“Le uova non aumentano il colesterolo; fanno esattamente il contrario”. – Rick Warren
COS’È IL COLESTEROLO
Il colesterolo non è un grasso, è un alcool, un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi steroidei. Nel nostro organismo svolge diverse funzioni biologiche, importanti ed ESSENZIALI: è un componente FONDAMENTALE delle membrane cellulari, di cui regola fluidità e permeabilità; è il precursore della vitamina D, dei sali biliari e degli ormoni steroidei, sia maschili che femminili (testosterone, progesterone, estradiolo, cortisolo ecc.). Inoltre il colesterolo serve a nutrire il cristallino, infatti la terapia contro il colesterolo ha come effetto collaterale l’opacizzazione del cristallino. Insomma senza colesterolo non esisteremmo.
Vi è un’esigenza di colesterolo! Per cui se non ne mangiamo abbastanza, ne produciamo di più, perché il colesterolo è vitale.
Nonostante questo ruolo biologico di primo piano, quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma può trasformarsi in un nemico della nostra salute.
Attenzione però, il colesterolo pericoloso è quello “ossidato”.
In pratica per capire se siamo in una condizione di pericolo, non solo dovremo avere HDL basso, LDL alto, ma anche uno stato di infiammazione silente, evidenziato dall’esame proteina Creattiva HS (ad alta sensibilità) alterato.
Bisogna subito chiarire che il colesterolo presente nel sangue (quello che valutiamo dagli esami ematochimici) è prodotto per l’80% dal fegato, mentre solo il restante 20% lo si ricava dagli alimenti.
Il Colesterolo non è solubile, ed ha quindi bisogno di speciali proteine che consentano di trasportarlo nel torrente ematico e “consegnarlo” ai tessuti che ne hanno bisogno.
Queste proteine “da transito” si chiamano HDL, LDL, IDL, VLDL ed insieme al Colesterolo trasportano anche i trigliceridi (i grassi che dovrebbero servire per l’energia).
COLESTEROLO BUONO E CATTIVO
Perché si parla di “colesterolo LDL cattivo” e “colesterolo HDL buono”?
I trigliceridi (il carburante) e il colesterolo (la struttura) viaggiano insieme. Il viaggio parte dal fegato che sintetizza il colesterolo e lo scarica via insieme ad altri grassi trasportati dalle “proteine vettura” VLDL. Mano a mano che le VLDL scaricano trigliceridi si alleggeriscono e diventano IDL. Successivamente le IDL, finito di scaricare trigliceridi alle varie cellule incaricate di immagazzinarli o di utilizzarli per produrre energia, si trasformano in LDL ed iniziano a consegnare il colesterolo agli organi. Le HDL, invece, hanno un percorso a ritroso, trasportano il colesterolo dalla periferia al fegato. Esse si occupano di ripulire i vasi dal colesterolo in eccesso e lo riportano al fegato per essere riciclato o per eliminarlo attraverso la bile.
PROBLEMI E STILI DI VITA
La qualità e l’equilibrio tra HDL e LDL dipendono sicuramente dallo stile di vita. In relazione a questi termini vediamo dove iniziano i problemi e perché.
Abbiamo visto che le LDL trasportano il colesterolo dal fegato e lo consegnano al circolo. Ma, durante il tragitto, i radicali liberi, oppure la troppo alta concentrazione di zuccheri nel sangue, può alterarle, il “colesterolo” diventa appiccicoso, viene scaricato e aderisce sulle pareti delle vene e delle arterie, provocando placche ed arteriosclerosi. Se le placche si accumulano fino a ostruire il flusso del sangue al cuore si rischia l’infarto, mentre se l’occlusione riguarda il flusso al cervello si arriva all’ictus.
Quindi, mentre le HDL sono considerate “buone” perché hanno una struttura molecolare liscia e più grande tanto da portar via il colesterolo, rimuovendo anche parte delle placche dalle arterie, le LDL invece, per il ruolo che esercitano, si sono conquistate una bruttissima reputazione diventando quelle “cattive”, portando pessima fama anche al colesterolo.
IL COLESTEROLO E IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Bisogna innanzitutto premettere che il “colesterolo alto” è sempre una condizione ereditaria, non è mai legato a quello che si mangia ma quello che si mangia potrebbe modularne la discesa o la regolazione.
Inoltre è importante spiegare perché guardare al livello totale di colesterolo non è corretto, e soprattutto perché non dà una indicazione precisa sul livello di rischio cardiovascolare.
Utilizzare semplicemente il valore del colesterolo totale come parametro di rischio è quantomeno semplicistico. Infatti è possibile avere valori di colesterolo elevati ma con una predominanza di particelle LDL espanse, ed essere dunque a basso rischio, o avere valori di colesterolo nella norma, ma con una predominanza di particelle LDL dense (situazione molto comune) ed essere quindi ad elevato rischio cardiovascolare. Le analisi del sangue non misurano direttamente le LDL, né la concentrazione di particelle dense (pericolose) rispetto a quelle espanse (“buone”).
Bisogna quindi indagare il colesterolo totale, quello parziale e lo stato di infiammazione silente valutato dalla PCR ad alta sensibilità.
LA REALZIONE TRA HDL E TRIGLICERIDI
Per stabilire il grado di rischio cardiovascolare è meglio prendere in esame il livello di trigliceridi e di HDL. C’è, infatti, una relazione molto significativa tra questi due parametri.
Negli adulti, il rapporto trigliceridi/HDL-colesterolo “buono” dovrebbe essere inferiore a 2 (basta dividere il livello dei tuoi trigliceridi per il tuo colesterolo HDL).
E, poiché il colesterolo HDL (lipoproteina ad alta densità) è protettivo contro le malattie cardiache, più basso è il rapporto, migliore è la prognosi (cioè l’aspettativa di vita senza attacchi cardiaci). In altre parole, più bassi sono i tuoi trigliceridi, più alto è il tuo HDL e più piccolo diventa questo rapporto.
I trigliceridi sono i grassi che viaggiano all’interno del nostro corpo. Sono il carburante migliore e anche quello preferito dal nostro organismo che li utilizza per far funzionare muscoli e cuore. Quando si ingerisce un’elevata quantità di carboidrati, il nostro corpo non riesce ad utilizzarli tutti insieme, si vede così costretto ad immagazzinarli. Gli zuccheri vengono quindi convertiti in grassi, trasportati sotto forma di trigliceridi ed immagazzinati nell’adipe, tra gli strati dei tessuti muscolari ed intorno e dentro agli organi. Se questa situazione è cronica, il valore dei trigliceridi nel sangue aumenta.
In caso di insulino-resistenza le cose peggiorano ulteriormente.
La cellulite, lo strato di grasso sull’addome e le maniglie dell’amore sono tutte una rappresentazione visiva di trigliceridi messi da parte e di insulina alta.
Per regolare quindi la sintesi del colesterolo e ridurre l’accumulo di trigliceridi bisogna mettere in atto l’evitamento delle 3P (PPP) + A: pane, pasta e pizza + alcool.
Il messaggio corretto dovrebbe essere: “Mangia meno pasta, pizza, pane, alcool e zuccheri, e il colesterolo scende!”
MENO ZUCCHERI E ALCOOL = MENO LDL DENSE
Quando teniamo costanti e giusti i livelli di zucchero nel sangue, evitando gli amidi e i carboidrati ad alto indice glicemico, si riducono anche i trigliceridi e di conseguenza si riducono anche le LDL ad alta densità (che sono il vero rischio).
Se l’alimentazione è bilanciata, tutto va a meraviglia e il flusso di trigliceridi derivati dal cibo e da quelli estratti dalle riserve di grasso è pari a quello bruciato nei mitocondri. In questo caso le LDL presenti nel sangue sono generalmente basse.
ECCO COSA SUCCEDE CON TROPPI CARBOIDRATI
Quando invece l’alimentazione è ricca di carboidrati (ad esempio quando mangiate un piatto di pasta col formaggio o una pizza), l’insulina viene stimolata in maniera eccessiva, il che comporta l’immagazzinamento degli zuccheri in eccesso sotto forma di adipe, l’aumento di trigliceridi e di LDL ad alta densità.
PIÙ INSULINA = PIÙ COLESTEROLO
L’insulina influenza i livelli di lipidi ematici (la quantità di trigliceridi nel sangue) anche in maniera diretta: alti livelli di insulina (indotti dai troppi carboidrati sfavorevoli) aumentano la produzione dell’enzima HMG-CoA riduttasi, uno degli enzimi deputati alla produzione di colesterolo nel fegato.
INDICAZIONI ALIMENTARI DA SEGUIRE PER RIDURRE IL COLESTEROLO
Innanzitutto bisogna mangiare, mangiare bene, ma mangiare! Perché il colesterolo si alza molto nel digiuno. Gli anoressici, infatti, hanno il colesterolo altissimo! In pratica il corpo sintetizza in eccesso quello che gli serve quando non gli viene dato dall’esterno.
Per incrementare poi i livelli di HDL si devono mangiare grassi di buona qualità, come gli omega-3 del pesce, ridurre i grassi che contengono gli omega-6, EVITANDO ad esempio le carni rosse e grasse.
Basta capire che mangiando i cibi giusti non è poi così impossibile tenere a bada il colesterolo e i trigliceridi, e poi è molto importante non commettere quel grave errore di seguire delle diete povere di nutrienti, perché nessuna dieta può essere definita salutare se essa comprende fame e privazione di cibo, e non c’è bisogno di escludere nessun gruppo di cibi: al nostro corpo servono i carboidrati, le proteine, gli zuccheri, le vitamine, tutto, purché non in quantità eccessive, ecco perché non possiamo eliminare niente di ciò che mangiamo, ma possiamo sostituirli con altri alimenti dello stesso gruppo alimentare, che però hanno un basso contenuto di zuccheri e grassi.
Per abbassare i grassi bisogna cambiare lo stile alimentare non lo stile di vita, perché non siamo debilitati o malati, dobbiamo solo prevenire!
I farmaci che abbassano il colesterolo non possono apportare tutti i benefici tipici di un’alimentazione sana. Non riducono infatti il girovita né la pressione arteriosa. Non contengono fibre né vitamine. Quindi, sebbene in certi casi possano essere utili, non possono sostituire un sano riordino della dispensa e del frigorifero”. – Neal Barnard