici o operazioni chirurgiche.

DIAGNOSI

Visto che chi è affetto da questo disturbo ha un livello di anticorpi maggiore del normale, un’analisi del sangue può aiutare la diagnosi (anticorpi anti-gliadina, anti-endomisio e anti-trans glutaminasi).

Nei falsi negativi, per rifare  la diagnosi si può rimuovere (biopsia) una piccola porzione di tessuto intestinale per cercare un eventuale danneggiamento dei villi.

La biopsia intestinale ci permette di dimostrare la presenza delle lesioni istologiche che sono alla base della definizione di malattia. Allo stesso modo l’insostituibilità della biopsia è confermata, pur dal fatto che avendo a disposizione degli ottimi tests non invasivi e pur avendo a disposizione degli ottimi tests di screening come gli EMA, nessuno di essi possiede una sensibilità e specificità del 100% (falsi negativi).

Generalmente il tessuto è ottenuto da una endoscopia, ovvero l’inserimento di un sottile e lungo tubo attraverso bocca, esofago e stomaco, fino all’intestino, dove asporta un campione di tessuto.

Anche osservando le regole di una severa dieta libera da glutine si può confermare una diagnosi, ma è importante iniziare tale dieta solo dopo una valutazione medica.

COMPLICAZIONI

A causa del danneggiamento dell’intestino causato dal glutine, pure la digestione di cibi che non lo contengono possono risultare in dolore addominale e diarrea. Alcune persone affette da celiachia non sono in grado di tollerare lo zucchero contenuto nel latte (lattosio) che si trova in prodotti caseari, condizione chiamata intolleranza al lattosio. Se è questo il caso, bisogna di ridurre il cibo e le bevande che contengono lattosio così come quelli che contengono glutine. Una volta che l’intestino è guarito, si può essere in grado di digerire di nuovo i prodotti caseari. Tuttavia ci sono soggetti che sperimentano intolleranza al lattosio nonostante un trattamento della celiachia che ha avuto successo. Se si fa parte di questo gruppo, si deve evitare indefinitamente prodotti che contengono il lattosio.

Se non viene trattata opportunamente, la celiachia può portare a malnutrizione. Dato che nutrimenti vitali sono persi attraverso le feci piuttosto che assorbiti nel flusso sanguigno, da questa difficoltà di assorbimento può derivare una deficienza di vitamine A, B12, D, E, K e acido folico. Con una perdita continua di grassi nelle feci, anche il calcio può essere perso in quantità eccessive, risultando in altre due complicazioni: un certo tipo di calcoli renali (calcoli di ossalato di calcio) e una malattia delle ossa chiamata osteomalacia, malattia nella quale le ossa diventano molli. La malnutrizione può causare problemi di crescita nei bambini e ritardare il loro sviluppo.

Persone che hanno la celiachia e non mantengono una dieta libera dal glutine hanno più alte probabilità di sviluppare una delle tante forme di cancro, specialmente il linfoma intestinale. Altre complicazioni a lungo termine includono anemia, osteoporosi e neuropatie periferiche.

TERAPIA

La celiachia non ha cure, ma la si può tenere sotto controllo efficacemente attraverso un cambiamento di dieta. Una volta che il glutine viene rimosso dalla dieta, le infiammazioni dell’intestino tenue cominceranno a cessare entro alcune settimane. All’inizio può essere necessario prendere integratori vitaminici e di minerali che prescriverà il medico o il dietologo per aiutare a correggere le deficienze alimentari. La guarigione e una significativa ricrescita dei villi avviene in parecchi mesi nei più giovani e in 2 o 3 anni negli individui più anziani.

I vantaggi di una dieta libera da glutine sono notevoli specialmente nei bambini. Non solo i loro sintomi fisici migliorano, ma pure il comportamento e la crescita inizieranno a migliorare.

Per trattare la malattia e prevenire complicazioni è cruciale evitare ogni cibo contenente glutine. Questo significa tutti i cibi o ingredienti derivati dalla maggior parte dei grani, frumento, orzo, segale e avena inclusi.

CIBI CHE CONTENGONO GLUTINE (VIETATI)

  • Frumento
  • Segale
  • Orzo
  • Avena
  • Farro o Triticale
  • Tutte le preparazioni dietetiche contenenti malto
  • Tutte le preparazioni dietetiche contenenti amido di frumento
  • Tutte le preparazioni dietetiche che contengono le farine suddette (semolini, fiocchi, dolci)
  • Spelta
  • Kamut
  • Sorgo

CIBI SOSPETTI

  • Quinoa
  • Amaranto
  • Teff

Sono a rischio per i celiaci anche i prodotti di cui non si conosce l’origine botanica (amidi e maltodestrine) non possiamo escludere il rischio di contaminazione nelle varie fasi di produzione

CIBI CHE NON CONTENGONO GLUTINE (PERMESSI)

  • Mais
  • Riso
  • Soia
  • Grano saraceno
  • Tapioca
  • Midollo di palma
  • Castagne
  • Miglio
  • Carrube
  • Fecola di patate
  • Tutte le preparazioni dietetiche che contengono le farine suddette (semolini, fiocchi, dolci)

ALIMENTI NATURALMENTE PRIVI DI GLUTINE (PERMESSI)

  • Carne
  • Pesce
  • Uova
  • Verdure
  • Grassi da condimento (escluso l’olio di semi vari)
  • Zuccheri semplici
  • Latte e derivati 

ATTENZIONE AL GLUTINE NASCOSTO

Nelle etichette alcune parole fanno pensare alla presenza di glutine:
  • Amido di frumento, amido gelatinizzato, amido modificato, amido
  • Malto, maltodestrine
  • Fibra alimentare
  • Germe di grano
  • Proteine vegetali, proteine vegetali idrolizzate
  • Pasta di cacao
  • Farina o semola di cereali non specificati
Per i seguenti tipi di alimenti è necessario sempre consultare il prontuario:
  • Salse e sughi pronti, zuppe, minestre liofilizzate
  • Farine di mais, riso, castagne ecc.
  • Insaccati cotti (prosciutto cotto, mortadella ecc.)
  • Dadi ed estratti da brodo
  • Patatine prefritte e/o surgelate
  • Formaggini a pasta filante e spalmabili
  • Olio di semi vari e prodotti per friggere, margarina
  • Maionese, senape e salse pronte
  • Creme, budini, dessert, gelati, zucchero a velo, dolcificanti
  • Lievito per dolci e per panificazione
  • Caffè solubile e surrogati del caffè

 

11Ott

I PERICOLI DEL SALE

Il troppo salato è il peggior difetto delle vivande”. – Pellegrino Artusi

ECCESSO DI SALE NEI CIBI

Parla l’esperto, Pasquale Strazzullo (Ordinario di Clinica Medica) 

Con il pane “mezzo sale”, ufficialmente inserito nel programma ministeriale “Guadagnare salute”, la Federazione italiana panificatori dà un contributo concreto alla campagna che punta a ridurre i quantitativi di sale nella nostra alimentazione quotidiana. Un tempo preziosissimo, al punto da diventare mezzo di pagamento (come per le legioni dell’antica Roma) e sempre indispensabile per il  nostro equilibrio fisico e per il sapore dei nostri cibi, è da tempo oggetto di attenzione da parte della scienza medica. Che ci ripete: attenzione a consumarlo nella giusta quantità, perché altrimenti può diventare fattore di rischio per quella complessa macchina che è il nostro corpo. Il perché lo spiega, in questa intervista, il professor Pasquale Strazzullo, ordinario di Medicina interna e direttore del Centro di eccellenza per ipertensione arteriosa dell’Università degli Studi Federico II, di Napoli.

“L’eccessiva ingestione di sale”, spiega il professore, “porta all’aumento della pressione arteriosa e, quindi, aumenta il rischio di ictus cerebrale e di infarto cardiaco.  Ma le possibili conseguenze per la salute umana di un eccessivo consumo di sale non si esauriscono qui. La scienza, infatti, riconosce altri rischi per i soggetti interessati: una maggiore sensibilità al carcinoma gastrico, per esempio; e anche una più accentuata tendenza alla calcolosi renale e all’osteoporosi”.

C’è connessione tra il consumo di sale e l’obesità, un fenomeno che da qualche anno è diventato preoccupante anche in Italia?

“L’obesità si associa frequentemente alla pressione elevata e, quindi, al rischio di ictus e infarto. Chi è obeso tende a mangiare più salato e poiché mangia di più, ingerisce più sale. Inoltre, l’obesità stessa produce il malfunzionamento di certe ghiandole, che tendono a trattenere il sale. Si produce, quindi, una sodiosensibilità che più facilmente può portare il soggetto a diventare iperteso.  Per questo il ministero della Salute, nel 2007, ha lanciato “Guadagnare Salute”, programma che ha tra i propri capisaldi la lotta all’eccessivo uso di sale e all’obesità”.

Che cosa si intende, in termini quantitativi, per “eccessivo” uso di sale?

“Nei mesi scorsi, con il mio gruppo, abbiamo svolto su questi temi due metanalisi, cioè due revisioni statistiche di tutti i lavori disponibili in argomento. Ne abbiamo ricavato dati assai interessanti. Il primo studio, pubblicato nel novembre scorso dal British Medical Journal, ha dimostrato che 5 grammi in più sul consumo medio giornaliero di 10 grammi, fa aumentare del 23 per cento il rischio di ictus e del 17 per cento il rischio di infarto cardiaco. Se riducessimo il consumo di sale da 10 a 5 grammi giornalieri, avremmo una pressoché equivalente riduzione del rischio. E, applicando questo risultato su scala mondiale, potremmo risparmiare ogni anno milioni di vite”.

E il secondo studio?

“E’ stato pubblicato in marzo, sulla rivista Stroke (colpo,  attacco – ndr) e ha preso in esame la relazione tra obesità e ictus cerebrale.  Si è potuto constatare che un soggetto obeso rispetto a uno normopeso ha un rischio-ictus superiore del 61 per cento”.

Tornando al pane, che rilievo ha il contenuto di sale in un alimento il cui consumo medio è intorno ai 140-150 grammi quotidiani?

“La quantità di sale nel pane è importante perché è importante il pane nell’alimentazione  degli italiani”.

E’ ipotizzabile che un pane con un contenuto di sale ridotto “accompagni” il consumatore a una riduzione del contenuto di sale anche negli altri alimenti del suo consumo quotidiano?

“Nel momento in cui si consumano alimenti meno salati, il palato se ne accorge ma è scientificamente provato che nel giro di 10-15 giorni ci si abitua e non si rileva più la differenza. Anche per gli altri cibi è solo questione di tempo”.

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PERCHÈ È BENE LIMITARE IL SALE NEL BAMBINO

di Gianvincenzo Zuccotti

E’ noto che un’alimentazione troppo ricca di sale non è salutare, potendo determinare, a lungo termine, l’insorgenza di problemi di salute, in particolare di ipertensione arteriosa. Ma non solo. L’eccesso di sale introdotto con la dieta costringe il rene ad un “iperlavoro” e finisce per intaccare la percezione del gusto dei cibi, facendo ingiustamente apparire le pietanze poco salate come “meno gustose”.

Per tutti questi motivi è fondamentale limitare l’introduzione di sale con la dieta. E questo prezioso consiglio vale per gli adulti quanto per i bambini, che dovrebbero essere abituati fin da piccoli a non eccedere con l’introito di sale con l’alimentazione.

Per prima cosa è assolutamente da evitare l’introduzione troppo precoce del sale nella dieta dei più piccoli: al momento dello svezzamento non è indicato aggiungere sale durante la preparazione delle pappe e tale pratica dovrebbe essere evitata almeno fino al compimento del primo anno di vita e preferibilmente anche oltre.

Successivamente, quando l’alimentazione del bambino sarà la medesima dei genitori, è tutta la famiglia che dovrebbe impegnarsi a ridurre l’introito sodico: non aggiungere ulteriore sale ai cibi pronti e serviti nel piatto, preferire il consumo di pane senza sale a quello di focacce, crackers, grissini e altri prodotti da formo generalmente molto salati. Così come è da limitare il consumo di insaccati, snacks e patatine in busta: alimenti troppo salati oltre che troppo ricchi in grassi e nutrizionalmente non adeguati. Via libera invece a frutta e verdura.

Durante la preparazione dei cibi è importante limitare al minimo indispensabile l’utilizzo del sale: il sapore può essere esaltato con l’utilizzo di spezie o erbe aromatiche, che possono essere impiegate in sostituzione del sale.

Le cotture al cartoccio o al vapore, che consentono agli alimenti di cuocere con i loro stessi succhi, andrebbero preferite poiché anch’esse consentono di conferire naturalmente gusto alle preparazioni limitando il ricorso all’aggiunta di sale. Per insaporire un piatto di verdura, preferire l’utilizzo di un filo d’olio extravergine d’oliva. Per l’idratazione, scegliere le acque oligominerali, povere di sodio.

Tutti questi piccoli accorgimenti, da adottare nella vita quotidiana, rappresentano utili strumenti per raggiungere l’obiettivo di limitare l’introito sodico dei bambini, che troppo spesso assumono quantità di sale già eccessive per un soggetto adulto: a giovarne sarà la salute e la capacità di apprezzare il vero sapore delle materie prime utilizzate nella preparazione dei cibi.

 

04Ott

AUTUNNO, TEMPO DI MIGRARE

L’autunno ha più oro in tasca rispetto a tutte le altre stagioni”. – Jim Bishop

I BENEFICI DELL’AUTUNNO

Che cosa ha da offrirci l’autunno di diverso dagli altri mesi che sia possibile utilizzare per migliorare il nostro rapporto col cibo? La calma, la stasi energetica che precede la fase di abbandono del lungo periodo estivo.

Come in natura, gli alberi iniziano a liberarsi delle foglie per arrivare al minimo consumo energetico che permetterà la sopravvivenza invernale, così noi possiamo prepararci a entrare in una dimensione diversa di vita e di dieta.

Ci lasciamo alle spalle un periodo di riposo ed ne intraprendiamo probabilmente uno intenso per la ripresa lavorativa, per i nuovi impegni presi. Ecco che il cibo si affaccia nel nostro immaginario come oasi di piacere, di ricarica e di trasgressione e di conseguenza diete drastiche e sconsiderate.

Tutti prima o poi arriveranno a comprendere che perdere il peso non è solo una questione di calorie, ma la conseguenza di un cambio di rotta esistenziale.

Se viviamo sempre nello stesso modo, se non cambiamo mai direzione alla nostra quotidianità per paura di perdere la bussola, rischiamo di gonfiarci di insoddisfazioni: la vera causa di fame e soprappeso.

Bisognerebbe mettere al centro del nostro interesse la volontà di benessere così non ci lasceremo sfuggire l’occasione di urlare, gioire, accarezzare, lasciarci incuriosire dal nuovo. A questo punto il cibo sarà solo una delle tante fonti di piacere, il metabolismo comincerà a ri-funzionare e il corpo cercherà finalmente il suo equilibrio.

L’estate ci ha lasciato con il ricordo di sapori freschi e zuccherini: pensiamo al sapore e alla luminosità di pesche, albicocche e prugne. Ma anche l’autunno ci riserva molte sorprese appetitose, offrendo alimenti nutrienti e soprattutto gustosissimi per il piacere degli occhi e del palato.

GLI ORTAGGI DEL MESE

Tutti gli ortaggi autunnali sono meno ricchi di acqua ma più generosi di minerali di vitamine e di sali minerali.

Tra gli alimenti di questo mese bisogna porre attenzione ai funghi, sono miracolosi, in quanto ricchi di sali minerali, di fibre, sono privi di grassi, offrono un basso apporto calorico, hanno un buon potere saziante, sono diuretici, hanno virtù lassative, sono gustosi, hanno un basso indice glicemico e un alto contenuto proteico.

Ci sono inoltre, coste, broccoli, cavoli, verze, finocchi, indivia, lattuga, rucola, sedano, spinaci, carciofi, melanzane, peperoni, patate.

Gli ortaggi amari (indivia e carciofi) sono ideali per depurare il fegato.

Non rinunciamo poi ai legumi (fagioli, lenticchie, ceci..), spesso trascurati ma consigliati come un’ottima alternativa proteica, al posto della carne e del pesce, nella dieta settimanale. E se in estate non ne avete mangiati a sufficienza, magari per colpa del caldo, quale stagione più indicata per preparare delle nutrienti zuppe?

LA FRUTTA DI STAGIONE 

Arrivano i kaki, le castagne, le mandorle, le noci, le melagrane, le pere, le mele, l’uva e a breve abbonderanno anche arance e mandarini, che con il loro apporto di vitamina C aiutano il nostro sistema immunitario. Ma attenzione: la vitamina C viene facilmente distrutta dalla luce e dal calore, quindi non bisogna lasciare gli agrumi spremuti o tagliati, né vi va aggiunto zucchero, se si vuole beneficiare al meglio dei loro effetti positivi.

Ad eccezione delle mele, delle pere e degli agrumi, la frutta autunnale è frutta molto zuccherina, sarebbe meglio usarla lontano dai pasti come merenda ed in modica quantità.

Quindi si alle castagne, ma attenzione sono molto caloriche. Consumarle dopo un pasto completo, quindi, non è consigliabile: è preferibile, per esempio, mangiarle per merenda.

Le castagne, che siano lesse o arrosto non importa, ma attenzione a quelle secche: le calorie aumentano vertiginosamente soprattutto se accanto alle castagne ci concediamo un buon bicchiere di novello o di Lambrusco.

Attenzione anche alle noci e le nocciole: sono tutti alimenti ricchi di fibre, proteine, vitamine e sali minerali, ma il conto delle calorie è altissimo.

Per molti di noi riprendere la routine delle attività quotidiane dopo le vacanze sembra ancora impossibile. Soprattutto sembra difficile ritornare alle abitudini alimentari corrette e ripartire in quarta con l’esercizio fisico: la libertà “estiva” di programmare le nostre giornate, o di non programmarle affatto, potrebbe, ad esempio, aver concesso più tempo per una passeggiata all’aria aperta. Questa è un’ottima abitudine da mantenere il più a lungo possibile (anche se con il freddo diventiamo più pigri) ricordando che 30 minuti di passeggiata a passo sostenuto garantiscono un benefico effetto.

Per concludere, anche se ogni tanto cerchiamo di soddisfare qualche peccatuccio di gola, l’importante è ritrovare l’equilibrio di una sana alimentazione. E anche in questa stagione come non apprezzare gli alimenti “freschi” con il loro apporto di fibre e sostanze antiossidanti, che, favoriscono il corretto bilanciamento di entrate caloriche e spese energetiche.

L’importante è fare attenzione a non eccedere e a cominciare ad applicare piccoli cambiamenti alla propria persona, cominciando a scegliere e non subire il cibo che mangiamo.

Buon Autunno!

 

04Ott

CURCUMA: PROPRIETÀ E BENEFICI

La curcuma sembra essere in grado di riattivare il meccanismo di autodistruzione all’interno delle cellule tumorali.” – Dr. Michael Greger

CURCUMA LA SPEZIA ORIENTALE DALLE MOLTEPLICI PROPRIETÀ

La curcuma viene dal rizoma della pianta Curcuma Longa e In India è conosciuta ed utilizzata da almeno 5’000 anni, come medicina, spezia e anche colorante.

Già nel 600 a.C. la curcuma veniva menzionata in un trattato di medicina Assira, e nel primo secolo d.C. il medico Dioscòride la classificò fra le piante dotate di virtù terapeutiche.

Sprezzantemente chiamata “zafferano dei poveri”, oggi la curcuma è considerata l’oro dell’India. Regala salute a chi ne fa un uso quotidiano e la sua reputazione a livello scientifico è sempre più emergente essendo tra i più potenti strumenti di cura di origine naturale.

La spezia che si ricava dalla curcuma, di un bel colore giallo dorato, contiene centinaia di componenti; tuttavia l’attenzione degli studiosi si è concentrata su uno in particolare: la curcumina.

Altri componenti della curcuma sono rappresentati da potassio, vitamina C e per il 26% da amido. Molto importante anche la presenza di olii eterici in grado di stimolare l’appetito e quelli amari che sono in grado di stimolare la formazione di enzimi digestivi.

Ma qual è il punto di maggior criticità nella farmacocinetica della curcuma? L’assorbimento senza dubbio. Gran parte della curcuma somministrata per bocca infatti, passa nel tubo gastroenterico (nell’uomo, come nel ratto, come nel cane) e va direttamente nelle feci, essendo assorbita solo in parte. Alcuni ricercatori hanno dimostrato come l’assorbimento e quindi la biodisponibilità della curcumina vengono aumentate esponenzialmente se assieme viene somministrata della piperina (principio attivo del comune pepe nero). I dati indicano come aggiungendo circa 20mg/kg di piperina, il tempo di assorbimento della curcumina si dimezzi, variando alcuni altri parametri della farmacocinetica e arrivando ad aumentare la biodisponibilità nel ratto di 154%, mentre nell’uomo del 2000%!

PROPRIETÀ CURATIVE E BENEFICHE DELLA CURCUMA 

In base a recenti studi è risultato che la curcumina potrebbe essere utile a contrastare l’insorgere di almeno otto tumori: colon (in primis), bocca, polmoni, fegato, pelle, reni, mammelle e leucemia.

 La curcuma viene impiegata nella medicina tradizionale indiana e in quella cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato e come antinfiammatorio. Queste proprietà salutari che vengono attribuite alla curcuma dalla tradizione popolare sono le stesse che oggi vengono confermate dalla medicina ufficiale, anche alla luce dei numerosissimi studi e scoperte che la scienza attuale ha ufficialmente confermato.

La cosa che ha “catturato” l’attenzione degli studiosi è il fatto che nei paesi asiatici e in particolare in India, dove il consumo di curcuma è altissimo, l’incidenza dei tumori è molto bassa.

Molto interessanti le proprietà antiossidanti della curcumina che sono in grado di trasformare i radicali liberi in sostanze inoffensive per il nostro organismo oltre naturalmente a rallentare l’invecchiamento del nostro patrimonio cellulare. Molto valida anche l’azione cicatrizzante della curcumina.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Cancer Research”, la curcuma avrebbe un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento del tumore alla prostata e all’intestino.

Si è inoltre constatato che l’effetto della curcumina è ancora più evidente quando associato ad un isotiocianato presente in verdure come il cavolo, i broccoli o il cavolo rapa.

La polvere di curcuma è l’ingrediente che dà il colore caratteristico al curry; il sapore è molto volatile mentre, al contrario, il colore si mantiene inalterato nel tempo. Per questo motivo è una sostanza che viene largamente impiegata nel ramo alimentare come colorante, il suo codice è E 100; alimenti come il formaggio, yogurt, mostarda, brodi vari in scatola e altri ancora vengono spesso colorati con derivati della curcuma.

Le potenti qualità antinfiammatorie, antisettiche, antitumorali della curcuma la rendono un bene prezioso ad ogni età.

12 POTENTI BENEFICI DELLA CURCUMA:

ANTINFIAMMATORIO:

Risulta essere eccellente contro ogni tipo di infiammazione. L’infiammazione può essere la causa di molte malattie, tra cui colon irritabile, disbiosi intestinale, pancreatite, artrite e malattie neurodegenerative. (Fonte)

PROTEGGE IL CERVELLO:

È dimostrato essere in grado di aumentare la capacità cognitiva e contrastare disturbi come la demenza e l’Alzheimer. Questi disturbi sono legati a bassi livelli di fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), e la curcumina è in grado di aumentare i livelli di BDNF nel cervello. (Fonte)

RIDUCE IL RISCHIO DI CANCRO:

La curcumina ha la capacità di combattere diversi tipi di cancro. E’ dimostrato che è efficace contro la leucemia e linfomi, tumori gastrointestinali, tumori genito-urinari, il cancro al seno, cancro ovarico, della testa e del collo carcinoma a cellule squamose, il cancro ai polmoni, il melanoma, tumori neurologici. (Fonte)

MIGLIORA LA DIGESTIONE:

La curcuma può essere utilizzata per contribuire a trattare una varietà di problemi digestivi, tra cui l’infiammazione del tubo digerente e la riduzione di gas e gonfiore. Ne basta un pò tutti i giorni può aiutare con quasi tutte le condizioni digestive. (Fonte)

RAFFORZA IL CUORE:

È dimostrato essere in grado di ridurre il colesterolo cattivo (LDL), rimuovere accumuli di placca nelle arterie, e prevenire la coagulazione del sangue.  (Fonte)

UTILE IN CASO DI ARTRITE REUMATOIDE:

La curcumina è nota per possedere proprietà anti-artritiche. Uno studio è stato eseguito su un gruppo di 45 persone. Coloro che hanno assunto la curcumina nel loro regime quotidiano ha avuto il più alto miglioramento dei sintomi dell’artrite.(Fonte)

MIGLIORA L’UMORE:

Uno studio ha coinvolto 60 volontari con la diagnosi di disturbo depressivo maggiore (MDD) e sono stati divisi in diversi gruppi per valutare l’effetto della curcumina rispetto alla fluoxetina (Prozac). Il risultato è stato che la curcuma non è soltanto efficace come il Prozac nella gestione della depressione, ma non porta con sé tutti gli effetti collaterali pericolosi che i farmaci anti-depressivi hanno. Secondo il documento, “Questo studio fornisce prima evidenza clinica che la curcumina può essere utilizzata come metodo efficace e sicuro per il trattamento in pazienti con MDD.” (Fonte)

ANTI-OSSIDANTE:

Numerosi studi hanno dimostrato le potenzialità di alcuni curcuminoidi di contrastare i radicali liberi presenti nell’organismo

RIPARAZIONE DELLE FERITE:

La curcuma veniva applicata sulle ferite per accelerarne il processo di guarigione sia nella medicina tradizionale umana che veterinaria. In effetti, la curcumina ha mostrato di possedere capacità di indurre una precoce riepitalizzazione, accelerando il processo di guarigione di ferite persino in situazioni difficili come quelle di pazienti diabetici. Fra l’altro la curcuma presenta anche una potente attività antimicrobica nei confronti sia di alcuni ceppi di batteri che di funghi patogeni, motivo per cui può essere particolarmente utile nella cura di ferite infette.

EPATOPROTETTORE:

Molti studi hanno provato come la curcuma protegga il fegato da un numero elevato di sostanze dannose, fra cui come abbiamo visto anche le aflatossine, in grado di indurre mutazioni cancerose. La curcuma ha inoltre effetto coleretico e colagogo, cioè aumenta la secrezione di bile e ne favorisce il suo afflusso all’intestino. Se questo è certamente interessante per patologie strettamente epatiche o digestive, dove avrà un generale effetto disintossicante, la curcuma è però sconsigliata per tutte quelle patologie che provocano un’ostruzione dei condotti biliari.

DISTURBI DELL’OCCHIO E DELLA VISTA:

Già la medicina tradizionale indicava l’uso della curcuma per il trattamento di diverse affezioni dell’occhio. La ricerca moderna ha dimostrato in effetti come questa radice possa essere utile per prevenire la formazione di cataratta cui vanno soggetti sopratutto gli anziani. Inoltre, la curcuma presente in prodotti commerciali come gocce oculari ha dimostrato di essere di aiuto in corso di malattie infettive, infiammatorie e degenerative dell’occhio. Presa per bocca inoltre sembra possa migliorare anche la condizione di pazienti affetti da uveite cronica di varia origine.

EFFETTO IPOGLICEMIZZANTE:

Diversi studi hanno provato l’efficacia della curcuma nel trattamento del diabete, specialmente quando vi siano delle resistenze all’insulina (come nel caso di soggetti obesi). I curcuminoidi e sesquiterpeni presenti negli estratti di Curcuma longa sono infatti capaci di abbassare i livelli di glucosio, nonché di diminuire le complicazioni generate dal diabete mellito.

COME UTILIZZARLA

Per un uso salutistico è sufficiente riuscire ad integrarla nella nostra dieta quotidiana. Un paio di cucchiaini da caffè al giorno sono la dose ideale; si può aggiungere a fine cottura di molti alimenti ma si può anche aggiungere a vari tipi di yogurt o farne una salsa. E’ importante ricordare che la curcuma va assunta insieme al pepe nero o al tè verde per facilitarne l’assorbimento. Non solo. Anche l’abbinamento a qualche grasso, tipo olio d’oliva, burro, o quant’altro, facilita l’assorbimento della curcuma.

 

04Ott

GLI ALIMENTI SIMILI AGLI ORGANI CHE CURANO

Nessuna malattia può guarire per contrapposizione, ma solo grazie al suo simile”. – Paracelso

SIGNATURA RERUM

 

La straordinaria dottrina delle “segnature” o “firme” si trova non solo negli antichi volumi di Theophrastus Bombastus Von Hohenheim detto Paracelso, nei quali egli svelò alla scienza la “Signatura Rerum”, ma anche negli studi del filosofo Jakob Böhme secondo cui il Creatore (l’Ordinatore Supremo) ha contraddistinto tutto ciò che ci circonda con un “segno” personale e caratteristico, attraverso un curioso linguaggio di simboli e di analogie.

Una pianta con parti somiglianti ad organi umani, apparati o funzioni è utile per curare o sostenere quegli organi, apparati o funzioni. Questo concetto è ben confermato dai cultori delle Medicine Naturali i quali e non solo per antica tradizione, affermano che un alimento o pianta con una forma o una struttura “somigliante” ad un organo corporeo o a una funzione fisiologica o ad un elemento presente nel corpo umano è considerato aver una funzione terapeutica e benefica per la persona che se ne nutre o lo assume secondo le modalità e quantità prescritte.

Alla fine del Cinquecento la dottrina delle segnature raggiunse la sua massima formulazione con la Fitognomica di Giovambattista Della Porta, autore di una sorta di «fisiognomica» delle piante, da lui messe in parallelo con le caratteristiche del corpo umano, e le cui fenomenologie sono chiavi indicative o «firme» delle loro proprietà medicamentose. In questa sua opera del 1588 (Phytognomonica) Della Porta indagò a lungo la vasta rete di corrispondenze segrete che intrecciano il mondo, e collegano non solo piante e uomini, ma anche minerali, animali, uomini, luoghi, stagioni, astri.

Già nell’antica Cina furono riconosciute queste “firme” infatti vi era una classificazione secondo la quale il colore e il sapore delle piante corrispondesse all’organo che andavano a curare:

• Giallo e dolce = milza
• Rosso e amaro = cuore
• Verde e acido = fegato
• Nero e salato = polmoni

Si ricordi che anche il principio fondamentale dell’Omeopatia, tratteggiato da Samuel Hahneman, descrive chiaramente la legge dei simili (similia similibus curantur).

Di queste osservazioni si è avvalso anche E. Bach sperimentando e poi utilizzando con successo i suoi famosi “fiori terapeutici” che si basano proprio sulle loro ben precise signature.

IL POMODORO FA BENE AL CUORE

Il pomodoro ha quattro camere ed è rosso come il sangue. È un frutto ricco di potassio e ferro, per questo è particolarmente importante per il cuore e il sangue. È inoltre ricco di un antiossidante (licopene), presente principalmente nella buccia, che migliora la prevenzione dell’osteoporosi e riduce il livello del colesterolo, nonché contiene beta carote e vitamina C.

LE NOCI SONO UTILI AL CERVELLO

La noce assomiglia a un encefalo in miniatura, con un emisfero destro e un emisfero sinistro, 2 cerebri in alto e 2 cervelletti in basso. Persino le rughe o pieghe della superficie richiamano la neo-corteccia. Le noci sono ricche di nutrienti molto importanti per il funzionamento del cervello. Da un punto di vista nutrizionale sono composte da un 16% di proteine, 12% di glucidi e 60% di grassi, per lo più monoinsaturi, ovvero grassi buoni come omega 3 e 6.

IL SEDANO RINFORZA LE OSSA

Il sedano, il bok choy, il rabarbaro e altre piante hanno una struttura che assomiglia proprio alle ossa. Questi alimenti sono specificamente diretti a rafforzare le ossa. Il sedano è composto per il 23% circa di sodio di buona qualità, che è la stessa quantità presente nelle ossa. Quando parliamo di sodio di buona qualità intendiamo quello che non proviene dal sale raffinato. Molto importante sia per le ossa che per la coagulazione del sangue è la presenza della vitamina K.

L’AVOCADO FA BENE ALL’UTERO

Avocado e pere sono mirati alla funzione e alla salute dell’utero e della cervice della donna ed hanno proprio l’aspetto di questi organi. Se ogni donna mangiasse almeno un avocado alla settimana, ridurrebbe il rischio di molte malattie. Infatti, l’avocado aiuta ad equilibrare gli ormoni, riducendo il rischio del cancro dell’utero e degli ovari. Aiuta inoltre a perdere peso dopo la gravidanza. Un’altra “coincidenza” curiosa: dal momento in cui nasce il fiore al momento in cui il frutto è pronto, passano 9 mesi!

LA PATATA DOLCE È OTTIMA PER IL PANCREAS

Le patate dolci assomigliano, secondo la signatura, al pancreas e di fatto possono agevolare l’equilibrio dell’indice glicemico, anche nei diabetici. Tra i vari benefici, la patata dolce è ricca di carotenoidi, pigmenti arancio-gialli, che svolgono un ruolo fondamentale per rispondere all’insulina, equilibrando il livello degli zuccheri nel sangue.

LA CAROTA FA BENE AGLI OCCHI

La carota affettata (per traverso) assomiglia molto all’occhio umano. Pupilla, iride e linee a raggiera sono evidenti. Quante volte non ce lo siamo sentiti dire! La carota aumenta il flusso sanguigno verso gli occhi, migliorandone il funzionamento. È, inoltre, ricca di vitamina A , fondamentale per la salute della pelle (anti invecchiamento) e la prevenzione di vari tipi di cancro.

L’ARANCIA È BENEFICA PER IL SENO

Pompelmi, arance e altri agrumi assomigliano alla ghiandola mammaria. Tra i molti benefici, l’arancia aiuta a prevenire il cancro del seno e ne migliora il circolazione linfatica. Come sappiamo è ricca di vitamina C, A e vi molte vitamine del gruppo B, che svolgono un ruolo importante per  la ricostituzione del collagene.

LO ZENZERO GIOVA ALL’INTESTINO

Come sappiamo è considerato un super alimento, per i molti benefici. Tra questi, grazie ai suoi enzimi, è utile per prevenire varie malattie dello stomaco, per migliorare la digestione e prevenire i crampi. Serve inoltre ad evitare l’ulcera e a mantenere la mucosa in buona salute.

I FUNGHI SONO UTILI ALL’UDITO

È uno dei rarissimi alimenti che contiene vitamina D, che è molto importante per la prevenzione della perdita dell’udito. Sono anche un’ottima fonte di minerali, in particolare di potassio, di alcune vitamine del gruppo B e di antiossidanti.

I FAGIOLI FANNO BENE AI RENI

Osservandoli bene hanno esattamente la forma del rene, con tanto di bacinetto e surrenali. Un altro alimento noto per le proprietà nutrienti, è anche molto importante perché aiuta a mantenere attive e funzionali le funzioni renali. Sono ricchi di proteine (23% ca), fibre (17% ca) e di carboidrati (51% ca), per questo sono molto calorici. Sono inoltre ricchi di vitamine A, B, C e E, nonché di sali minerali e oligominerali.

LE OLIVE SOSTENGONO LA SALUTE DELLE OVAIE E DELLE GHIANDOLE LINFATICHE

Approfondimenti clinici hanno inoltre dimostrato che il particolare rapporto fra gli acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi che caratterizzano la composizione dell’olio dell’oliva e la naturale presenza di tocoferoli e polifenoli, fanno sì che esso possegga una serie di preziose proprietà, quali un’azione ritardante l’invecchiamento cellulare, un azione preventiva nei confronti della formazione di calcoli biliari, un effetto antitrombotic

LE CIPOLLE PURIFICANO LE CELLULE

Le cipolle assomigliano, secondo la signatura, alle cellule del corpo. Si può notare il nucleo e gli strati di citoplasma. Le ricerche della scienza dell’alimentazione mostrano che le cipolle aiutano, in un certo senso, a ripulire i materiali di scarto da tutte le cellule del corpo. Stimolano anche la lacrimazione che pulisce gli strati epiteliali degli occhi anche da impurità. Le cipolle contengono Metionina che è un aminoacido grande purificatore delle cellule epatiche. La cipolla è utile come ottima prevenzione

L’ARACHIDE GIOVA AI TESTICOLI E ALLA LIBIDO

Oltre alla vitamina E ed all’Inositolo ed allo Zinco in esse contenuti, che favoriscono la fertilità, molte persone non si rendono conto che l’Argentine, componente del Viagra, viene dall’arachide. Se snoccioli un’arachide ed apri il seme in due, all’estremità troverai un simbolo piccolissimo: un coniglietto che simboleggia la fertilità, la fecondità e l’abbondanza, anche se tradizionalmente sono state inserite tra la frutta secca in realtà si tratta di un legume (Arachis Hypogea) che in greco significa “sottoterra”. D’origine americana l’arachide ha una ricchezza di proteine vegetali e grassi con molti sali come fosforo (importante per la molecola base dell’energia ATP (adenosintrifosfato).

IL PISTACCHIO CONTRO I CALCOLI BILIARI

Guardando bene la forma del pistacchio, la consistenza ed il colore ricordano veramente un calcolo biliare di colesterolo. Alcuni ricercatori americani invitano a consumarne 30 grammi al giorno (1 tazzina) 5 volte alla settimana in quanto possono aumentare il livello del colesterolo HDL (quello cosiddetto buono). Il pistacchio ha inoltre la capacità di tenere sotto controllo la pressione e prevenire l’ipertensione. Ricco di antiossidanti come la luteina e betacarotene. Questi antiossidanti evitano che le pareti dei vasi sanguigni si ricoprano di colesterolo. Per meglio comprendere la capacità del pistacchio di spaccare questi depositi di colesterolo bisogna risalire alla “signatura” della pianta che lo produce. La Pistacia Terebinthus è un arbusto particolarmente forte che non soffre né caldo né vento né siccità né altre intemperie e le sue radici sono in grado di spaccare rocce e sassi (in Sicilia la Pistacia è anche chiamata “spaccasassi”) per aprirsi una via di crescita anche nei terreni più difficili. Si capisce ora come possa agire sulle concrezioni di grassi nelle arterie.

I FICHI CONTRASTANO LA STERILITÀ MASCHILE

I fichi sono pieni di semini (che ricordano gli spermatozoi), e quando crescono pendono dal ramo a coppie come i testicoli. I fichi, per la signatura rerum, migliorano la qualità dello sperma maschile, aumentando i numero degli spermatozoi e rinforzandoli; contrastano così la sterilità maschile. Il fico ricorda, osservandolo bene, anche l’interno dell’intestino tenue con i suoi villi intestinali per cui i fichi sono utili anche come blandi lassativi. Molti autori affermano che sono indicati anche per i disturbi dell’utero.

LA BANANA È LEGATA ALL’ORGANO SESSUALE MASCHILE

La banana è simbolicamente legata alla forza dell’organo sessuale maschile. È vero! Sembra una forzatura goliardica ma non lo è. Energia: con sole 100 calorie circa, la banana contiene saccarosio, fruttosio e glucosio, che forniscono un immediato rifornimento d’energia. Gli sportivi mangiano per questo motivo le banane prima e dopo la loro attività. Buon umore: Banana è un frutto di longevità. Il triptofano contenuto nella banana, è un aminoacido essenziale responsabile per la produzione di serotonina. La serotonina è un ormone che riduce lo stress e migliora il tono dell’umore.

Ogni essere che si trova nell’universo, secondo la sua natura e costituzione, contribuisce alla formazione dell’universo stesso, col suo agire e con il suo patire, nella stessa maniera in cui ciascuna parte del singolo animale, in ragione della sua naturale costituzione, coopera con l’organismo nel suo intero, rendendo quel servizio che compete al suo ruolo e alla sua funzione. Ogni parte, inoltre, dà del suo e riceve dalle altre, per quanto la sua natura ricettiva lo consenta”. – Plotino

 

15Ago

LE 7 ABITUDINI DELLE PERSONE INFELICI

Basta poco per rendere felice una vita; è tutto dentro di te, nel tuo modo di pensare.” – Marco Aurelio

COSA CI RENDE INFELICI

 

Le circostanze esterne possono certamente rendere la nostra vita complicata, ma un ruolo estremamente importante – spesso decisivo – nel costante tentativo di essere felici è svolto dal nostro pensiero, dai nostri comportamenti, dalle nostre abitudini.

Se sulle circostanze esterne spesso non abbiamo il potere di incidere perché al di fuori della nostra sfera di influenza, il nostro atteggiamento e le nostre abitudini sono invece elementi sui quali abbiamo la possibilità di esercitare un controllo totale.

Ecco degli esempi di alcune delle abitudini quotidiane più distruttive che le persone infelici si creano da sole e che contribuiscono a minare in modo decisivo la loro felicità.

1) TEMONO IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI

 Molte persone hanno una preoccupazione costante nei confronti delle opinioni e dei giudizi degli altri al punto che, pur di non prestare il fianco a critiche o commenti negativi, di fatto scelgono di non esporsi, rimangono dietro le quinte e finiscono per vivere un’esistenza estremamente limitata. Ma perché precluderti interessanti esperienze e stimolanti novità solo perché qualcun altro potrebbe fare dei commenti su di te?

  • Come superare questa abitudine

Prendi consapevolezza del fatto che gli altri si preoccupano di ciò che dici e di ciò che fai molto meno di quanto pensi

Rilassati, perché non c’é nessun riflettore puntato su di te.

Cambia prospettiva: invece di pensare costantemente a te stesso e a come gli altri ti percepiscono, concentra la tua attenzione sugli altri e sui loro bisogni. Ascoltali, aiutali. Questo ti aiuterà a incrementare la tua autostima e a limitare la tua visuale egocentrica. 

2) SI COMPLICANO LA VITA 

La vita è spesso già troppo complicata di per sé. Ma altrettanto spesso siamo noi stessi a renderla ancora più complicata di quanto effettivamente non sia, e questo nostro atteggiamento contribuisce in modo decisivo a innalzare i nostri livelli di stress e insoddisfazione. È vero che il mondo è sempre più complesso, ma questo non significa che non puoi iniziare a creare già oggi delle nuove abitudini che rendano la tua vita un poco più semplice. 

  • Come superare questa abitudine

Invece di dedicarti contemporaneamente a mille e più attività tra la frenesia e la confusione, prova a stabilire ogni giorno 2-3 priorità su cui focalizzare la tua attenzione e occupati soltanto di esse. Hai troppe cose che contribuiscono a creare caos e confusione. Inizia a prendere l’abitudine di domandarti con regolarità: “ho usato questa cosa nell’ultimo anno?”. Se la risposta è no, buttala o regalala senza pensarci troppo!

Comunica: non aspettarti che gli altri siano in grado di leggere nella tua mente e di anticipare sempre le tue aspettative. Esprimi ciò che senti, fai domande quando non capisci e non dare nulla per sottinteso o per scontato. Questo ti aiuterà a ridurre al minimo conflitti inutili e incomprensioni.

Disconnettiti: non lasciarti ossessionare dal bisogno di essere costantemente connesso a internet, inviare l’ennesimo sms o rispondere al telefono mentre stai parlando con una persona. Quando ti senti sopraffatto dalle circostanze, in preda allo stress e alla confusione, semplicemente fermati. Siediti comodamente e concentrati sul tuo respiro per alcuni minuti senza fare nulla e senza pensare ad alcunché. 

3) ASSOCIANO LA FELICITÀ ALLA PERFEZIONE 

È forse necessario che la tua vita sia perfetta affinché tu possa ritenerti felice? Se credi che la perfezione sia la premessa indispensabile della felicità, allora con tutta probabilità sei destinato a rimanere deluso dalla verità dei fatti. La felicità non puoi trovarla nella perfezione, quanto piuttosto nella capacità di sapere gestire il mondo di imperfezioni e difetti che contraddistingue te e il mondo che ti circonda.

  • Come superare questa abitudine

“Buono” va benissimo: mirando alla perfezione di solito significa arrovellarsi su un’idea o un’iniziativa e non portarla mai a termine. Ciò che è buono spesso è ciò di cui hai bisogno, senza necessità di arrivare alla perfezione. Questo non significa agire pigramente o non aver cura dei dettagli, ma riconoscere il valore di ciò che già è ben fatto pur non essendo ancora perfetto.

Ogni volta che ti dedichi a un progetto o a un’iniziativa, poniti una scadenza entro cui completarla. Arrivato alla scadenza, considera come completato il lavoro: questo ti aiuterà a liberarti dell’idea che il progetto richieda ancora delle rifiniture forse inutili.

Prendi consapevolezza del fatto che il mito della perfezioni ti costa moltissimo in termini di energie fisiche e mentali. Fai del tuo meglio per fare bene le cose e poi rilassati, senza ossessionarti. Ne guadagnerai in serenità e in qualità della vita e delle relazioni.

 4) VIVONO IN UN MARE DI VOCI NEGATIVE

Nessuno è un’isola. Coloro con i quali socializziamo, ciò che leggiamo, guardiamo e ascoltiamo ha un notevole effetto sul nostro pensiero e sul nostro stato d’animo. Diventa molto più difficile essere felice se ci si lascia trascinare giù dalle voci negative di coloro che sono intorno a noi. Molte voci che sanno guardare l’esistenza soltanto da una prospettiva negativa ci dicono costantemente che la vita è piena di difficoltà, pericoli, limiti e paure. 

  • Come superare questa abitudine

Lo strumento più potente che hai a disposizione è quello di sostituire le voci negative e pessimiste con pensieri e influssi positivi: questo semplice approccio può aprirti un nuovo mondo. Prova allora a trascorrere più tempo con persone positive e solari, ascolta musica e leggi libri che ti ispirino, ti facciano sorridere e pensare alla vita in un modo nuovo.

5) RIMANGONO BLOCCATI NEL PASSATO E SI PREOCCUPANO DEL FUTURO 

Trascorrere molto del tuo tempo con la mente nel passato e rivivere vecchi ricordi dolorosi, conflitti e opportunità, può fare davvero male. Trascorrere molto del tuo tempo con la mente nel futuro preoccupandoti degli scenari peggiori che potrebbero accaderti in salute, in amore e sul lavoro, può fare ancora più male. Non fermarti a cogliere in pieno e ad assaporare il “qui e ora” può farti rinunciare a una miriade di esperienze meravigliose.

  • Come superare questa abitudine

E’ praticamente impossibile non pensare al passato o al futuro. Ed è ovviamente importante saper pianificare il futuro e cercare di imparare dal passato. Ma soffermarsi troppo a lungo sul domani o sullo ieri raramente è di troppo aiuto.

Prova allora, ogni volta che puoi, a vivere semplicemente nel momento presente. Concentrati su quello che stai facendo, qualsiasi cosa tu stia facendo, anche la più banale. Se stai spazzando il pavimento, dedicati esclusivamente a questo, senza pensare ad altro. Se stai parlando con qualcuno, dedicagli la tua completa attenzione, senza distrazioni. E così via…

6) CONFRONTANO LA PROPRIA VITA CON QUELLA DEGLI ALTRI

Un’abitudine quotidiana molto diffusa e allo stesso tempo estremamente distruttiva è quella di confrontare continuamente la propria vita con quella delle altre persone. Si mettono a confronto automobili, case, posti di lavoro, scarpe, denaro, relazioni, popolarità sociale e così via. E così facendo si finisce per annientare la propria autostima e generare una mole significativa di sensazioni negative.

  • Come superare questa abitudine

Prova a sostituire questa abitudine distruttiva con altre due diverse abitudini.

Confrontati con te stesso. Per una volta, lascia stare gli altri e concentrati soltanto su te stesso. Valuta quanto sei cresciuto, cosa hai raggiunto, quali progressi hai compiuto verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi. Questa abitudine ha il vantaggio di generare gratitudine, apprezzamento e gentilezza verso te stesso, perché ti offre l’occasione di osservare da dovei sei venuto, gli ostacoli che sei riuscito a superare e tutto ciò che di buono sei stato in grado di compiere.

Sii gentile. Il modo di pensare e di comportarsi verso gli altri riveste un ruolo considerevole su come pensi e come ti comporti verso te stesso. Più giudichi e critichi gli altri, più tenderai a giudicare e a criticare te stesso. Più sarai gentile e disponibile con gli altri, più lo sarai con te stesso. Luca 6:27 “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati”.

Concentrati sulle cose positive presenti in te stesso e nelle persone intorno a te. Apprezza ciò che di positivo c’è in te stesso e negli altri.

7) SI CONCENTRANO SUGLI ASPETTI NEGATIVI DELLA PROPRIA VITA

Focalizzarti costantemente e in modo pressoché esclusivo sugli aspetti negativi di qualsiasi situazione è la via maestra per condurti all’infelicità. E per far crollare il buon umore di coloro che ti sono intorno. Non è uno scenario molto attraente, vero? 

  • Come superare questa abitudine

Il superamento di questa abitudine può essere tutt’altro che agevole. Un approccio molto spesso efficace è quello di liberarsi dal vizio del perfezionismo: accetta che le cose e le situazioni abbiano i loro aspetti positivi e negativi piuttosto che pensare che tutti i dettagli debbano necessariamente essere a posto in modo impeccabile. In questo modo puoi riuscire in modo più agevole a lasciarti scivolare via sia emotivamente che mentalmente ciò che è negativo, invece di soffermarti su di esso e amplificarne la portata.

Un’altra soluzione vincente è semplicemente quella di concentrare i tuoi sforzi e le tue energie sull’essere costruttivo, anziché lasciarti vincere dall’abitudine di lamentarti di ogni dettaglio negativo.

01Ago

COLONNA VERTEBRALE: SCIATICA, ERNIA AL DISCO, SCOLIOSI

Se la tua colonna vertebrale è inflessibile e rigida a 30 anni, sei vecchio; se è completamente flessibile a 60, sei giovane. Pertanto cura la tua colonna vertebrale mantenendola mobile: è di fondamentale importanza. Hai solo una colonna vertebrale: abbine cura”. – Joseph Pilates

LA COLONNA VERTEBRALE

Premessa: questa pagina tratta di un modello eziologico che spiega le cause psichiche delle cosiddette malattie.

Per seguire questo approccio è fondamentale avere dimestichezza con la funzione biologica dei tessuti coinvolti e sapere riconoscere le fasi del processo.

Il mal di schiena, la sciatica, l’ernia discale, la scoliosi, come tutte le condizioni che interessano i tessuti muscolari, cartilaginei e ossei, sono processi condotti dall’innervazione della sostanza bianca, secondo lo schema embrionale del mesoderma recente.

Muscoli, cartilagini e ossa in Fase Attiva fanno necrosi e/o atrofia (senza sintomi), mentre in PCL gonfiano con edemi di riparazione (con sintomi e dolori) e proliferazione cellulare (con eccedenza).

La colonna vertebrale attraversa tutto il busto con funzione di sostegno, ma in base al movimento a cui è preposto, ogni gruppo di vertebre si attiva per affrontare gli ostacoli inaspettati della vita.

Ecco allora che per le cervicali la percezione biologica che attiva la reazione fisiologica è “non sentirsi all’altezza“. Il dolore e i sintomi in quell’area si presentano quindi 1 o massimo 2 ore dopo la precisa percezione di “finalmente c’è l’ho fatta, sono stato all’altezza” in un atto materiale, concreto. Nel caso di sintomi cronici ci si trova, come sempre, in un loop di recidive che mantengono la condizione per lunghi periodi.

L’area della vertebra D1, con muscoli e cartilagini attigui, entra in fase attiva per un sentito di “dover abbassare la testa“. I dolori compaiono quindi dopo “essere riusciti a rialzare la testa“.

L’area delle vertebre D2 e D3 si attiva per il “non riuscire a portare un peso sulla groppa“, sono le vertebre su cui poggia il giogo. I sintomi si manifestano dunque in seguito a “sono riuscito a liberarmi di questo peso da portare“, ovvero ci si è liberati con un atto concreto anche apparentemente piccolo, così i tessuti che erano sotto stress possono iniziare a ripararsi.

L’area delle vertebre dalla D4 alla D8 si attiva con una percezione di “mi sento chiuso dentro“, senza libertà per la mia esistenza (stesso sentito cui fa riferimento frontalmente lo sterno). Un improvviso dolore in quella zona è una soluzione (1-2 ore prima) di “ho ripreso il mio diritto di esistere“. Sintomi cronici o condizioni molto accentuate sono, lo ricordo, situazioni che perdurano in routine continue in cui si è in qualche modo incastrati.

L’area delle vertebre dalla D10 alla L2 corrisponde alla “groppa“, e la reazione in fase attiva avviene quando “qualcuno mi salta in groppa, mi sottomette“. I sintomi compaiono proprio nel momento in cui “non riuscivo a sgropparmi di dosso quella persona, adesso ce l’ho fatta“.

L’area delle vertebre dalla L3 alla L5 fino al Sacro risponde al non sentirsi valido come interlocutore, non ascoltato. Una percezione che si inserisce nel ruolo che una persona ha all’interno della società (lavoro, famiglia): sono le vertebre che permettono alla bestia di ergersi sulle sue zampe posteriori, ergersi di fronte al branco.

Mentre la L4 riguarda una svalutazione più prettamente nel ruolo sessuale “non sentirsi validi come partner sessuale“, la L5/S1 riguarda un “non sentirsi valido come interlocutore“, “non avere voce in capitolo“, per esempio: “non mi ascolta mai, la mia parola non conta niente“.

Un mal di schiena lombare improvviso appare dunque quando “finalmente ho avuto voce in capitolo, sono stato ascoltato“.

L’area del coccige ha a che fare con un sentirsi sottomesso, “non essere riuscito a evitare di prenderla in quel posto“.

La cosiddetta “sciatica” è dovuta nella maggioranza dei casi (analogamente al comune mal di testa), alla compressione dei nervi sciatici da parte degli edemi di riparazione (PCL) dei tessuti nell’area lombo-sacrale, compressione che produce il dolore percepito lungo la gamba, spesso non statico ma come punti dolorosi che si spostano, in base al modo in cui il nervo viene compresso. Se invece il dolore viene percepito su tutta la lunghezza del nervo, è probabile che si tratti di nevralgia, ovvero infiammazione ectodermica del nervo stesso che si manifesta in soluzione PCL di conflitti di separazione.

La comune ernia al disco a livello L5/S1 spesso accompagnata da compressioni al nervo sciatico, è quindi il risultato di lunghi periodi di recidive, situazioni-gabbia all’interno del proprio ambiente (lavoro, famiglia…) in cui ci si sente di “non essere un valido interlocutore, non essere ascoltato, non avere voce in capitolo“.

Come tutti i programmi biologici del neo-encefalo, anche i sintomi della colonna vertebrale seguono le leggi di lateralità, per rapporto a mamma o papà.

La scoliosi (come tutti gli altri spostamenti della spina dorsale) è quindi il risultato di un lungo permanere dell’organismo, durante lo sviluppo, in una posizione in cui le vertebre, le cartilagini o i muscoli necessitano di mantenersi in fase attiva con necrosi e atrofia, in modo più o meno accentuato, in base alle percezioni biologiche che abbiamo elencato sopra.

Siccome il processo avviene, secondo lateralità, su un lato più che sull’altro, muscoli e vertebre si sviluppano in modo diverso creando la curva scoliotica. Di solito la curva ad S denuncia una conflittualità in una area nello scheletro e la curva successiva è la conseguenza compensatoria della prima.

IL DOLORE

Per quanto riguarda il dolore, questo è dovuto:

  • Rispetto alle ossa, allo stiramento del periostio innervato dalla corteccia cerebrale;
  • Allo schiacciamento meccanico dei nervi per i gonfiori;
  • Nei muscoli per diretta conseguenza della trazione degli edemi nei tessuti.

Questo almeno all’inizio, e in una curva bifasica teorica.

Il problema dei tessuti neo-mesodermici è che, successivamente, il conflitto può diventare locale, cioè è lo stesso dolore a creare attenzione e svalutazione, producendo recidive nella zona e spesso prolungando la convalescenza (un approfondimento sui conflitti locali nella monografia LE RECIDIVE).

Da non dimenticare poi il contributo che può portare il “conflitto del profugo” che, aumentando il volume degli edemi nel corpo, aumenta a dismisura anche i dolori.

 

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Testo tratto dall’articolo di Mauro Sartorio, Fondatore di 5LB Magazine, autore del libro “Noi Siamo Il Nostro Corpo”, vice-presidente di Salute Attiva Onlus, si occupa di sviluppo dell’attenzione corporea.

Un modo di procedere che adotta il grado di dettaglio acquisito dalla Formazione Professionale 5LB, che in sé non è la dimostrazione di qualcosa (non in questo contesto) ma fornisce strumenti precisi per permettere a chiunque di verificare questi fenomeni di persona. Per i principianti sarà necessario leggere almeno la nostra introduzione alle 5 Leggi Biologiche.

Per un dettagliato approfondimento della eziologia 5LB è consigliato lo studio del libro Noi Siamo Il Nostro Corpo, di cui questo testo è un estratto.

 

La colonna vertebrale ha due estremità. L’inizio è il centro sessuale, la fine il sahasrara, il settimo centro in cima alla testa. L’inizio della spina dorsale è collegato alla Terra, e il sesso rappresenta la cosa più terrena in te. Dal primo centro della tua spina dorsale sei in contatto con la natura, con quella che il Shankya ha definito prakriti, la Terra, il materiale. Dall’ultimo centro, o secondo polo, il sahasrara, situato nella testa, sei in contatto con il divino. Questi sono i due poli della tua esistenza”. – Osho Rajineesh

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