10Dic

DOLCIFICANTI NATURALI

Adottare dolcificanti naturali non è solo una scelta salutare, ma anche un passo verso una dieta più equilibrata e sostenibile, senza rinunciare al gusto.” – Dr. Sarah Brewer, nutrizionista clinica e autrice di libri sulla salute

DOLCIFICARE SENZA PENSIERI:
GUIDA AI MIGLIORI DOLCIFICANTI NATURALI

Negli ultimi anni, sempre più persone cercano alternative allo zucchero per dolcificare cibi e bevande senza rinunciare al gusto e alla salute. Dai dolcificanti zero calorie come la stevia e il monk fruit, alle opzioni ricche di nutrienti come miele e zucchero di cocco, il mercato offre soluzioni per ogni esigenza. Ma quali sono le loro reali proprietà? Qual è l’impatto sull’indice glicemico e sul nostro benessere?

In questo articolo ti guideremo alla scoperta dei dolcificanti naturali più diffusi, analizzandone benefici, calorie e utilizzi, per aiutarti a scegliere quello più adatto al tuo stile di vita. Perché dolcificare in modo consapevole è il primo passo verso una dieta più sana e bilanciata.

DIECI ALTERNATIVE ALLO ZUCCHERO

1. STEVIA

 Origine: Estratta dalle foglie della pianta Stevia rebaudiana.

 • Principio attivo: Steviosidi e rebaudiosidi.

 • Potere dolcificante: 200-300 volte più dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: 0 (non influenza i livelli di zucchero nel sangue).

 • Apporto calorico:0 calorie.

PROPRIETÀ:

• Ottima per diabetici e diete a basso contenuto di zuccheri.

 • Resistente al calore, quindi adatta per la cottura.

SVANTAGGI:

Può lasciare un retrogusto di liquirizia o amaro, a seconda della purezza.

 

2. MONK FRUIT (FRUTTO DEL MONACO) 

 • Origine: Estratto dal Siraitia grosvenorii, una pianta originaria della Cina.

 Principio attivo: Mogrosidi.

 • Potere dolcificante: 150-250 volte più dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: 0.

 • Apporto calorico: 0 calorie.

PROPRIETÀ:

 • Non causa picchi glicemici.

 • Spesso combinato con altri dolcificanti per migliorare il gusto.

SVANTAGGI:

Può essere costoso e difficile da trovare puro.

 

3. MIELE

 • Origine: Prodotto naturale delle api.

 • Principio attivo: Fruttosio, glucosio, minerali, antiossidanti.

 • Potere dolcificante: Paragonabile o leggermente superiore allo zucchero.

 • Indice glicemico: 45-65 (varia in base al tipo).

 • Apporto calorico: 304 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Ricco di antiossidanti e proprietà antibatteriche.

 • Fonte di energia rapida.

SVANTAGGI:

Ha un impatto glicemico maggiore rispetto ad altri dolcificanti naturali.

 

4. SCIROPPO D’AGAVE

 • Origine: Estratto dall’agave blu.

 • Principio attivo: Principalmente fruttosio.

 • Potere dolcificante: 1,4 volte più dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: 15-30 (basso).

 • Apporto calorico: 310 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Adatto a chi cerca dolcificanti con basso IG.

 • Si scioglie facilmente, ideale per bevande.

SVANTAGGI:

Elevato contenuto di fruttosio, che può essere metabolizzato dal fegato e trasformato in grasso.

 

5. ZUCCHERO DI COCCO

 • Origine: Estratto dalla linfa dei fiori della palma da cocco.

 • Principio attivo: Saccarosio (70-80%), piccole quantità di minerali e fibre come l’inulina.

 • Potere dolcificante: Simile allo zucchero da tavola.

 • Indice glicemico: 35-54 (basso-moderato).

 • Apporto calorico: 375 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Contiene tracce di minerali e fibre benefiche.

 • Sapore leggermente caramellato.

SVANTAGGI:

È calorico come lo zucchero normale, quindi non adatto a chi cerca un dolcificante senza calorie.

 

6. SCIROPPO D’ACERO

 • Origine: Estratto dalla linfa degli aceri da zucchero.

 • Principio attivo: Saccarosio, minerali, antiossidanti.

 • Potere dolcificante: Simile allo zucchero.

 • Indice glicemico: 54 (moderato).

 • Apporto calorico: 260 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

 • Contiene polifenoli antiossidanti e minerali come zinco e manganese.

• Gusto caratteristico ideale per dolcificare pancake e bevande.

SVANTAGGI:

Ha un IG moderato, quindi non è ideale per i diabetici.

 

7. ERITRITOLO

 • Origine: Uno zucchero alcolico naturale presente in piccole quantità in frutta e alimenti fermentati.

 • Potere dolcificante: Circa il 70% della dolcezza dello zucchero.

 • Indice glicemico: 0.

 • Apporto calorico: 0,24 calorie per grammo.

PROPRIETÀ:

 • Non influisce sui livelli di zucchero nel sangue.

 • Non provoca carie dentali.

SVANTAGGI:

Può causare lievi disturbi digestivi se consumato in eccesso.

 

8. ALLULOSA

 • Origine: Zucchero raro presente in piccole quantità in fichi, uvetta e sciroppo d’acero.

 • Potere dolcificante: 70% della dolcezza dello zucchero.

 • Indice glicemico: Praticamente nullo.

 • Apporto calorico: Circa 0,2 calorie per grammo.

PROPRIETÀ:

 • Non influisce sui livelli glicemici.

 • Fornisce dolcezza simile allo zucchero senza calorie significative.

SVANTAGGI:

Relativamente nuovo sul mercato, non sempre facile da reperire.

 

9. MELASSA

• Origine: Sottoprodotto della produzione dello zucchero di canna o barbabietola.

 • Principio attivo: Zuccheri semplici (glucosio e fruttosio), minerali come ferro e calcio.

 • Potere dolcificante: Meno dolce dello zucchero.

 • Indice glicemico: Circa 55 (moderato).

 • Apporto calorico: 290 calorie per 100 g.

PROPRIETÀ:

• Contiene minerali benefici e antiossidanti.

 • Ideale per dolcificare cibi e bevande con un gusto robusto.

SVANTAGGI:

Apporto calorico simile allo zucchero.

 

10. XILITOLO

 • Origine: si trova naturalmente in piccole quantità in alcuni frutti e verdure, come mele, pere e fragole, ma è prodotto principalmente dal mais o dalla betulla.

 • Principio attivo:è un alcol zuccherino (o poliolo)

 • Indice glicemico: Ha un indice glicemico basso (circa 7), che lo rende una scelta adatta per persone con diabete o che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati. Sebbene non influenzi drasticamente i livelli di zucchero nel sangue, è comunque importante utilizzarlo con moderazione.

 • Apporto calorico: Contiene circa 2,4 calorie per grammo, che è inferiore rispetto allo zucchero (che ne ha 4).

PROPRIETÀ:

Lo xilitolo ha anche proprietà benefiche per la salute dentale, poiché non favorisce la crescita dei batteri responsabili delle carie. In effetti, è spesso utilizzato in gomme da masticare e dentifrici per prevenire la formazione di placca.

SVANTAGGI:

Consumato in grandi quantità, può causare disturbi digestivi, come gonfiore o diarrea, poiché i polioli non vengono completamente assorbiti nell’intestino. È quindi importante consumarlo con moderazione.

 

TABELLA RIASSUNTIVA 

Stevia:

Indice glicemico: 0
Apporto calorico: 0
Potere dolcificante: 200-300 volte lo zucchero

Monk Fruit:

Indice glicemico: 0
Apporto calorico: 0
Potere dolcificante: 150-250 volte lo zucchero

Miele:

Indice glicemico: 45-65
Apporto calorico: 304
Potere dolcificante: Simile o superiore allo zucchero

Sciroppo d’Agave:

Indice glicemico: 15-30
Apporto calorico: 
310
Potere dolcificante:
 1,4 volte lo zucchero

Zucchero di Cocco:

Indice glicemico: 35-54
Apporto calorico: 375
Potere dolcificante: 
Simile allo zucchero

Sciroppo d’Acero:    

Indice glicemico: 54
Apporto calorico: 260
Potere dolcificante: Simile allo zucchero

Eritritolo:

Indice glicemico: 0
Apporto calorico: 0,24 cal/g
Potere dolcificante: 70% della dolcezza dello zucchero

Allulosa:

Indice glicemico:0
Apporto calorico: 0,2 cal/g
Potere dolcificante: 70% della dolcezza dello zucchero

Melassa:

Indice glicemico: 55
Indice glicemico: 290
Potere dolcificante: Meno dolce dello zucchero

Xilitolo:

Indice glicemico: 7
Indice glicemico: 
240
Potere dolcificante: 
Più dolce dello zucchero

L’ALTRA FACCIA DELLA DOLCEZZA:
I DOLCIFICANTI ARTIFICIALI E GLI EFFETTI SULLA SALUTE

Se da un lato i dolcificanti naturali offrono soluzioni più salutari e sostenibili, dall’altro il mercato è ancora dominato dai dolcificanti artificiali, spesso presenti nei prodotti light o dietetici. Saccarina, aspartame, sucralosio e altri composti chimici promettono la dolcezza senza calorie, ma a quale costo?

Negli anni, molti studi hanno sollevato interrogativi sui potenziali effetti collaterali di questi dolcificanti, che spaziano da disturbi digestivi all’interferenza con il metabolismo, fino a possibili rischi a lungo termine per la salute.

 

02Dic

I NUOVI FARMACI PER DIMAGRIRE

Ozempic è un punto di svolta per la perdita di peso. I pazienti possono perdere fino al 15% del loro peso corporeo, una percentuale che prima era raggiungibile solo con interventi chirurgici”. – Dottoressa Caroline Apovian

I NUOVI FARMACI PER DIMAGRIRE 

 

Si chiama Ozempic o Wegovy, nome commerciale della “semaglutide” sviluppata dall’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk, da qualche tempo è finito alla ribalta sui social, e non solo, come medicinale “miracoloso” per perdere chili di troppo.

La semaglutide fa parte della famiglia degli Agonisti GLP-1, farmaci che mimano l’azione di un ormone naturale, il “glucagon-like peptide-1” (indicato con la sigla GLP-1). Questi farmaci nascono con un impiego specifico: il trattamento del diabete di tipo 2 e ora per curare l’obesità.

I recettori per GLP-1 sono presenti un po’ in tutto il corpo ma soprattutto nel pancreas, nel cervello e nello stomaco. Dopo aver mangiato, i batteri e le cellule intestinali producono GLP1 che si lega ai recettori nei seguenti organi:

  • PANCREAS
    dà il segnale di aumento della produzione di insulina, l’ormone che abbassa il livello di zucchero nel sangue;
  • CERVELLO
    dà il senso di sazietà, e quindi il segnale di stop all’assunzione del cibo. In pratica, alcune aree del cervello che regolano i nostri comportamenti alimentari, inducono a smettere di mangiare;
  • STOMACO
    rallenta il processo digestivo, dando al corpo il segnale di non intasare oltremodo lo stomaco.

Inoltre, questi “ormoni/farmaci” riducono la secrezione di glucagone, l’ormone che aumenta la glicogenolisi, cioè la scissione del glicogeno epatico e di conseguenza il rilascio di carboidrati immagazzinati nel fegato. Permettono così di tenere sotto controllo la glicemia, mantenendola stabile in circolo.

In definitiva, l’impiego di questi nuovi farmaci nasce dal fatto che essi, imitando il comportamento di questo ormone GLP-1, hanno, tra le altre cose, la capacità di rallentare lo svuotamento gastrico in seguito all’assunzione di cibo e ridurre l’appetito mediante l’invio di segnali di sazietà al cervello.

Quando nei test clinici e nell’impiego tra la popolazione sono stati notati questi effetti, alcuni medici hanno iniziato a prescrivere l’Ozempic, oltre che nei diabetici, come rimedio contro l’obesità in modalità “off label”, cioè per trattare problemi di salute diversi da quelli per cui era stato sviluppato in origine il principio attivo.

Per questo motivo circa tre anni fa, Novo Nordisk ha fatto domanda di autorizzazione per un nuovo farmaco che si chiama Wegovy e che è sostanzialmente l’Ozempic ma con un dosaggio più alto e realizzato appositamente come rimedio contro l’obesità.

Il farmaco è stato autorizzato negli Stati Uniti nel 2021 e all’inizio del 2022 nell’Unione Europea. Nel 2013 ha vinto il premio “Breakthrough of thè Year” (svolta dell’anno) assegnato da “Science“, una delle riviste scientifiche più famose al mondo.

Cerchiamo ora di conoscere meglio la semaglutide e i farmaci della classe a cui appartiene (dal semaglutide al tirzepatide: gli agonisti GLP-1). Si tratta di farmaci chiamati “agonisti del recettore per l’ormone GLP-1″ (o agonisti GLP- 1R), che aiutano i soggetti sovrappeso/obesi a perdere tra il 15% e il 20% del loro peso corporeo e a ridurre il rischio di problemi cardiaci.

UTILIZZO

Sono disponibili sotto forma di soluzione iniettabile in penna preriempita e possono essere ottenuti soltanto con prescrizione medica. L’iniezione viene effettuata sotto la pelle dell’addome, della coscia o della parte superiore del braccio. La dose raccomandata di Semaglutide è di 0,25 mg una volta alla settimana. Dopo quattro settimane, la dose dovrebbe essere aumentata a 0,5 mg. Se necessario, può essere ulteriormente aumentata fino a un massimo di 1 mg una volta alla settimana.

RISCHI ASSOCIATI

Gli effetti indesiderati più comuni (che possono riguardare più di 1 persona su 10) sono problemi dell’apparato digestivo, quali diarrea, vomito e nausea (sensazione di malessere), capogiri o svenimenti. Questi effetti sono in genere di entità lieve o moderata e di breve durata. È comune (può interessare fino a 1 persona su 10) un grave peggioramento della retinopatia diabetica (danno alla retina, la membrana fotosensibile presente nella parte posteriore dell’occhio). In rari casi può portare alla pancreatite.

TIPI

Il più popolare è il:

  • Semaglutide (OZEMPIC – WEGOVY)

disponibili in formulazione iniettabile per via sottocutanea ad intervalli settimanali, ma esiste anche una versione per somministrazione orale (Rybelsus 3-7-14 mg).

Dosaggio:

OZEMPIC (semaglutide) – Novo Nordisk:

o 1 – 4 settimana 0,25 mg
o Settimane 5-8 0,5 mg o dalla 9°in poi, 1mg.

WEGOVY – Novo Nordisk:

o 1 – 4 settimana 0,25 mg
o Settimane 5-8 0,5 mg o Dalla 9° alla 12 1 mg
o Settimane 13-16 1,7 mg
o dalla settimana 17 2,4 mg

Gli altri tipi sono:

  • Dulaglutide (TRULICITY)
  • Lixisenatide (ADLYXIN)
  • Liraglutide (SAXENDA)
  • Exenatide (BYETTA)

Dosaggio:

questi si iniettano quotidianamente.

Ultimo uscito:

  • Tirzepatide (MOUNJIARO – ZEPBOUND)

Dosaggio:

sempre per iniezione settimanale, vari dosaggi:

o 1 – 4 settima. 5 mg
o dalla 5° in poi settimane 10 mg

Arriveranno poi i 10 e 15 mg (non ancora disponibili in Italia).

MOUNJARO – ZEPBOUND

Il MOUNJARO contiene, oltre alla semaglutide, anche la molecola tirzepatide che blocca il recettore H del polipeptide insulino gastrico (GIP): quindi doppio agonista GLP-1 RA/polipeptide inibitore gastrico (GIP). Il blocco del recettore del GIP fa ridurre l’assunzione di cibo, dando un senso di pienezza e sazietà.

Secondo i risultati di uno studio recentemente pubblicato su “JAMA Internal Medicine”, persone con sovrappeso o obesità trattati con tirzepatide ottengono più facilmente una perdita di peso clinicamente significativa e maggiori riduzioni del peso corporeo rispetto a quelle trattate con semaglutide, indipendentemente dalla presenza di diabete di tipo 2.

Con l’approvazione di MOUNJARO/Zepbound da parte della FDA, ora i pazienti che cercano di perdere peso avranno un’altra opzione.

Come Ozempic e Wegovy, anche Zepbound viene inizialmente somministrato a basse dosi e aumentato gradualmente.

Stando a quanto dichiarato da Eli Lilly, l’autorizzazione di Zepbound si basa su alcuni studi condotti dall’azienda su 2.539 adulti con obesità o sovrappeso e problemi medici legati al peso diversi dal diabete. In questi studi, dopo 72 settimane le persone che assumevano Zepbound e che avevano apportato modifiche alla dieta e all’esercizio fisico hanno registrato una sostanziale perdita di peso.

Con una dose più alta del farmaco, 15 milligrammi, le persone che assumevano Zepbound hanno perso in media circa 21 chilogrammi, rispetto ai 15 chili in meno riportati dai pazienti che hanno assunto la dose più bassa da 5 milligrammi. I partecipanti allo studio a cui è stato somministrato un placebo hanno perso in media sette chili.

Secondo Eli Lilly, un paziente su tre che ha assunto la dose più alta Zepbound ha perso oltre 26 chili, pari al 25 per cento del proprio peso corporeo, rispetto all’1,5% del gruppo a cui è stato dato il placebo. Il peso medio iniziale dei volontari che hanno partecipato allo studio erano di circa 104 chili. La casa farmaceutica ha anche comunicato che alcune persone che hanno assunto Zepbound hanno riportato reazioni a livello gastrointestinale, tra cui nausea, diarrea, vomito, costipazione o dolore addominale.